Capitolo 36.

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"The choices we make change the path that we take,
but I know that somewhere out there,
there's a path that we chose,
there's a life that we share,
there's a love and it grows."
- Golden, Zayn.

Un braccio di Harry avvolto attorno alla mia vita, la mia mano sulla sua spalla e le nostre mani legate; ondeggiavamo lentamente sulla pista da ballo, con le fronti appoggiate l'una sull'altra, i respiri caldi e leggeri, le labbra gonfie dai mille e cento baci che in quella sera c'eravamo scambiati.
Mi stringeva mentre danzavo con lui, mi cullava mentre ondeggiavamo insieme, di tanto in tanto, mi baciava mentre il mio cuore batteva all'unisono con il suo.
Non mi ero mai sentita in questo modo.
Credevo di aver provato ogni genere di sensazione con Harry, dalla gioia, alla tristezza, al dolore, all'amore senza paragoni.
Ma quella era una sensazione diversa da tutte le altre; mi sentivo come se ormai nulla più potesse ferirmi, sentivo il mio cuore leggero, avrei potuto volare; la mia mente, dopo anni, stava finalmente tacendo e quel silenzio, quel silenzio che in quegli anni mi era tanto mancato, era tornato.
Stretta al corpo di Harry, il mondo non aveva più senso.
Harry ispirò, stendendo la mano sulla mia schiena ed avvicinando ancora il mio corpo al suo, poggiò le labbra sulla mia spalla scoperta. Mi tremarono le gambe, quando vi lasciò un bacio.
Mi appoggiai al suo petto, godendo a pieno quel momento.
Da quando ci eravamo rivisti non c'eravamo ancora raccontati nulla, o detto altro; ci eravamo scambiati tanti di quei baci, da non lasciarci nemmeno il tempo di respirare, come se in un modo stessimo cercando di recuperare ogni istante di quel tempo lontani, e non solo quei sette giorni, ma anche il resto di quei due anni.
Ma comunque non mi pesava, il fatto che non ci fossimo ancora detti nulla di ciò che avevamo pensato o passato in quella settimana.
Era chiaro, evidente come mai, che qualunque fosse stato l'esito di quel nostro distacco e di quel mio bisogno di tempo, era assolutamente qualcosa di positivo.
Dai nostri baci, dal nostro bisogno di stare così vicini, si evidenziava già quanto l'uno senza l'altro non potessimo più stare, quanto desiderio di passare una vita l'uno accanto all'altro avessimo.
Per questa ragione nessuno dei due faceva fretta per parlare; preferivamo entrambi continuare a godere ogni istante di quei momenti.
Louis e Margaret erano seduti al loro tavolo, mentre lui le accarezzava dolcemente il ventre e con un braccio le avvolgeva le spalle, lei gli sorrideva con mille sogni dentro gli occhi.
Che anche un ceco avrebbe visto quanto amore si celava sotto ogni loro gesto.
Rose e Zayn erano fermi sulla pedana che portava alla spiaggia, lui le teneva una mano sul fianco, l'altra poggiata sul volto della sua amata, lei teneva entrambe le mani sul petto del moro. Si parlavano, di tanto in tanto si sorridevano.
Anche un sordo avrebbe sentito quanto amore si celava tra le loro parole.
Chiunque, che fosse stato un sordo, che fosse stato un cieco, avrebbe visto, avrebbe sentito.
Perché è l'amore e questo supera ogni ostacolo, ogni freno, ogni dolore.
Ed io lo capivo solo adesso, tra le braccia di Harry, aggrappata al suo corpo, aggrappata alla sua vita.
Alzai il volto, rivolgendo gli occhi a quello di Harry. Mi lasciò un bacio sulla punta del naso, sorridendomi.
"Sei bellissima." Disse.
Sorrisi, imbarazzata, nascondendo il volto sul suo collo e mormorando un no come risposta.
Harry ridacchiò, spingendo la guancia contro la mia, prima di sollevarmi e far volteggiare entrambi.
Risi, stringendo il suo braccio con la mano.
E quanto amavo poter ridere in quel modo insieme a lui; il senso di leggerezza sul mio cuore era sempre più evidente.
Mi mise giù, sorridendomi.
"Ti va di andare a fare un giro?" Domandò, "stiamo un po' da soli."
Annuii, desiderosa anch'io di restare io e lui soltanto, i nostri cuori ed i nostri respiri in mezzo al silenzio.
Harry mi rivolse un piccolo sorriso, prima di correre da Louis e dire loro del nostro allontanamento, poi tornò da me, incrociando le nostre dita.
"Gli ho detto di non cercarci."
Scoppiai a ridere, aggrappandomi al suo braccio. Harry rise lievemente, camminando verso la pedana che portava alla spiaggia.
Sapevo lui avesse tanta voglia quanta ne avessi io di stare un po' da soli; niente più musica, niente più così tante persone che parlano tra di loro, niente più tutto il resto; soltanto noi.
Camminammo lentamente, percorrendo l'intera pedana, mano nella mano ed in silenzio. Di tanto in tanto, mi rivolgeva qualche occhiata, io gli sorridevo, lui arrossiva.
Eravamo così timidi, così innamorati.
Sciolsi il gancio dei miei tacchi, tenendoli tra le mani mentre sprofondavo i piedi nella sabbia e sospiravo contenta.
Il mare era forse un sedativo per i miei nervi, per i miei muscoli, per la mia mente, quasi quanto lo erano le carezze e le parole di Harry.
Appoggiai le scarpe sulla pedana, Harry fece lo stesso, poi mi afferrò la mano ed insieme attraversammo la spiaggia, fino a raggiungere la riva.
Sussultai quando l'acqua bagnò i miei piedi; il mare era freddo, poco agitato, e l'acqua gelata ci sfiorava la pelle.
Harry sospirò, lasciando la mia mano, ma soltanto per avvolgere il mio corpo con le sue braccia e baciarmi la tempia.
In silenzio mi gustai quel momento: il mare, il corpo caldo di Harry a stringere il mio, le sue mani sulla mia pelle ed i suoi baci delicati, caldi, pacati sulla mia guancia, sulla mia spalla, sul mio collo.
E non c'è mondo che vorrei sostituire, vita che vorrei cambiare, se in questo esisti tu, se in questa ci sei tu.
Harry si allontanò dal mio corpo, ma soltanto per sedersi sulla sabbia; con la mano mi fece cenno di seguirlo, ma io scossi la testa, aggrottando la fronte.
"Mi sporco il vestito."
Allora Harry distese le gambe, rivolgendomi un tenero sorriso; batté le mani sulle sue cosce.
"Vieni qui."
Ed io sorrisi, come una bambina, mi sedetti sulle sue gambe, lasciandomi avvolgere dalle sue braccia.
E non c'è mani da sentire sul mio corpo che vorrei cambiare, abbracci come rifugio che vorrei lasciare, se queste sono le tue, se questi sono i tuoi.
Ridacchiai quando Harry fregò il naso sulla mia guancia, chiamandomi la sua bimba, sorridendomi, abbracciandomi.
Harry, infine, appoggiò il mento sulla mia spalla, sospirando.
"Non penso di essermi mai sentito tanto bene." Sussurrò.
Sorrisi, stringendo le mani sulle sue braccia.
Non esiste ragione per cui io voglia lasciarti andare, né questa notte, né per il resto della nostra vita.

Macchiati di nero [HS]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora