La verità?

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Louis non sapeva neanche come si era ritrovato davanti a casa di Harry, in pieno sabato mattina. La risposta - in verità - era esattamente al suo fianco e lo esortava a fare quei pochi passi che lo dividevano dalle urla che si sentivano distintamente arrivare dall'appartamento.

"Liam non è il momento adatto, senti anche tu" - il suo migliore amico annuì ma non si fece comunque scalfire da quelle urla e nemmeno dall'espressione mortificata ma allo stesso tempo strafottente che incorniciava il volto di Louis. Per questo lo afferrò dal cappuccio della felpa e lo spinse davanti alla porta, suonando per lui il campanello.

"Non è un momento adatto" - disse una voce rispondendo al citofono. Non essendo familiare a nessuno dei due ragazzi, presupposero che fosse del quarto coinquilino, quello con cui non avevano mai parlato. Il Gattaro - come lo chiamava scherzosamente Harry.

"Sono Louis"

"Oh...okay" - ed il portone massiccio scattò, permettendo ai due di salire. Con qualche titubanza ed un paio di spinte di Liam, Louis bussò alla porta dell'appartamento dal quale continuavano a provenire urla distinte e forse, ma non erano tanto sicuri, vetri rotti.

"Ricordami perché lo sto facendo"

"Sei venuto a casa mia all'alba e mi hai supplicato di chiarirti le idee ed aiutarti. Sei cotto di quel ragazzino Lou e non capisco perché tu non voglia ammetterlo ad alta voce..." - espose saggiamente il più piccolo, complimentandosi interiormente per il discorso appena fatto. Conosceva Louis da sempre, anche meglio di se stesso, e fu semplice esprimere a parole quello che continuamente gli passava per la testa. Nonostante le cose tra i due fossero leggermente cambiate, Liam rimaneva la voce della sua coscienza, l'unico che riusciva a capirlo, a leggere tra le righe di quella testa incasinata e straripante di paure ed incertezze, lasciate dietro da Luke.

"Ammetterlo vorrebbe dire fare le cose seriamente ed io non voglio. Non posso permettermelo, ecco"

"Allora facciamo così - propose nuovamente - noi entriamo, calmiamo tutti e tu dici a Zayn che Harry si è inventato tutto, okay? Che i fiori erano da parte mia, ma Lou se lo farai, dovrai chiudere completamente con lui"

Il presidente lo osservò ambiguo, intimorito dalle parole appena usate dal suo migliore amico. Si era sempre dichiarato una persona diretta, sicura eppure non lo era davanti a tutto quello anzi, era addirittura spaventato e totalmente confuso. Non sapeva cosa, come comportarsi. Tutto quello lo riportava indietro nel tempo e lui non voleva a neanche provare a risentirsi di nuovo come in passato, con fatica era riuscito a diventare la persona che era, sacrificando un po' di cuore. Eppure con Harry si sentiva diverso, tanto da non cercare altri ragazzi o semplicemente concedergli attenzione che non aveva più riservato a nessuno.

"E se non volessi - Sì insomma sai, mentire?"

"Vuoi dire a Zayn la verità?"

Louis alzò le spalle coperte dalla felpa grigia che indossava e bussò alla porta, intimorito dalle continue urla. Fu Frank, riconosciuto grazie ad un maglione di lana nero ed un gatto ricamato sopra, ad aprire la porta e ad indicarli la cucina, dove Zayn stava strillando qualcosa di incomprensibile, recepì solo alcune parole confuse - "Pensavo fossimo amici...Louis...Vai via da qui..." - ed altre ancora più insensate. Spinto nuovamente da Liam, entrò in cucina e con un borbottio appena udibile, cercò di attirare l'attenzione dei tre ragazzi, o meglio, di Zayn ed Julio che continuavano ad insultare Harry e questo che, stretto all'angolo della cucina, cercava di dare una spiegazione.

"Cazzo!" - urlò Liam, correndo in direzione di Harry e notando immediatamente il labbro spaccato e sanguinante e l'occhio leggermente giallognolo, qualcuno gli aveva tirato probabilmente un pugno o un oggetto, conoscendo i due soggetti - "Siete forse impazziti?"

"Lui lo sapeva, lo sapeva, cazzo!" - sbottò Zayn verso il ragazzo che poco prima aveva preso la parola e dando le spalle a Louis sulla soglia della cucina, codardo.

"Io...Sono ore che cerco di spiegarti" - provò di nuovo Harry, con un filo di voce, insicuro e debole come non lo era mai stato - "Martin è Louis. Avevo confuso il suo nome ma è sempre stato lui e mi dispiace Zayn, mi dispiace con tutto il cuore averti mentito. Avrei voluto dirti la verità, avrei dovuto ma tu avevi così tanti ragazzi, pensavo che Louis non fosse poi così importante, almeno per te. Perchè credimi, io impazzisco per lui, tanto da averci fatto l'amore insieme, questa notte" - Harry fissò il volto sorpreso di Louis e non si sorprese di ritrovarci su un piccolo ed accennato sorriso, abbastanza da poter capire che quella notte non era stato l'unico a mettere in ballo i suoi sentimenti e ne fu felice, nonostante tutto.

"È così?" - domandò Zayn al più grande, rivolgendosi a lui ed ignorando quel brillio negli occhi del suo coinquilino, non era così stupido dopotutto - "Louis cazzo è così? Me lo devi!"

"Non ti devo nulla..." - mormorò, quasi sottovoce tanto che dovette ripetere più volte quelle stesse parole.

"Sei stato tre giorni nel mio letto...Me lo devi eccome, lurido pezzo di merda"

Louis non rispose a quell'insulto o a quella domanda, non disse nulla in verità. Si mosse veloce all'interno della cucina, afferrò la mano di Harry e lo strattonò verso di sé, stringendolo e depositandogli un bacio sulla nuca scoperta - "Tutto okay?"

Harry annuì, stringendosi un poco di più tra le braccia a di Louis, sentendosi subito meglio.

"Ho capito...Beh Harry, sono felice per te e lo sarò ancora di più quando Louis scoperà con un altro perchè tu non sei alla sua altezza" - e detto questo, si rintanò in camera, seguito subito dopo da Julio che prima di lasciare la stanza consigliò un generale - "Forse è meglio stare un po' separati" - condiviso da tutti, in particolare da Liam.

"Chiamo Niall e gli chiedo se può ospitarmi per un paio di notti, non so dove altro andare"

Liam osservò il suo migliore amico e gli lanciò un'occhiata eloquente, doveva sempre fargli capire tutto - "Louis potrebbe ospitarti, no?"

Harry balenò lo sguardo verso quello del ragazzo e sorrise - nonostante gli facesse davvero male il labbro inferiore - non appena vide un accenno di consenso e le labbra protendersi verso le sue - "Andiamo a casa, stamattina mi sono svegliato troppo presto".

-ANGOLINO DI -G:
Vi erano mancati, lo so.
Comunque volevo solo ringraziarvi per tipo tutto ciò che state facendo con questa storia, i commenti, i voti, le minacce. Ho visto gente che la consigliava ed io ero tipo 'WTF, seriamente?'. Comunque grazie davvero.
Un abbraccio, G.

Torno a leggere Gennex e disagiare perchè un Harry Styles a caso ha deciso di rovinarmi la vita.

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora