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Non sono sicura di come sia tornata all'appartamento di James. Se mi abbia trascinata o se io l'abbia seguito, non lo so. So solo che siamo qui quando James lo dice. È il momento in cui le mie ginocchia cedono e io finisco sul pavimento. Non posso piangere, non tremo neanche, mi limito a stare lì, paralizzata.

Mia madre si è sentita così per quindici anni? Ha vissuto così?

"Mamma," sussurro ancora una volta, il mio cuore si spezza al pensiero che non ci sia più, che non l'abbia potuta salvare. È tutta colpa mia, ora è morta perché non mi sono concentrata su ciò che era più importante.

Se... se fossi stata a casa invece di cercare Diana non sarebbe successo. E cosa ho ottenuto dall'averla spaventata? Non ho completato il mio affare in sospeso, non posso neanche andare con mamma in qualsiasi mondo si trovi ora. Se n'è andata, per sempre. E io sono ancora qui.

So che ha detto che non è stata colpa mia. Ricordo come mi abbia ringraziata per esserle stata accanto. Ma ciò non porta via tutta la colpevolezza, tutto il dolore per il fatto di aver perso mia madre. E vedo l'ironia nell'essere così quando una parte di me dovrebbe essere felice che mia madre potesse vedermi, che ora siamo la stessa cosa. Ma non, non è la stessa cosa. Io sono un'anima che è trattenuta per essersi suicidata prima che fosse tempo, mentre mia madre è un'anima che se n'è andata per riposare perché non ha fatto niente di male. Non posso nemmeno più vederla. L'ho persa nello stesso modo in cui una qualsiasi persona viva perde una persona amata. Lo stesso modo in cui lei mi ha persa quindici anni fa... con le mie stesse mani.

Mi copro il viso con le mani, sembra che io stia piangendo, ma non esce alcuna lacrima. Però sto singhiozzando, le mie spalle tremano e non riesco a respirare, mi lamento e lascio andare via tutti i miei sentimenti con ogni singhiozzo, anche se sono singhiozzi asciutti.

"Mamma, mi dispiace così tanto... mamma... insieme, dovremmo essere insieme."

Cosa posso fare? Come posso seguirla quando non è ancora arrivato il mio tempo? Mi ha dato delle risposte che nessun altro avrebbe potuto darmi, ma si sommano al dolore che mi sta bruciando l'anima.

"Ah, 'fanculo," sento James imprecare, sfondando la barriera del mio lutto e dandomi abbastanza tempo per alzare lo sguardo e vedere il momento in cui le sue mani si avvicinano per prendermi, le sue braccia si avvolgono intorno alla mia figura e mi spingono verso di lui.

Io mi congelo, la consapevolezza di cosa questo gli stia causando ora è la cosa più importante nella mia mente, come un allarme che scatta, dicendomi di occuparmi prima di questo.

"No, non farlo. No!" Protesto, cercando di scappare ma la sua presa è d'acciaio.

"No, lascia che io lo faccia... lascia che io lo faccia per te. Lascia che ti aiuti in qualche modo," dice lui, la sua voce tesa perché è chiaro che stia serrando la mascella. "Non sentire tutto da sola, Paige. Sono qui con te. Condividi il tuo dolore e non forzarmi a guardarti e basta. Non posso farlo. Lascia che almeno pianga le lacrime che tu non puoi piangere."

Smetto di lottare, non sapendo cosa fare. Voglio risparmiargli questo perché ferirlo è la cosa peggiore che io possa fare, ma ho così bisogno di lui. Qualcuno che mi abbracci perché sono a pezzi e ho paura che scomparirò se non avrò le sue braccia intorno a me.

"Ti stai facendo male," protesto.

"Posso sopportarlo... per te," risponde lui testardamente, nascondendo il viso nei miei capelli, la sua bocca vicino al mio orecchio, le sue parole sussurrate. "Lasciarti sola ora mi farebbe più male."

Mi arrendo. Non riesco più a combattere, quindi avvolgo le mie braccia intorno al suo collo, aggrappandomi a lui per sopravvivere e lasciando che mi tenga tutta intera. Continuo a singhiozzare tra le sue braccia ma le lacrime escono dai suoi occhi. Sta provando lo stesso dolore che sto provando io, stiamo condividendo la mia agonia e anche se è doloroso, non mi sento sola.

Unseen (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora