Sparare a zero

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Louis si muoveva a fatica, il suo corpo attraversato da singhiozzi e spasmi.
Aveva provato a trattenersi, o almeno, aspettare di arrivare nel suo appartamento, in camera sua, pochi passi lontano da ciò che rimaneva di Harry e del loro rapporto. Aveva sceso le scale fermandosi ad ogni scalino, chiedendosi se quella fosse la scelta giusta; si reggeva il petto ad ogni passo, ad ogni respiro, gli doleva l'intero corpo ma non si era fermato. I rimpianti si susseguivano mentre si chiudeva la porta alle spalle, attraversava la strada e raggiungeva il suo appartamento, la sua tana, ciò che lo avrebbe tenuto lontano dalla vita almeno per un po'. Si accasciò su uno dei gradini, sull'ultima rampa di scale, le sue stesse gambe lo avevano tradito, non ce l'avevano fatta a sorreggere quel corpo scosso da singhiozzi e rammarico. Nel silenzio di un condominio vuoto, si chiese perché avesse fatto una cosa del genere, cercava una spiegazione plausibile al suo agire, al perché avesse fatto ciò con Zayn ma soprattutto, perché avesse detto delle cose simili ad Harry.
Harry che lo aveva curato.
Harry che gli aveva fatto scoprire un Louis nascosto, fatto di piccoli gesti a discapito degli eclatanti discorsi.
Harry che gli aveva fatto capire che c'era altro oltre la sua associazione.
Harry che gli aveva dimostrato che una canzone può essere perfetta per due persone.
Harry che gli aveva mostrato il lato giusto dell'amore.
E Louis cosa? Cosa aveva fatto oltre che ferirlo, deluderlo, si chiese.

Louis non ce la fece a percorrere quegli ultimi tre gradini, raccolse le ginocchia al petto e tra queste nascose il viso segnato da lacrime, da tutta quella delusione verso se stesso.

Fu Liam a trovarlo accasciato lì, con i capelli scompigliati ed il viso distrutto, due ore dopo. Quasi si precipitò verso il suo migliore amico, quel corpo scosso dal pianto - "Lou..." - aveva sussurrato soltanto e quello bastò per entrambi. Liam non aggiunse altro o chiese il perché si trovasse nel bel mezzo delle scale a piangere, sapeva la risposta. Louis dal canto suo, non disse nulla, si aggrappò solo al corpo dell'amico e si lasciò trascinare sul divano di casa, lontano però dalla sua stanza, dove la presenza di Harry era ancora palese tra vestiti, foto e tutti i suoi oggetti sparsi.
Ringraziò Liam per averci pensato.

"Hai sparato a zero come tuo solito, vero?" - chiese, stringendo il corpo tremante dell'amico. Fu quasi un dejà vú per loro che si ritrovarono nella stessa situazione - e posizione - in cui erano stati anni prima, per colpa di Luke. Solo che adesso le colpe non erano di quell'arrogante ragazzo ma di Louis stesso, era stato lui a distruggere tutto e Liam era combattuto tra il ricordarglielo - rinfacciarglielo - oppure consolarlo, dicendogli che tutto sarebbe passato, che forse avrebbe avuto un'ennesima opportunità con Harry. Perché lo amava ancora, lo avrebbe amato sempre.

"Come fai..."

Liam gli accarezzò i capelli mentre si sistemava di fianco a lui sul piccolo divano in cucina, senza lasciare la presa sulle sue spalle - "Tu lo fai sempre Lou. Quando sei nel torto marcio urli, colpisci con le tue parole e fai male. Non pensi alle conseguenze..."

"Ho sbagliato..."

Annuì - "Hai sbagliato tante volte ed io non voglio sapere cosa gli hai detto di preciso ma basta guardare te per capire" - Louis lo fissò negli occhi nocciola in cerca di un segno, un rimedio per risolvere tutta quella situazione, per far tornare Harry tra le sue braccia ma non ci fu nulla, solo altre parole - "Non dovevi andare con Zayn, te l'ho detto e ripetuto molte volte. Non dovevi venire in vacanza con me ed Andy ma stare qui, aspettarlo. Gli era appena morto il padre, era già distrutto e tu ed il tuo egoismo..."

"Non ho ragionato, non ho ragionato..." - ripeté nuovamente con voce flebile, sconfitta.

