Capitolo 37.

2.2K 122 7
                                    

"Ma mentre tutto cambia,
tu non cambiare mai;
mentre tutto corre intorno a noi,
rimani dove sei,
rimani come sei."
-Non cambiare mai, Annalisa.

In questo mondo, ci sono io, ci sei tu, ci siamo noi.
Il sole splendeva, il cielo sereno.
Io ed Harry eravamo tornati in America da soli due giorni. Louis e Margaret avevano avuto un bambino bellissimo, George l'avevano chiamato; aveva i capelli biondi, e gli occhi così grandi, le labbra della madre, il naso del padre. Era una creatura tranquilla, meravigliosa.
E Louis era così felice, Harry quasi quanto lui.
Io ero quasi scoppiata a piangere nello stesso istante in cui Louis permise ad Harry di prendere in braccio quel dolce bambino; la sua immagine riflessa nella mia mente, la voglia matta di avere una vita intera con lui, una famiglia, un futuro, sotto ogni mio strato di pelle.
E più passavano i secondi, più mi convincevo di quanto amassi quest'uomo, di quanto volessi e desiderassi questo futuro al suo fianco.
Mio padre, con mia grande sorpresa, si era scusato con Harry e quest'ultimo aveva annuito e cercato il mio sguardo con conforto.
Non c'erano stati abbracci, né tanto meno pacche sulle spalle; solo una stretta di mano e poche ed essenziali parole.
Ma andava bene comunque.
Era un nuovo inizio.
Adesso eravamo distesi sul divano del suo appartamento: Harry con la guancia appoggiata al mio petto, una mano sul mio ventre e le gambe intrecciate alle mie. Io giocavo con i suoi ricci, incastrandovi le mie dita; sorridevo di tanto in tanto quando Harry mugolava e lasciava un bacio sul mio petto scoperto.
Entrambi coperti soltanto da un sottile lenzuolo, dopo aver fatto l'amore; i nostri corpi nudi a toccarsi, le sue mani fredde a sfiorarmi.
Era stato bellissimo, legarsi per l'ennesima volta con lui.
Non nego che, durante i nostri sette giorni distanti, fare l'amore con lui era stato un desiderio tanto ardente da tenermi sveglia un paio di notti.
Quelle volte lo chiamavo e piano gli confessavo i miei desideri, lui rideva e mi ricordava che m'amava, prima di distrarmi con mille e dolci parole.
Ma d'altronde Harry, con il suo corpo perfetto, era sempre stato un mio punto debole.
Era un'attrazione reciproca, entrambi desideravamo il corpo dell'altro con la stessa intensità.
E fare l'amore con lui era sempre molto dolce, assolutamente romantico e tranquillo. Ogni cosa era perfetta, lui lo era, il piacere, le mille sensazioni, il nostro legame lo era.
Harry si mosse piano sul divano, stiracchiando le gambe ed alzando il capo.
"Dio mio, sei un sedativo." Sussurrò, allungando il volto verso il mio.
Posai le mie labbra sulle sue, in un innocuo bacio a stampo.
Un sorriso sul suo viso.
Le nostre fronti premute, i miei occhi chiusi, mi morsi il labbro inferiore e con la mano percorsi la sua schiena nuda.
Sentivo il suo respiro leggero infrangersi sulle mie guance, il suo profumo indugiare sulla mia pelle.
Profumavo così tanto di lui, da sentirmi in paradiso.
Lui era il paradiso, lui ed il suo corpo, la sua voce, il suo sorriso.
Appoggiai la testa sulla spalla di Harry, lui mi strinse le spalle con un braccio.
Questa volta era lui a cullarmi.
"Che poi, tuo padre, quando ci siamo conosciuti, ti ha fatto tanto la ramanzina sui miei desideri da ventenne arrapato ed in realtà, sei tu quella insaziabile." Ridacchiò.
Mi morsi le labbra, nascondendo un sorriso.
Pizzicai la sua pelle con le dita, lui guaì ed io allora, scoppiai a ridere.
