Non me ne sono dimenticato

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Louis si guardava intorno spaesato, continuava a girare tra gli scaffali di quella vecchia libreria che pochi giorni prima, durante una delle loro ormai solite uscite, Harry gli aveva indicato, puntando l'indice sull'insegna e commentando con un - "Da piccolo dicevo sempre che avrei aperto una libreria. Allora mio padre montò in camera mia un paio di mensole ed ogni settimana mi comprava un libro, non ho toccato più nessuno di quei libri da quando è andato via" - Louis aveva incalanato tutte quelle informazioni e gli aveva stretto ancora di più la mano, cercando di fargli capire che non importava, che i padri vanno via facilmente ma si sopravvive, lo sapeva bene.

Una voce bassa riscosse Louis dai propri pensieri - "Giovanotto posso esserti utile?" - chiese.

"Sto cercando un libro" - ammise il ragazzo, guardandosi ancora attorno. Non aveva idee su cosa regalare ad Harry, quale fosse il suo autore preferito o la corrente letteraria più apprezzata. Amava i libri, quelli vecchi, d'accordo ma non sapeva altro e Louis odiava trovarsi nell'incertezza seppur per un regalo.

"È nel posto giusto - disse ironico il proprietario da dietro uno scaffale - cerca qualcosa in particolare?"

"Non ne ho idea. A lui, a lui piacciono i libri classici..."

Il signore sorrise nuovamente e con fatica raggiunse il ragazzo al centro del negozio. Quest'ultimo si chiese perché un signore così anziano lavorasse ancora: era lento nei movimenti, nelle parole e Louis trovò snervante quella situazione, lui era un tipo pratico, tutto e subito - "Il suo amico ha un genere di particolare interesse?" - il vecchio calcò di proposito quella parola, qull'amico. Ci aveva messo un attimo a capire che quel libro doveva essere un regalo speciale, un inno all'amore non detto, nascosto dagli occhi di tutti. Ne aveva visti tanti così nei suoi cinquant'anni di lavoro e lentamente, molto lentamente, senza dire una sola parola al giovane, afferrò un libro e glielo porse.

"Non è un po' scontato Oscar Wilde?" - chiese Louis non appena vide il proprietario porgergli una vecchia edizione del "De Profundis". Non aveva mai letto quel libro, ne aveva sentito parlare solo una volta durante l'ora di letteratura inglese ma la sua conoscenza non andava oltre, ricordava solo una lunghissima lettera.

Il vecchio si accigliò, nonostante gran parte del suo viso fosse nascosta da una spessa montatura nera che faceva sembrare gli occhi due piccole fessure, aveva letto tanto nella sua vita e quello era stato il prezzo da pagare - "Un libro non è mai scontato, giovanotto. Soprattutto quando si parla d'amore" - lo canzonò.

Louis (16:10):
Dove sei?

Harry (16:12):
Sono in biblioteca a studiare, tu?

Louis (16:15):
Ti raggiungo. xx

Harry guardò gli appunti senza senso davanti a lui e sospirò, l'esame si avvicinava sempre di più ma lui non riusciva a fare altro che sedersi in ogni dove e scrivere, scrivere di Louis e pensarlo, tralasciando completamente gli studi. Afferrò nuovamente il telefono per leggere l'ennesimo messaggio di quella giornata, in fin dei conti era il suo compleanno. Rispose nuovamente un poco sentito 'Grazie' e risistemò il telefono nella tracolla. Aveva ricevuto gli auguri da molte persone, sorprendendosi, persino suo padre gli aveva inviato un misero messaggio, tranne Louis.
Lui non aveva fatto nemmeno accenno al suo compleanno, a degli auguri, ad una sorpresa. Niente, non aveva fatto nulla ed Harry si era ritrovato nuovamente deluso da quel comportamento, eppure non se la sentiva di prendersela con Louis, infine dei conti non gli aveva detto quando era nato o che a giorni sarebbe stato il suo compleanno ma aveva sperato in qualche documentazione del più grande, a che servono i social network?

Louis (16:21):
Anzi vieni all'ultimo piano, ai giardini pensili.

