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Cammino lentamente verso il posto in cui ho lasciato James, sentendomi più pesante a ogni passo. Riesco solo a vedere la faccia terrorizzata di Diana, le lacrime scorrerle sul viso. Era solo spaventata, non so neanche se si sia davvero pentita di ciò che ha fatto. Si è scusata perché aveva paura che potessi ucciderla. Forse vive con questa paura, non posso saperlo, ma il pensiero non mi conforta. Anche se la sua anima fosse eternamente torturata, questo non allevia il mio dolore. Non cambia niente e notando questo ora mi sento peggio.

Ero così certa che fosse questo. fargliela pagare, farle sapere che fossi ancora qui e che non ho dimenticato cos'ha fatto... ma non è cambiato niente. Se quello fosse il mio affare in sospeso, questo non era il modo per completarlo.

No ho idea di cosa fare ora. Dove andare. Mi sbagliavo e ora sono ancora più disorientata. Vedere Diana così sofferente, che sentiva la mia agonia non mi ha dato nessun tipo di pace. Come... come possono alcune persone torturare le altre? Come poteva divertirsi nel vedermi piangere? Come poteva provare divertimento nello spingermi, nel picchiarmi, nell'umiliarmi? Dov'è il piacere nel torturare qualcun altro?

Vedo James lì in piedi, guardandola casa come se si aspettasse che andasse a fuoco da un momento all'altro. O forse sta solo aspettando per vedere quando torno, perché nel momento in cui i suoi occhi mi trovano il suo sorriso si amplia, i suoi occhi luccicano e corre per venirmi incontro. Ma mentre si avvicina nota la mia espressione, legge tutte le mie emozioni e la sua faccia diventa specchio della mia.

"Cos'è successo?"

"L'ho fatto," dico. "L'ho trovata ed ero così arrabbiata. Volevo così tanto ferirla, ma non l'ho fatto. L'ho toccata in modo che potesse sentire il mio dolore. Sapeva che ero io. Ha detto che sapeva che sarei venuta per lei un giorno. Ha pianto e si è scusata... ma non è cambiato nulla." La mia voce si rompe, più che frustrata mi sento delusa e confusa perché sono ancora una volta al punto di partenza. Ma ora ho perso tutte le direzioni.

"Oh Paige," si dispiace, la sua voce rotta quanto lo sono io ora.

Voglio piangere. Voglio sospirare e singhiozzare e lasciar uscire tutto questo. ma è bloccato dentro di me, bloccato per sempre, proprio come me.

"Le ho dato l'indirizzo di mia madre e le ho detto di scusarsi con lei. Può almeno fare questo mentre è in città."

"È una buona ieda," dice James io mi limito a sospirare esausta.

"Penso che dovrei lasciar perdere tutta questa storia della questione in sospeso e preoccuparmi solo di mamma fino alla fine. Possiamo andare a casa mia e controllarla? Sono stata così occupata con questa faccenda che non mi sento neanche più trascinata verso casa," dico e lui annuisce immediatamente.

"Sì, andiamo. In tutta onestà, sembri più rammaricata per lei che per qualsiasi altra cosa," commenta mentre io cammino dietro di lui andando verso la mia vecchia casa.

"È perché ciò che è diventata è colpa mia. Mi dispiace così tanto per lei. E se fossi bloccata qui per pentirmi di ciò che le ho fatto, allora sarebbe giusto e dovrei smetterla di cercare di scappare alla mia punizione," rifletto e sento i passi di James fermarsi.

"Non dirlo, Paige. Non diventare una martire."

"Come vuoi," borbotto poi, sconfitta. Non riesco neanche a pensare di essere positiva o ad allontanare tutto il mio dolore, non ne ho l'energia. Riesco solo a vedere Diana piangere, e più passano i secondi più mi sento rammaricata per essere caduta così in basso da torturarla. Sono andata a casa sua con l'intenzione di causarle dolore, pensando a cosa avrebbe potuto darmi pace.

Unseen (traduzione italiana)Where stories live. Discover now