Capitolo 9.

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"Amori mediocri sopravvivono.
Amori grande vengono distrutti dalla loro stessa intensità."
-Oscar Wilde.

Due anni, nessuna sua notizia.
Corri pure, scappa senza mai fermarti, puoi farlo quanto vuoi, il passato sarà sempre dietro le quinte, aspettando solo di entrare in scena.
"Mettiamo in scena questo atto, allora." Sussurrai tra me e me.
Non era previsto niente di tutto quello che stava accendendo.
La mia vita sembrava aver preso ancora un'altra svolta.
Non era previsto che io incontrassi ancora Harry, tanto meno era previsto anche solo che io e lui ci parlassimo, immaginiamoci andare a pranzo insieme.
C'eravamo lasciati, avevamo sofferto senza alcun dubbio, non c'eravamo più rivisti.
E adesso ci ritrovavamo a camminare l'uno affianco all'altro, ma senza la possibilità di poterci toccare.
Non nego che stargli accanto in quel modo fosse una totale tortura, non ero abituata a questa nostra distanza, anche se a dirla tutta, non ero proprio più abituata alla sua presenza.
Avevo costruito a poco a poco questo mio nuovo modo di sopravvivere e mi andava bene così, mi accontentavo. Non era poi così male, anzi: avevo mio padre, Lucas, che era il mio fidanzato, frequentavo l'ultimo anno d'università della facoltà che più adoravo, avevo una casa e il piccolo paesino in cui vivevo era abbastanza accogliente da farmi sentire sin dal primo momento a casa.
Eppure, di tutto questo avrei anche fatto a meno, se mi avessero permesso di stare ancora con Harry.
Lui era tutto ciò che io avevo sempre voluto, solo lui.
Ma a volte le cose non vanno come ti aspettavi ed io per me ed Harry mi aspettavo un futuro grandioso. Quando stavamo insieme, a volte, mentre lo guardavo fare anche le cose più semplici e banali come ordinare una pizza a domicilio, o stare seduto sul divano a guardare e a ridere per uno stupido film, mi immaginavo come sarebbe stato il nostro futuro. Mi immaginavo io e lui seduti a tavola, nella nostra cucina a mangiare una pizza semplicemente perché a me non andava di cucinare e lui era una frana totale. Mi immaginavo io e lui abbracciati sul nostro divano, a guardare un film in tarda sera, per riposare perché lui stanco da lavoro ed io con un pancione da accudire e due bocche da sfamare. Mi immaginavo lui tornare a casa e nostra figlia, o nostro figlio, corrergli in braccio, mentre io preparavo la cena. Mi immaginavo la felicità.
Ma immaginavo male. Nemmeno le felicità è rimasta per noi. Tutto è andato perso per paura.
Ero così sicura che il nostro amore fosse così grande, così vero, così puro. Facevamo invidia a chiunque.
Eppure, oserei dire, che è stato il nostro stesso amore, il suo potere, a distruggerci.
Forse il nostro unico peccato, oltre ad essere stati felici, è stato quello di esserci amati troppo.
Ma allora io sono condannata, perché ho continuato a peccare, perché io ho continuato ad amarti.
E sono felice di marcire tra le fiamme dell'inferno nonostante io, da questo amore malato, non tragga assolutamente vantaggio. Non più.

Camminai in silenzio, accanto all'uomo, un tempo, mio.
La tensione era forte, l'elettricità tra le nostre mani che di tanto in tanto si sfioravano, così come le nostre spalle. Forse avrei dovuto stargli lontana, ma era più forte di me.
E avrei dovuto forse fare tante cose, il problema stava nel fatto che non facevo davvero nessuna di queste.
Stare lontana dal mio ex ragazzo, da colui che infondo sapevo d'amare ancora, quando a a casa avevo chi mi aspettava e mi amava era inconcepibile, era una di queste.

Scusa tesoro, ma ho avuto un contrattempo. Continua pure il tuo lavoro, torno a casa più tardi con un taxi, promesso. xx

Avevo scritto a Lucas.
Bugia.
Ma stranamente non mi sentii in colpa.
In quello sbaglio che stavo facendo, trovavo il giusto.
Harry camminava con il capo rivolto verso il basso, mentre di tanto in tanto calciava qualche sassolino sulla strada con i suoi stivaletti consumati.
Solo allora mi accorsi del suo vestiario, decisamente diverso dal suo stile di un tempo.
L'Harry che era stato con me indossava converse bianche consumate e pantaloni più o meno larghi. Mentre questo Harry indossava un paio di stivaletti color miele consumati sulle punte, ed un paio di jeans decisamente aderenti. Oltre questo indossava una camicia con i bottoni aperti fino al centro del petto ed una giaccone color miele sulle spalle. Niente da obbiettare ovviamente, considerando che il tutto era un ottimo abbinamento con il suo corpo, così assolutamente perfetto.
I jeans mettevano in risalto le sue gambe lunghe e magre, mentre la camicia lasciava intravedere il suo petto e i tatuaggi su questo.
Quei tatuaggi che gli avevo segretamente confessato d'amare mentre facevamo l'amore, tanto tempo fa.
Inoltre non portava i capelli sciolti, che le volte precedenti avevo notato fossero più lunghi, ma li teneva raccolti in una sorta di coda. Qualcosa di estremamente attraente, senza alcun dubbio.
Sentii qualcosa scuotersi all'interno del mio stomaco e il volto riscaldarsi, quando mentre lo guardavo, un ricordo mi lampeggiò davanti gli occhi, alla vista delle sue braccia sempre e ancora robuste anche attraverso la camicia.

Macchiati di nero [HS]Where stories live. Discover now