Capitolo 34.

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"Quando hai un segreto che ti costringe a fuggire.
Quando il tuo passato entra con violenza nel presente. Quando tutto sembra perduto...
l'unico posto dove puoi andare è l'amore."
-Vicino a te non ho paura, Nicholas Sparks.

Londra era così bella, che mi lasciava senza fiato.
Avevo dimenticato quanto fosse magnifica.
Soprattutto adesso che conteneva tanti di quei ricordi, che nascondeva tanti di quegli istanti, acquistava ancora più fascino.
Le strade affollate, i grandi autobus, il Big Ben, la meraviglia del London Eye, i tanti musei, le tante persone, la possibilità di fuggire ovunque tu voglia.
Londra ed Harry erano una combinazione perfetta; quando la nostra storia finì, persi anche ogni ragione per restare a vivere e ad apprezzare quella città, che ovunque io andassi, mi ricordava un attimo del nostro amore.
Erano due giorni che dormivo sul letto di un hotel e svegliandomi trovavo il cielo di colori tenui, che segnavano l'inizio di un nuovo giorno.
Harry mi mancava e ogni mattina mi svegliavo cercandolo tra le lenzuola, guidata dall'abitudine di averlo al mio fianco, di svegliarmi con lui, o di addormentarmi con lui, sempre.
Non nego la piccola delusione nel non trovare il suo corpo caldo accanto al mio al mattino, o la sera, pronto a riscaldarmi dal gelo di quella città, ma ero comunque ancora convinta del bene che potesse farci quella lontananza.
Mio padre non aveva mai mancato nel chiamarmi, preoccupato di quello che sarebbe potuto succedermi. Ma ad ogni modo non mi azzardavo ad uscire mai in tarda serata, dopo tutto, Londra era una grande città ed io avevo avuto già abbastanza esperienze per aver paura ed uscire da sola.
Certe cose, purtroppo, ti segnano e non ti lasceranno mai.
Aprii gli occhi, anche quella mattina, accompagnata dall'alba più bella che avessi mai visto.
Mi mossi tra le coperte, finendo per stringere un cuscino al petto.
Era ormai un'abitudine stringere qualcosa al mattino, che fino a pochi giorni prima era il corpo di Harry.
Mi ritrovai a pensarlo, a chiedermi cosa stesse facendo, se anche lui percepisse questo distacco e questo bisogno di contatto tanto quanto lo sentissi io.
Ma la risposta non tardò ad arrivare.

Comunque il letto resta freddo da morire senza di te.
Mi manchi.
-Hx

Sorrisi, mentre con gli occhi ancora socchiusi, rispondevo al suo messaggio.

Mi manchi anche tu.
-Jx

Erano soltanto le sei del mattino a Londra, in California erano circa le dieci di sera, ma sorrisi ancora di più quando istanti dopo mi scrisse un altro messaggio ricordandomi il suo amore, ed io mi resi conto di come non importasse dove fossimo, qualsiasi fosse il fuso orario, con chiunque fossimo, o quanto tempo distanti passassimo: entrambi avremo sempre rivolto parte dei nostri pensieri l'uno all'altro.
Sorrisi perché nonostante così tanta strada a separarci, le nostre menti e le nostre sensazioni, così come i nostri cuori, era come se restassero comunque ed inevitabilmente sincronizzati.
Mi rigirai tra le lenzuola, mugolando e pensando agli occhi del ragazzo che tanto mi aveva fatta innamorare, ai suoi baci, alle sue coccole.
Eppure vorrei tu fossi qui, questa città sarebbe ancora più bella.

L'aria era fredda, l'inverno a Londra era sempre stato gelido.
Ricordavo bene le notti passate davanti il camino, insieme ad Harry, a baciarci e a riscaldarci, magari dopo aver fatto l'amore ed esserci fatti milioni di promesse, mentre fuori il vento soffiava e la neve cadeva.
Ricordavo bene i giorni passati tra le calde coperte del suo appartamento privo di riscaldamenti, mentre seduti sul divano lui carezzava i miei capelli ed io sorridevo girandomi per abbracciarlo.
Non temevo il freddo, non temevo la poggia, non temevo la paura, in quei giorni ed in quei momenti, non ancora.
Era tardo pomeriggio, le persone facevano avanti ed indietro tra le strade di quella città, ma io in mente avevo solo un posto d'andare a trovare.
Le mie mani, coperte all'interno delle tasche del mio giubbotto, secche a causa del freddo; le mie labbra nascoste tra la sciarpa che portavo al collo.
Il mare d'inverno ero lo spettacolo che più amavo guardare, più di Londra, più di tutti i tramonti, o di tutte le albe; ma non più di Harry.
Lui, i suoi occhi, le sue mani, il suo volto, il suo corpo, restavano comunque la meraviglia più bella i quali i miei occhi avessero avuto l'onore d'ammirare, d'amare.
La sabbia fredda, il mare mosso e ghiacciato che s'infrangeva sulla riva, che si scontrava sugli scogli.
Era tutto così bello, così quieto, così calmo.
Non c'era nessuno ed io seduta sulla sabbia guardavo come il mare sfogava la sua rabbia, in silenzio, quel silenzio che tanto amavo.
Quel posto, inoltre, era uno dei tanti in cui io ed Harry avevamo vissuto uno dei nostri più bei ricordi.
Appoggiai il mento sulle ginocchia, mentre il vento scuoteva i miei capelli ed io ricordavo quanto avessi amato Harry, sin dal primo istante, senza rendermene conto.

Macchiati di nero [HS]Where stories live. Discover now