Avvolsi le dita attorno ai suoi polsi, spostandomi a cavalcioni sul suo bacino, Harry mi guardò curioso.
"Sei un idiota."
Come una bambina, uscii la lingua, arricciando il naso; lui mi sorrise.
Lasciai le sue mani adagiarsi sui miei fianchi, carezzarli delicatamente, per poi spostarsi sulla mia schiena; mi gustai a pieno ognuna di quelle carezze.
Giocai con le dita, tracciando il contorno di ogni tatuaggio sul suo petto.
"E sei pure bello, bello da morire." Mormorai, continuando a tenere lo sguardo sui suoi tatuaggi, "con il tuo sorriso che, Dio mio, forse non te ne rendi conto, ma mandi a fanculo ogni mio pensiero razionale. Per non parlare di quello sguardo che fai; ogni ragazza cade ai tuoi piedi ogni santa volta. Tu non hai idea di quante occhiatacce mando per proteggere ciò che è mio. Perché tu sei mio e tutte le altre possono-"
Le mie parole furono interrotte dalle sue labbra poggiate sulle mie.
Le sue mani strette al mio volto, le nostre labbra premute insieme.
"Parli troppo, ragazza." Mormorò.
L'istante dopo le nostre bocche sempre più unite, i nostri baci sempre più caldi.
Non c'era verso, non c'era modo, non esisteva, per allontanarci.
Io ed Harry, in un modo, o in un altro, ci saremo sempre amati.
Sorrisi così felice, quando le nostre labbra si allontanarono.
Con le dita allontanai i ricci dalla sua fronte, sparpagliandoli sul divano.
I suoi capelli diventavano sempre più lunghi e per questa ragione spesso legava i capelli, o portava fasce per reggerli sulla fronte.
Amavo quando portava i capelli legati, il suo viso era più esposto, i suoi lineamenti perfettamente visibili. Harry era indubbiamente molto virile ed il suo volto era assolutamente perfetto.
Ma quando teneva i capelli così sciolti, lunghi e ricci, era adorabile e bello in un modo disumano.
Baciai la sua guancia, Harry accennò un piccolo sorriso.
Ricambiai quel sorriso, calando il capo per lasciare l'ennesimo bacio sulla sua pelle.
Amavo baciarlo in quel modo, dolcemente; amavo baciarlo in qualsiasi modo.
"Bimba, mi prepari la torta al cioccolato? Quella che sai fare tanto bene?" Domandò, sbattendo le ciglia.
Ridacchiai, scuotendo il capo in disapprovazione, lui sfregò le labbra sul mio collo, avvolgendo le braccia attorno le mie spalle.
"Per favore." Piagnucolò al mio orecchio.
Poggiai le mani sulle sue spalle, cercando invano di mettere distanza tra i nostri corpi, ma la presa sulle mie spalle si intensificò ed io scoppiai a ridere quando aggiunse un morso sul mio collo.
"Lo sai che ti amo tanto." Mormorò.
"Ruffiano." Borbottai.
Harry scosse la testa, baciandomi sulla guancia.
Continuò a riempire il mio volto di baci, il mio corpo di carezze, le sue labbra calde e soffici, le sue mani delicate e morbide. La mia pelle era orma intrisa della sua essenza, il nostro profumo nell'aria.
Harry era sempre stato molto dolce, tanto premuroso, spesso sapeva essere anche un inguaribile romantico, nonostante lui non l'ammettesse.
Adorava, quasi tanto quanto me, le mille coccole dopo una notte d'amore, i tanti baci ad ogni sorriso.
Segretamente amava gli abbracci, quelli lunghi, quelli stretti; tutte quelle parole sussurrate, di nascosto, lontano da occhi ed orecchie indiscreti; tutti quegli sguardi, da lontano, da vicino.
In questa terra ci siamo noi, che ci baciamo, che ci abbracciamo e quanti "ti amo" che sussurriamo.
Adesso ci sono io, adesso ci sei tu, per sempre ci siamo noi.