Harry sistemò velocemente le cose nella tracolla, arraffando alla buona gli appunti e tutto ciò che aveva e velocemente si diresse verso l'ultimo piano della sua facoltà. Non era mai stato in quell'area della struttura ma più volte aveva sentito dire da Hila ed Angel quanto fossero belli i giardini lì su in cima e della visuale mozzafiato di cui si poteva godere.
Con passo veloce e mani in tasca raggiunse le scale - aveva il terrore di prendere l'ascensore da solo, senza qualcuno a cui aggrapparsi - ed impacciatamente iniziò a correre verso il quinto piano. Era giù di morale, ferito dai mancati auguri di Louis eppure aveva sempre di più il cuore in gola ad ogni scalino, ad ogni passo più vicino a lui.

Harry spalancò la porta di sicurezza e raggiunse la zona dell'incontro: un'immensa terrazza contornata da qualsiasi tipo di pianta si presentava ai suoi occhi, il cielo era plumbeo ma nonostante la poca luce, si poteva vedere distintamente la città estendersi e prendere vita. Era qualcosa di magnifico, qualcosa che Harry si promise di fotografare in una giornata più soleggiata e calda quel punto in cui cielo e civiltà si uniscono. Eppure quel panorama non era così bello come il ragazzo che lo aveva appena raggiunto, pizzicandogli il fianco per attirare l'attenzione, completamente rapito - "Louis!" - esclamò, senza ricercare nessun tipo di contatto fisico o un bacio, come ormai era diventata abitudine.

"Ciao..." - rispose, avvicinandosi ad Harry per salutarlo adeguatamente e cercare un contatto fisico, un bacio che venne immediatamente respinto - "Ti stavo per baciare e mi respingi?"

Il più piccolo si pentì immediatamente di quel brusco gesto con il quale aveva evitato le labbra di Louis, pensava di non avercela così tanto con lui invece non era così, inutile negare. Era rimasto profondamente ferito dalla dimenticanza di Louis e non si trattava di una cosa stupida come un mesiversario - non che loro stessero effettivamente insieme, non ne avevano ancora parlato - o una qualsiasi stupida ricorrenza frequente ma era il suo dannato compleanno e lui lo aveva completamente ignorato.

"Non mi sento bene, tutto qui" - provò a giustificarsi.

"Sei sicuro? - Harry annuì facendo ricadere il ciuffo lungo davanti agli occhi leggermente arrossati - Quindi se stasera ti invito fuori a cena, non puoi?"

"Mah..." - provò a fare il sostenuto il più piccolo, ruolo che non gli riusciva per niente bene.

Louis aveva notato immediatamente l'aria affranta con il quale Harry si era presentato e non ci aveva messo certo molto a collegare che quell'indisponenza nei suoi confronti era dettata dal fatto che non gli avesse fatto gli auguri o accennato al suo compleanno in qualsiasi modo o maniera. Dal canto suo però, non aveva detto nulla riguardo al suo compleanno proprio per fargli una sorta di sorpresa, portandolo a cena fuori - "So che giorno è oggi..."

"Ah sì? Strano perché ho ricevuto anche gli auguri da parte delle persone più insulse ma non dalla te ed erano quelli che aspettavo di più. Ma io non sono nessuno e tu magari eri troppo impegnato a scoparti qualcuno o Zayn" - ammise, senza calcolare o pensare a ciò che stava effettivamente dicendo. Ma Harry purtroppo era così e quando era arrabbiato o ferito, non pesava molto le parole.

"Volevo farti una sorpresa ma evidentemente degli stupidi auguri per messaggio erano più importanti, non me ne sono dimenticato Harry! Comunque non importa, tieni" - e senza aggiungere niente di più, afferrò il pacchetto blu all'interno della sua tracolla e glielo porse, senza nessun tipo di coinvolgimento, con gli occhi puntati verso la punta delle sue scarpe da ginnastica ed un sorriso spento, niente di più lontano da ciò che aveva immaginato.

Una volta afferrato il pacco lucido, Louis sussurrò un - "Tanti auguri Harry" - e corse via verso le scale, lasciando l'altro da solo, sotto un accenno di pioggia, con un regalo appena aperto in mano ed una dedica ad inizio libro: 'Quando si desidera con fede l'amore, lo si trova là, che ci attende.
Tanti auguri, tuo Lou. '

Louis' Club || Larry Stylinson AUWhere stories live. Discover now