"Hai ragionato invece; tu volevi ferirlo, tu volevi fargli capire che non si può lasciare all'angolo Louis Tomlinson! Devi sempre stare al centro dell'attenzione Cristo! Hai provato a metterti nei suoi panni? A pensare minimante a tutto ciò che ha passato e sta passando?"

Il presidente scosse la testa, abbassando lo sguardo. Liam aveva centrato perfettamente il punto - "Hai pensato a cosa voglia dire perdere un padre e successivamente scoprire che il proprio ragazzo è un lurido pezzo di merda?"

"Anche mio padre se n'è andato!"

Liam alzò ancora di più la voce, tanto da svegliare Andy che si precipitò in cucina, confuso - "La smetti di concentrati su di te per un secondo? Hai sbagliato ad andare con Zayn e ti conosco fin troppo bene per sapere che prima hai combinato un altro dei tuoi casini..."

"Gli ho detto che - sospirò più volte prima di parlare - forse non l'ho mai amato...Ma insomma, ero solo..."

"Sei solo una testa di cazzo" - si intromise Andy, con la voce ancora impastata di sonno. Gli erano bastate poche battute per capire cosa fosse successo quella mattina, ancora. Perché i drammi in quella casa non si fermavano mai solo ad uno o più specificatamente, a Zayn. Louis era andato oltre. Era sicuro che, se anche ci fosse stata un piccolo spiraglio di speranza per andare avanti, Louis lo aveva distrutto, frantumato, come aveva fatto con Harry.

"Sei stato tu a dirmi della vacanza!"

"Non ti ho detto di scopare con Malek...Malik...quello!"

Louis scattò dal divano verso Andy, puntandogli il dito contro. Stava cercando qualcosa da dire, una giustificazione ma invece di parole uscirono fuori di nuovo mugoli e singhiozzi - "Io..."

"Ricordi come ti sei sentito tu con Luke?" - riprese Liam, avvicinandosi ai due amici al centro della cucina. Louis mosse lentamente la testa - "Sì..."

"Cos'hai fatto quel giorno?" - Il Presidente chiuse un attimo gli occhi, ricordando distintamente il cuore in gola mentre preparava veloce la valigia ed andava via dal loro appartamento e dalla loro città, da quell'amore buttato via. Sgranò gli occhi quando capì a cosa potesse riferirsi Liam, tra le urla lo stava comunque avvertendo - "Pensi che andrà via?" - chiese sussurrando, sentendo di nuove le gambe tremare, come la voce, come il cuore.

"Lui va sempre via, te l'ha detto"

"Io ho sbagliato ma non voglio, non riuscirei..." - balbettò, prima di scoppiare nuovamente a piangere tra le braccia dei suoi due migliori amici che nuovamente si fecero carico di quel Louis colpevole ma ugualmente rotto. Lo strinsero forte, sussurrando solo un - "Ci penseremo noi".
Louis scoppiò a piangere, di nuovo, tra le braccia di Liam ed Andy.

***

Harry si era fatto forza, si era infilato sotto la doccia per cancellare qualsiasi residuo di lacrime e occhi rossi. Senza badarci troppo aveva infilato la prima maglia a portata di mano ed una tuta nera ed era corso verso Niall, stringendo in mano quello che rimaneva della sua vita.
Si era sempre promesso che quella piccola agenda blu - i suoi più intimi pensieri - l'avrebbe fatta leggere solo alla persona di cui più si fidava, quella che in un modo o nell'altro gli aveva cambiato la vita e per Harry non fu difficile capire chi. Prima di partire, da solo o insieme, gli avrebbe fatto leggere quelle parole. Era giusto così.
Prese un lungo respiro, sfilò l'agenda dalla tracolla e la sistemò sulle scale, scrivendo però un'ultima frase - una parola - nella prima pagina quella che anni prima aveva lasciato vuota: Grazie.
La lasciò lì, prima di girare le spalle, chiamare sua sorella e dire che sarebbe tornato a casa per un po'.

Angolino di -G:

Mi dispiace non aver aggiornato per tutto questo tempo. Vorrei darvi anche una spiegazione e giuro, potrei, semplicemente dovrei spiegarvi una storia troppo lunga, anche più di Louis' Club. Vorrei solo ringraziarvi per aver pazientato così tanto. Grazie, sempre.
Un abbraccio, G.

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora