Pericolo

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Julio e Zayn si erano mostrati sin da subito molto aperti alla conoscenza di Harry e con la scusa di conoscersi meglio, lo avevano letteralmente riempito di domande.

Il moro aveva chiesto quali fossero gli interessi di Harry - oltre la fotografia, vista la costosa digitale che portava dietro e le foto già appese in camera - le sue passioni ed i sogni per il futuro: - "Mi piace disegnare, scattare foto, viaggiare. Queste oltre i miei interessi sono anche le mie passioni. Il mio sogno invece è quello di diventare un avvocato e difendere le persone che ancora oggi sono discriminate" - aveva risposta con una punta d'orgoglio.

Julio invece era stato molto più opprimente e gli aveva fatto un vero e proprio interrogatorio su stilisti preferiti, cantanti ascoltati, marche di shampoo usate - per lo spagnolo erano importanti - e soprattutto aveva chiesto di storie passate ed amori vissuti.

Harry almeno all'ultima domanda non aveva risposto: Stephan, il suo ex, era ancora una ferita fresca e forse anche la causa maggiore per il quale Harry aveva lasciato Holmes Chapel.

Si era promesso di ricadere mai nel finto amore di un codardo.

Stephan infatti, aveva tenuto nascosta la loro relazione - o ciò che era - a tutti. Non voleva passare anche lui per il frocio del paese così quando era stato messo alle strette da Harry, lui era scappato, non facendosi più sentire e vedere.

Lasciandolo senza una spiegazione e col vestito da ballo di fine anno appena comprato.
Alla fine non c'era neanche andato.

Frank invece, quarto inquilino e suo compagno di stanza, non si era ancora fatto vedere. Passava la maggior parte del suo tempo in biblioteca ed il restante dalla sua ragazza Jane. Affettuosamente chiamata 'Cita' da Zayn e Julio, visto la sua propensione al non lasciare mai solo il fidanzato.

Tutto sembrava filare liscio in quei primi giorni di convivenza ed Harry non poteva che sentirsi contento per questo.

"In bocca a lupo per il tuo primo giorno Boccolino" - gli fece eco dal bagno Julio.
Dopo la visita della signora Rose, i due ragazzi ormai avevano preso l'abitudine di chiamarlo così.

"Grazie J. Spero di non stare sempre solo" - rispose il riccio sul ciglio della porta, pronto al suo primo giorno da studente di legge.
Quasi non ci credeva, quello era il primo gradino per raggiungere finalmente il suo sogno.

"Con quel musino è impossibile non avvicinarsi a te, stai attento agli sconosciuti" - continuò ancora il ragazzo, ma fu ascoltato solo in parte perché Harry era già sulla strada verso l'università, con le sue cuffie nelle orecchie.

Il grande e possente edificio distava dall'appartamento solo una decina di minuti, un paio di canzoni, come piaceva dire al ragazzo che scaglionava tutto in base al tempo della musica.

Le prime cose lo avevano sempre spaventato.

La prima volta che era andato all'asilo si era letteralmente aggrappato alla gamba di suo padre, uomo tutto d'un pezzo.
La prima volta alle elementari non era andata meglio, solo che questa volta la gamba era di sua madre Anne. La prima volta nell'acqua, sulla bicicletta, sull'altalena, aveva pianto per dieci minuti.
La sua prima volta era andata anche peggio, per l'ansia e la paura aveva iniziato ad urlare al dolore ancora prima di entrare.

Il primo giorno di università lo terrorizzava a morte, era solo, senza gambe di suo padre - no che lo volesse lì al suo fianco - sua madre o anche solo il sorriso tranquillizzante di Gemma.
Era solo e sperava di non esserlo ancora per molto.

Harry si guardò ancora intorno, non sapendo dove andare. Aveva preso tutti gli opuscoli, era stato a tutti i pre-corsi, aveva passato il test iniziale con un buon punteggio, già si sentiva lo studente modello, eppure non sapeva dove andare.

Poco dopo la sontuosa ed immensa entrata vi erano dei tavoli dove alcuni studenti elargivano volantini e consigli.

Harry si diresse dove un ragazzo con una folta barba ed alto una spanna più di lui stava urlando qualcosa di incomprensibile alle sue orecchie - "Glory, Glory for United" - avvicinandosi intuì che quello fosse proprio l'inno dello United.

"Ehi ehi cosa fai, non avvicinarti a loro!" - lo fermò un ragazzo, strattonandogli un braccio e bloccandolo dalla folle impresa - "Quelli sono del US of Manchester. Sono dei pazzi, una parola sbagliata e già sei fuori da qui. Mio fratello mi ha messo subito al corrente di loro"

"Non lo sapevo, sono del primo anno. Grazie..."

"Niall James Horan" - fece il biondo al suo fianco, spostando la ventiquattrore - ma chi andava in giro con una valigetta a vent'anni? - e porgendogli la mano per presentarsi - "Sono anch'io al primo anno, ma mio fratello mi ha messo al corrente dei pericoli"

"Quali sarebbero questi pericoli?" - sottolineò l'ultima parola con tono sarcastico. Si era informato o meglio, Zayn e Julio lo avevano informato di varie associazioni molto competitive tra loro, ma non sapeva certo di pericoli, non erano certo in qualche tipo di accademia militare.

"Come ti chiami?" - rispose invece il biondo, ignorando la domanda appena fatta. Harry lo guardò a fondo prima di rispondere.
Amava notare i dettagli e subito guardò il polso, prima il sinistro e poi il destro, dove questo portava un costosissimo orologio, un figlio di papà, pensò immediatamente, un figlio di papà da occhi azzurrissimi e sorriso simpatico.

Sì, si poteva fidare di quel ragazzino.
Quel Niall James Horan.

"Harry Styles" - si convinse, stringendogli la mano con un sorriso, a pelle quel Niall non era per niente male.

"Ecco, vedi Harry senza secondo nome Styles, il pericolo è appena entrato dalla porta alla nostra sinistra" - il riccio, si girò velocemente e subito notò un ragazzo, sicuramente più grande di lui ma molto più basso, coi capelli cadenti sulla fronte ed un paio di occhi azzurri che wow, solo wow.

Niall ghignò qualcosa verso il ragazzo appena arrivato che, manco a dirlo, si era unito al coro dell'orso.

"Tuo fratello ti ha detto anche come si chiama quel pericolo?"

Il biondo fece una smorfia, prima di dirigersi verso il lungo corridoio per raggiungere delle scale, Harry lo seguì - "Ridi, ridi pure Riccio. Ma quelli del US of Manchester, non scherzano. Sono dei fanatici della politica e guardano sempre tutti dall'alto verso il basso. Il presidente l'anno scorso è stato anche quasi arrestato per lite ed oltraggio a pubblico ufficiale".

Okay, forse Niall aveva ragione ma quel pericolo era davvero bello ed ad Harry, giocare col fuoco, era sempre piaciuto.

Louis' Club || Larry Stylinson AUWhere stories live. Discover now