Martin Rossum?

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"Harry siamo qui!" - urlò Niall dalla prima fila dell'aula magna. Arrivava sempre prima di tutti la mattina, per accaparrarsi i quattro posti avanti a tutto.

Harry odiava stare lì ma non se la sentiva di dire di no al biondo o addirittura dividersi dal piccolo gruppo che si era formato. Infatti a lui e Niall si erano presto aggiunte Hila ed Angel, due ragazze di Manchester amiche da una vita, che il primo giorno si erano sfacciatamente presentate ai due ragazzi, neanche loro conoscevano nessuno ed insieme, alla fine, avevano creato un bel gruppo.

"Oggi ho visto il tuo Periocolo" - disse una delle due ragazze, non appena Harry arrivò al banco, col suo immancabile caffè nero in mano.

Quello sì che era un buongiorno.

"Dov'era? Con chi? Vicino all'università? È da una settimana che non lo vedo" - ed era vero, Harry aveva visto il ragazzo dagli occhi azzurri per tutta la prima settimana dall'inizio dei corsi. L'aveva incontrato casualmente un sabato, mentre disperato faceva la spesa - inutile dire che si era nascosto nel reparto dei congelati, visto che era diventato di un color porpora per l'imbarazzo di esser visto - e poi ancora un mercoledì, mentre usciva dalla mensa insieme ad un paio di ragazzotti, tra cui l'orso del primo giorno.
Sembrava non liberarsi mai di loro.

"Stava parlando con alcuni ragazzi, ma non mi sono soffermata molto. Dovevo andare in bagno!"

"Certo, la vescica era più importante di sapere dove andava!" - sbottò Harry, buttando il caffè senza neanche averlo bevuto e sedendosi al fianco di Niall, che intanto lo continuava a guardare torvo.

L'irlandese, Harry aveva scoperto che queste erano le origini del biondo, aveva messo sin da subito in chiaro che quel ragazzo proprio non gli andava giù.

"Non puoi dare la colpa alla sua vescica se in tre settimana non hai scoperto neanche come si chiama!" - fece Niall con un tono di voce mai sentito prima - "Se sei così interessato vai da lui e chiedigli come si chiama. Anzi, lo faccio io!"'

"Dove cazzo stai andando?" - urlò a sua volta Harry, facendo girare tutte le persone già presenti in aula. Senza badare troppo, afferrò la borsa ed uscì correndo dall'aula sperando che Niall non avesse già combinato i suoi soliti guai.

"Nì ti prego, non farlo. Io...Io mi accontenterò di vederlo da lontano ancora un pochino, mi passerà subito. È così bello, ma non ce la faccio, l'hai visto? È sempre circondato da ragazze e ragazzi, io sarei solo una scocciatura" - ammise il giovane, guardando fisso negli occhi azzurri del suo amico che con un sospiro aveva voltato le spalle al riccio ed era tornato in classe.

Harry rimase fuori per qualche altro minuto, era la prima volta che si confidava così privatamente con Niall ed ora non aveva abbastanza coraggio per vederlo negli occhi e sentirsi dire la solita vecchia frase - "Sei alla sua altezza".
Ma non era così, lui non si sentiva abbastanza per quei bellissimi occhi, per il suo sorriso beffardo, per la sicurezza che quel Pericolo mostrava nei suoi movimenti. Harry non si sentiva abbastanza nemmeno per sapere il suo nome.

Ma andava bene così, si sarebbe fatto passare quella cotta.

Demoralizzato decise di non seguire la lezione, almeno la prima ed andarsi a rifugiare in biblioteca, avrebbe letto qualche pagina è scritto qualche nuova parte nel suo diario, che neanche a dirlo, ultimamente parlava solo di ragazzi con occhi azzurri, capelli scuri ed un sorriso sempre troppo serio.

Stava pensando - o creandosi letteralmente dei film su lui stesso ed il suo pericolo - che entrando in biblioteca, non si accorse di essere finito letteralmente addosso ad un ragazzo.

E no, non era un semplice ragazzo, ma lui!

Harry perse qualche battito alla vista così ravvicinata del suo viso ed a pieni polmoni - ancora prima di chiedere scusa per esserci finito sopra - inspirò il suo odore.

Forse proprio in quel momento, la cotta di Harry era appena diventata qualcosa più simile all'amore.

"Oops...Mi dispiace...Scusami...Ero distratto e...Ti sei fatto male?" - balbettò Harry, porgendo una mano verso il basso per aiutarlo ad alzarsi.

Il ragazzo l'afferrò ed un lungo brivido percorse tutta la schiena di Harry e forse anche quella del misterioso ragazzo che lo ringraziò con un sorriso - "Ciao, non ti scusare, sono stato io a venirti addosso"

'Puoi venirmi addosso quando vuoi'

"Ti lascio andare adesso, buona giornata!" - fece di nuovo il ragazzo, allontanandosi da lui troppo velocemente. Harry non ebbe il tempo nemmeno di rispondere che già era andato via, lasciando in lui una leggera e strana malinconia.

Ma al destino piace muovere le carte in tavola, forse anche un po' troppo.

Harry ed il suo solito sguardo basso si incamminarono verso l'entrata della biblioteca quando, la sua attenzione, fu richiamata da un piccolo pezzettino di carta traslucida, proprio nello stesso punto in cui Pericolo era caduto.

Senza troppi indugi afferrò quello che sembrava essere un badge universitario e lo rigirò te le mani, prima di leggere il nome e la facoltà di appartenenza.
Non poteva essere una coincidenza, quel pezzettino di plastica non c'era fino a qualche istante prima!

"Vuoi vedere che questo è..." - disse tra sé e sé Harry. Non ci pensò due volte, stretto tra le mani il badge si diresse verso lo stand in cui era solito stare Pericolo ed infatti, lo trovò lì a parlare con una ragazza.

Prese un lungo respiro.

"Ciao, non volevo disturbarti ancora ma scontrandoci hai perso questo. È un badge appartenente a Martin Rossum..."

"Grazie, mi serviva, sarà caduto dalle varie liste. Sei stato davvero gentile" - e con un sorriso congedò nuovamente Harry per dare tutte le sue attenzioni alla ragazza che, senza nemmeno dirlo, era lì solo per civettare un po'.

Ma questa volta ad Harry non importò molto della vicinanza tra i due era troppo felice perché finalmente aveva dato un nome a quel paio di occhi azzurri: Martin.

Louis' Club || Larry Stylinson AUDonde viven las historias. Descúbrelo ahora