È tuo.

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'Vuole sbarazzarsi di me' - pensò immediatamente Harry mentre Louis finiva di pronunciare quella frase, le stesse che gli avevano come trafitto il petto e gli avevano fatto male, dannatamente tanto. Non sapeva cosa dire, cosa rispondere a quella frase così autoritaria, a quell'affermazione che sostanzialmente - nella testa del ragazzo - era suonata come un addio, la fine di quel mese idilliaco.
Sarebbe dovuto tornare alla realtà, ad affrontare il palese odio di Zayn nei suoi confronti. Sarebbe dovuto tornare alla vita dove l'amore per Louis non era compreso, dove la notte non stringeva il suo corpo caldo.

"Dio Harry, sei così melodrammatico!" - sentenziò il più grande, facendosi leva sui gomiti e sedendosi a cavalcioni sul corpo longilineo del ragazzo - "Stai trattenendo le lacrime?"

Harry guardò le mani dell'altro sistemarsi sulle sue guance arrossate, accarezzate dai pollici, quei piccoli gesti erano la traduzione di qualcosa di molto più grande, qualcosa che Louis teneva dentro, sulla punta della lingua, ad un soffio dal cuore ma che non riusciva a pronunciare - "Io...N-no" - farfugliò.

Louis poggiò la propria fronte su quella dell'altro ed incastrò i suoi occhi azzurri in quelli verdi, fissandoli per qualche secondo senza dire nulla, aveva notato delle nuove sfumature, una piccola e quasi invisibile macchia giallognola all'angolo destro dell'occhio sinistro ma la cosa più rilevante che notò fu l'assenza di quel brillio che lo aveva - li aveva -accompagnato nell'ultimo mese, aveva lasciato spazio a qualcosa di molto simile al timore o addirittura alla paura, nonostante per Louis, quel termine, fosse un'esagerazione.

"Il padrone di casa ha scoperto che sei qui da quasi un mese e non è contento. Io... - e prese un lungo respiro, perché per lui era davvero difficile mettere in chiaro quel tipo di cose - Mi piace averti per casa, dormire con te. Il mio stomaco - forse anche un po' il cuore - ti ringrazia. Ti stai prendendo cura di me ed io...C'è una camera in affitto proprio nel palazzo qui di fronte, un mio amico va via e ho pensato a te, perché non ti voglio troppo lontano da me".

Harry sbarrò gli occhi sorpreso, non si aspettava nulla del genere, pessimista di natura com'era. Immaginava di dover tornare nella vecchia casa o addirittura per strada, visto che - come gli avevano riferito - Zayn aveva buttato gran parte della sua roba nello sgabuzzino dove tenevano gli stracci sporchi. Non ci credeva che Louis avesse pensato a lui in quel modo, che gli avesse detto quelle parole che non saranno state una grande dichiarazione d'amore ma almeno era qualcosa.
Qualcosa che Louis gli aveva detto e gli aveva procurato una serie infinita di battiti accelerati e pensieri suicidi.

"Pensavo mi volessi fuori di qui"

"Non amo molto il tuo vizio di lasciare i calzini incastrati nel letto o il fatto che perdi i capelli nel lavabo ma da te ho ricevuto i pompini migliori"

Harry si accigliò - "Mi vuoi solo per i pompini?"

"Per quello e perché non riesco quasi più a dormire senza stringerti, una delle due cose sì"

Il più piccolo si protese verso l'altro, baciandolo delicatamente le labbra sottili e rosee - "Grazie. Andiamo a dormire?"

Louis fece un cenno affermativo con il capo e scese dalle gambe di Harry, allungandogli una mano per aiutarlo ad alzarsi prima di strisciare stanco verso la camera da letto - "Har?"

"Sì Lou?"

"Quello che rimane di ciò che riesco a provare, è tuo" - ed Harry non capì il reale senso della frase fin quando non vide la mano di Louis pressargli sul petto, all'altezza del cuore. Quello stesso che ormai batteva solo per lui.

Louis' Club || Larry Stylinson AUWhere stories live. Discover now