Uno strano bello

10.5K 826 287
                                    

"Il tuo gatto sta cercando di uccidermi"

"Il mio gatto è l'essere più buono al mondo"

Harry alzò le braccia e sbuffò fintamente infastidito - "È come il padrone: è buono con tutti tranne che con me"

"Sei qui da quattro giorni e ancora mi chiedo perché non ti ho cacciato di casa" - rispose a tono Louis, alzandosi dalla sedia della scrivania dove stava studiando per raggiungere sul letto Harry, immerso tra i mille appunti di economia politica ed un iPod, dal quale sentiva in lontananza della - a suo dire - pessima musica. Il più piccolo si rigirò sulla schiena e con un gesto secco, strattonò Louis verso di sé - "Perché ti faccio i pompini migliori"

"Per questo, sì" - confermò, baciandolo subito dopo.
Era strana quella convivenza, Louis lo aveva pensato più volte in quei giorni, eppure non si sentiva così bene da mesi, addirittura anni. Non pensava di potersi sentire nuovamente così, non dopo che qualcuno si era approfittato così di lui, rendendolo di ghiaccio, non dopo Luke.
Invece con Harry era strano - ma uno strano bello - era conoscersi ogni giorno un po' di più, era sorridere ogni giorno un po' di più e Louis, no, non era abituato a tutto quello stare insieme, gli abbracci spontanei e le chiacchiere senza senso durante la notte, ma voleva farci il callo. Voleva far di Harry la sua abitudine, la sua quotidianità e più andava avanti, più aveva paura ma quel tipo di paura che ti fa combattere per qualcosa, pur di non perderla.
Louis si sentiva dannatamente nuovo di fianco ad Harry.

"Ho fame" - sentenziò il più grande una volta staccatosi dalle labbra carnose e rosse del ragazzo.

"Di cosa?" - ammiccò a sua volta l'altro, insinuando le mani sotto la maglietta dell'Adidas che Louis era solito portare per casa - "Non dirmi che sei eccitato, ancora..."

Il ragazzo alzò le spalle e sorrise sfacciatamente, ricordava tanto un bambino quando faceva smorfie simili o quando arricciava il naso - "Non è colpa mia se tu sei nel mio letto, mezzo nudo"

"Non sono nudo! Portò i tuoi pantaloncini ed una tua maglia..."

"Esattamente, quando le mie cose sono di mia proprietà?"

Harry si avvicinò al suo viso e con l'indice ne delineò i contorni, soffermandosi in particolare sugli zigomi sporgenti. Una delle caratteristiche fisionomiche che più adorava di Louis, subito dopo i suoi occhi, le mani ed il fondoschiena, non esattamente in questo ordine - "Sono diventati di mia proprietà quando il tuo cazzo è diventato di mia proprietà"

Louis quasi si strozzò a sentire quelle parole, pronunciate con quel tono malizioso che lo mandava completamente fuori di testa. In realtà, tutto Harry Styles lo mandava letteralmente fuori di testa e dai pantaloni - "Mh...sì."

"Ma se non sei d'accordo posso sempre chiamare Niall e chiedere a lui ospitalità..."

"A proposito di questo, volevo dirti una cosa..."

Harry si allontanò di qualche centimetro dal corpo caldo dell'altro. Dal tono con cui aveva pronunciato quelle parole non si aspettava nulla di buono o almeno lo sperava. Non era pronto a doversi separare da Louis, non dopo giorni come quelli, dove avevano passato le loro notti a fare l'amore e guardare abbracciati la luna. Non dopo ciò che Harry gli aveva confidato: la sua infanzia difficile, l'adolescenza peggiore, insomma, non dopo averlo fatto così partecipe della sua vita. Ma soprattutto, sperò di non essere cacciato dalla vita di Louis perché ormai lui aveva raggiunto quel punto di non ritorno.

"Certo, dimmi..."

"Siamo in piena fase esami e non credo sia il momento ideale di cercare casa o tornare in quella vecchia. Quindi avevo pensato, visto che anche ad Andy va bene - balbettò leggermente Louis, non si sentiva così sotto pressione dalla volta in cui aveva detto a sua madre Johannah di volersi sposare - magari potresti rimane qui fino alla fine degli esami. Mh?"

Harry lo guardò allibito, letteralmente senza parole. Non si aspettava una proposta del genere, anzi, tutto il contrario. Per questo ci mise qualche secondo in più a rispondere e quel - "Sì assolutamente!" - forse non era la migliore risposta ma se Harry avesse fatto parlare davvero il cuore, sproloquiando su tutto ciò che provava, prima e dopo quella domanda, Louis si sarebbe certamente spaventato e lui sapeva che non era pronto a sentire una cosa del genere.

"Non solo per i pompini, vero?"

Louis scosse la testa - "No, è perché ora andrai in cucina a prepararmi un panino, vero?"

Harry non fece altro che trotterellare verso la cucina, con il cuore un po' più al riparo, lasciandosi anche andare ad una delle sue canzoni preferite - "And the feeling I forget, I'm in love now. Kiss me like you Anna be loved, wanna be loved, wanna be loved!"

E Louis si appuntò mentalmente quella canzone, quelle parole ed il sorriso di Harry, non accorgendosi del suo.

-ANGOLINO DI G, ANCORA:
Grazie per i 10mila voti.
Non mi aspettavo nulla del genere, grazie, grazie davvero.
Un abbraccio, G.

Louis' Club || Larry Stylinson AUWhere stories live. Discover now