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La decisione è stata presa e forse stiamo sacrificando troppo, ma è ciò che abbiamo scelto, pensiamo di poterci convivere. Forse è da stupidi, forse ci stiamo solo comportando da adolescenti e non stiamo davvero guardando oltre e pianificando un futuro realistico e confortevole, ma in questo momento è ciò che sentiamo, ciò che vogliamo.

Domani potrebbero cambiare molte cose. Forse ho un tempo limitato, qualsiasi sia in numero di anni che avrei dovuto vivere, e una volta passato quel tempo dovrò passare oltre che lo voglia o no. Forse James incontrerà un'altra ragazza e si innamorerò di lei e vorrà avere una famiglia con lei. Forse starò con lui fino a quando morirà e poi lo seguirò in qualsiasi posto dovremo andare dopo, perché siamo destinati a stare insieme. C'è così tanta incertezza che non fa molta differenza cosa scegliamo alla fine, perché non sappiamo davvero le conseguenze di quelle decisioni. Ciò che importa ora è che abbiamo l'un l'altra e per una volta, non siamo soli.

James porta via un po' del mio dolore ogni giorno, e io gli faccio compagnia, a tal punto che un sorriso è la cosa più naturale da vedere sul suo viso. Io porto felicità e compagnia nella sua vita, lui porta amore e accettazione nella mia. È dunque sbagliato stare insieme se ci aiutiamo a vicenda così?

Ovviamente, ci sono molte difficoltà che arrivano con lo stare insieme, specialmente per lui. Io sono praticamente un'ancora a Street, una piccola città con poche possibilità. I suoi genitori non provvederanno per sempre a lui, ha bisogno di farsi una vita e un futuro, ma io limito le sue possibilità. Poiché sono legata al college, e lui sta con me, rimarrà attaccato a questa città.

"Paige!" James urla una mattina, correndo dentro la camera in cui sono io, ordinando il suo guardaroba. Ho imparato che mettere in ordine la sua collezione di felpe in modi differenti ogni tanto è un modo molto efficace per ammazzare il tempo e alleviare lo stress.

"Che succede?" Chiedo immediatamente, facendo cadere la felpa rossa nelle mie mani e girandomi per guardarlo con occhi spalancati.

"Ho un'idea," dice, un sorriso enorme sulle sue labbra e gli occhi pieni di eccitazione e aspettativa. "Stavo pensando e poi mi è venuto in mente e mi ha colpito!"

"Cosa?" Chiedo, perché non lo sto seguendo. Sta saltando parole per via dell'eccitazione.

Ma lui non risponde, mi prende il polso e mi trascina fuori dalla stanza e verso il salotto. Io lo seguo, confusa e un po' preoccupata, ma non dico niente. Non ci fermiamo fino a quando non raggiungiamo lo scaffale in cui tiene i suoi tanti film e libri, in cui ha anche messo la nuova urna con i resti delle mie ceneri. Da quando le abbiamo portate a casa è diventato più semplice per me rimanere e mi sento naturalmente attratta a questa casa quando le lezioni finiscono.

"Le tue ceneri!" Dice lui, come se io non le avessi già notate. Mi giro per fissarlo, lasciandogli vedere la mia preoccupazione perché sembra quasi che abbia perso la testa.

"Ti senti bene?" Chiedo ad alta voce, istintivamente, alzo la mano per toccargli la fronte, come per vedere se ha la febbre, anche se non ha senso. Io lo sento sempre caldo.

"Sì! Ma Paige, non capisci? Sei legata alle tue ceneri, e contrariamente a quando si viene seppelliti, tu puoi spostare le tue ceneri. Come da casa tua a qui. Hai sentito la differenza, giusto?" Annuisco. Penso di sapere dove voglia arrivare, ma non lo interrompo. "Ho pensato che forse puoi lasciare la città se portiamo le tue ceneri con te, o forse puoi andare un po' più lontano rispetto ai limiti della città. Cosa ne pensi?"

Rimango silenziosa, pensandoci su. Sembra un'opzione logica, e ha ragione, ho sentito la differenza di stare qui quando le ceneri erano ancora a casa, e poi le abbiamo portate con noi. Potrebbe non funzionare, ma vale la pena provarci.

Unseen (traduzione italiana)Where stories live. Discover now