Unseen (traduzione italiana)

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MO: "Modus Operandi". Un particolare modo o metodo con il quale si fa qualcosa, specialmente un qualcosa di caratteristico o consolidato.

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"È un pesce d'aprile? Mi hai mentito e invece di una settimana sono stata via per mesi e ora è Aprile e mi stai prendendo in giro?" Dico perché è la prima cosa che mi salta in mente.

Ho sentito tutta la sua spiegazione e il mio fare questa domanda probabilmente suona stupido e ripetitivo, ma non riesco ad evitarlo. Chiamatemi tarda perché mi sento così ora. Non riesco a cogliere le sue parole né il loro significato perché mi vengono in mente flash di quella crisi di nervi che ha avuto la volta in cui ho scoperto che può vedermi. Mi ricordo anche la sua espressione distorta quando abbiamo parlato di fantasmi e delle sue esperienze passate. Capisco perfettamente la sua riluttanza, meglio della sua appena scoperta volontà di aiutarmi questa volta. Sia che le sue azioni siano guidate dal senso di colpa o no, penso che si stia spingendo troppo in là. Vista la sua storia passata, la cosa più logica da fare sarebbe stare lontano da me e io non lo biasimerei per questo.

Perché ha cambiato idea? Non può sentirsi così tanto colpevole. Abbiamo già chiarito le cose molte volte, non può essere così ottuso.

James ridacchia ma io continuo a guardarlo con gli occhi spalancati e un'espressione vuota perché non so ancora come reagire. "No, non ti ho mentito e questo non è nessun tipo di scherzo. Dico sul serio, Paige. Voglio aiutarti," spiega di nuovo e io sbatto le ciglia. "Non è così difficile da capire, ad essere onesti," aggiunge James, alzando solo una spalla.

"Sì, lo è. Primo, mi hai già detto di no e non ce l'ho con te per questo, hai tutto il diritto di rifiutare e anche tutte le ragioni. Secondo, perché ora? Perché hai cambiato idea e hai deciso di aiutarmi? Almeno puoi aiutarmi? Come? Non so neanche dove andare prima. Con o senza il tuo aiuto non sono ancora da dove cominciare e tu sprecheresti solo il tuo tempo," inveisco, alzando un po' la voce alla fine, segno di disperazione e frustrazione, penso.

James abbassa lo sguardo, evitando i miei occhi per un paio di secondi e io uso quest'occasione per prendere un respiro profondo e calmarmi. Sto reagendo in maniera eccessiva, non posso alzare la voce solo perché non riesco a capire il ragionamento dietro le sue parole.

"All'inizio ti ho giudicata duramente. Pensavo che fossi come qualsiasi altro fantasma ma non lo sei," mormora senza alzare lo sguardo e incontrare il mio. "Mi hai chiesto cosa mi ha fatto cambiare idea," continua James e questa volta alza lo sguardo e i suoi occhi blu mostrano un'intensità che mi fa mancare il respiro. Restiamo in silenzio per cinque battiti di cuore, solo guardando l'uno nell'anima dell'altra e mi sembra che l'aria sia carica di elettricità. Non riesco a muovermi e non oso neanche sbattere le ciglia. "Tu mi hai fatto cambiare idea."

Non riesco a rispondere, né a muovermi se è per questo. Riesco solo a guardarlo mentre un sentimento che non riesco a descrivere si fa strada nel mio corpo, dalla punta delle dita dei piedi fino alla sommità della testa, e mi lascia in fermento.

"Se hai cambiato idea e non vuoi che io ti aiuti, lo capisco. È solo che non... immagino di non volere che tu sia sola," spiega poi in tono più delicato, quasi come una carezza.

"Io-" me parole mi rimangono in gola, anche se non so neanche quali parole perché il mio cervello non sta lavorando. "Non è che io-" sospiro e finalmente rompo il contatto visivo. Penso che sia il motivo per cui non riesco a pensare. "Sono solo confusa e mi piacerebbe che mi aiutassi ma non so davvero come tu possa farlo. Hai già risposto a molte delle mie domande. Non penso ci sia altro da fare. E anche se apprezzo il fatto che tu non voglia che io sia sola, non voglio causarti nessun tipo di problema. Sto bene, sono già abituata a tutto questo. davvero non c'è bisogno che tu faccia questo." Lo guardo brevemente per mostrargli la mia sincerità.