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Le loro facce sono così chiare nella mia mente, e i loro nomi echeggiano nella mia mente. Gli stessi nomi con cui sono morta, li ripetevo ancora e ancora, sperando che ciò che avevo fatto arrivasse loro. L'hanno almeno visto? Gli è importato? Ne è almeno valsa la pena? Sono un fantasma ora ma loro erano meno umani di quanto lo sia io ora, quindi non mi sorprenderebbe se non gli fosse importato di cosa sia successo e avessero solo riso della mia debolezza.

Potrei aspettarmelo da quei... mostri.

Sono morta volendo che pagassero per ciò che avevano fatto. Volendo che si pentissero e che fossero dispiaciuti. Non c'è da chiedersi perché ora io sia bloccata come fantasma, questa è chiaramente la mia questione in sospeso. Se sono morta con quello in testa e senza aver portato a termine quel compito o averne visto l'esito, sono qui per completarlo. È l'unica cosa che ha senso nella mia testa.

"Paige, Paige smettila! Paige!" Urla qualcuno, ma la voce mi arriva a malapena. Sono troppo consumata dalla rabbia e dalle facce che mi hanno tormentata per così tanto tempo.

Un viso... una ragazza.

Mi ha tormentata per anni. Alle superiori e poi ci siamo incontrate di nuovo al college. Ho pensato... quando mi sono diplomata ho pensato che non avrei più rivisto nessuno di loro. Mi sono pentita di tutte le mie scelte nel momento in cui l'ho rivista. Lei si è fatta subito degli amici ma io ero sola, e lei ha trasformato i suoi amici nei suoi nuovi compagni contro di me. È lei che mi ha causato tutto questo. Che non mi ha mai dato tregua.

"Page, se non torni ti abbraccerò!" Urla di nuovo la voce, cercando di raggiungermi, e la mia mente reagisce a quella minaccia.

No... non ho paura di essere toccata, anche se dovrei esserlo. Le mani estranee mi hanno portato solo dolore, dovrei avere paura. Ma questa voce non mi influenza in questo modo, al contrario, non voglio ferire il proprietario di quella voce. E se mi toccasse... se mi toccasse, gli farei del male.

James!

Non posso lasciare che James mi tocchi.

Scuoto la testa e cerco di tornare al presente. Spingo in un lato della mia mente le facce che mi hanno tormentata e mi concentro sulla voce che mi sta chiamando.

"No," dico. "Non toccarmi."

"Oh grazie al cielo," dice. Ora riesco ad aprire gli occhi solo per vederlo inginocchiarsi di fronte a me, i suoi occhi carichi di preoccupazione e dolore. Guardo da tutte le parti ma non c'è nessun altro. "Hai spaventato tutti a morte. Richard è fuggito come un'anima inseguita dal diavolo in persona."

"Mi dispiace..." mormoro, pensando solo a quanto devo essere stata spaventosa per il povero tecnico. "Non riuscivo a... pensare."

"Lo so. Sto solo dicendo che non dovresti preoccuparti che qualcuno ci veda ora e anche se qualcuno ci vedesse, non m'importa con quali rumours potrebbero uscirsene. Ce ne sono già abbastanza, uno in più non farà la differenza," dice, e noto l'enorme sforzo che sta facendo per sembrare leggero e allegro. Ma i suoi occhi sembrano tutto tranne che felici, sembrano tormentati e come se stesse sopportando un'agonia enorme.

Voglio confortarlo e ignorare tutto ciò che sto sentendo... ma poi realizzo che si sente così per me.

"Sono stata io," gli dico. "L'ho fatto davvero. Ora mi ricordo e... è stato così orribile, James. L'ho fatto davvero, solo per fargliela pagare. Non mi sono suicidata per scappare dal dolore o altro, non l'ho fatto per codardia." Prendo un respiro profondo, tenendo il suo sguardo e facendo del mio meglio per non raggiungerlo e stringerlo, o tenermi a lui, non ne sono sicura. "L'ho fatto per fargli provare dolore. È stata la mia vendetta. Non ho pensato a nient'altro, alle conseguenze, ad essere dannata, l'ho solo fatto."

Unseen (traduzione italiana)Where stories live. Discover now