E non voglio fuggire, non lo voglio fare, ma tienimi per mano e non lasciarmi andare.
Accettai di fare la sua torta preferita, quando capovolse i nostri corpi, facendo pressione sul mio e mordendo violentemente la mia pelle.
"Harry!" Strillai, quando lasciò l'ennesimo morso sul mio collo.
L'istante dopo stavamo ridendo entrambi come due perfetti bambini.
Voglio scherzare con te, per sentirti ridere a crepapelle; quando sbatti le mani e ti pieghi in avanti, perché stai ridendo come un bambino, e solo tu lo fai. Solo tu dopo mi baci e mi dici che mi ami, solo tu dopo mi stringi e mi dici che sono tua. Solo tu sei e solo tu vorrei che fossi.
Si allontanò dal mio corpo, sedendosi sul divano con un sorriso sul suo volto.
Io rimasi ancora, per pochi minuti, distesa, con il lenzuolo a coprire parte del mio corpo, il resto della mia pelle scoperta ai suoi occhi; lo guardai, mentre cercava qualcosa da indossare, "io e te ancora" inciso sulla sua pelle. Non aveva altri tatuaggi sulla schiena, quello era l'unico su quella parte di pelle; eppure era ricoperto di inchiostro su ogni altra parte.
Prima di tornare in America, a Londra, si era fatto tatuare una tigre sulla gamba; non aveva un significato ben preciso quel tatuaggio, ma a lui piaceva ed io l'avevo sempre assecondato.
Si coprì con un paio di pantaloncini e legò i capelli con un elastico che portava al polso; girò il viso verso di me e mi sorrise.
Tenevo un braccio disteso verso l'alto, il volto inclinato e poggiato sul dorso della mia mano, le gambe piegate e lo sguardo rivolto a lui.
"Quanto sei bella." Mormorò.
Si mosse lentamente, portando una mano al lato del mio corpo, con l'altra mano sfilò lentamente via dal mio corpo il lenzuolo.
Completamente scoperta davanti ai suoi occhi, ma nessun imbarazzo.
Amavo sentire il suo sguardo ardere sul mio corpo, amavo il modo in cui mi guardava; aveva quel modo così intenso di osservarmi, mi faceva sentire sempre tanto apprezzata, tanto amata, tanto bella. Nessuna insicurezza si insediava nella mia mente, quando i suoi occhi si posavano sul mio corpo.
Sorrisi, chiudendo gli occhi e beandomi dei piccoli baci che lasciò sul mio petto.
La collana fredda che portava al collo sfregava sulla pelle del mio ventre, io trattenni un respiro quando baciò un lembo vicino il mio ombelico.
"Mi fai venire voglia di fare l'amore con te ancora." Sussurrò al mio orecchio.
Io sorrisi ancora quando dalle sue labbra uscirono le ennesime parole sussurrate.
"Sei una dea."
Avvolsi braccia e gambe attorno al suo corpo, lui mi sollevò, portando le mani sulle mie cosce per tenermi stretta.
"Portami a fare il bagno." Ridacchiai.
Harry sorrise ed annuì.
In poco tempo il mio corpo nudo fu delicatamente adagiato dentro la vasca del suo bagno; Harry lasciò scorrere l'acqua calda all'interno, io lo guardai sfilarsi i pantaloncini, appoggiando la testa sul bordo della vasca. Pochi minuti dopo stava stringendo il mio corpo da dietro; entrambi a goderci in silenzio quel momento, quella pace, quella bellissima e perfetta sensazione dei nostri corpi vicini e a contatto, circondati dall'acqua bollente.
"Ho una commissione da fare, tu intanto inizi a preparare la torta?"
Giocai con le sue dita, toccando gli anelli che portava.
"Va bene. Dove vai?" Domandai, soltanto curiosa.
"In azienda, è solo per una questione di lavoro, non ci metterò molto." Rispose vago.
"Mh." Mormorai, appoggiando la testa sulla sua spalla.

Macchiati di nero [HS]Where stories live. Discover now