Il perchè.

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Una volta fuori al Mystic Grill mi resi conto che non era minimamente cambiato dall'ultima volta in cui ci avevo messo piede.
Fui travolta da una leggera malinconia e Jeremy mi vide pensierosa.
"Hey, tutto okay?"
"Sì, sto bene"
"È normale, sono più di sei mesi che sei via.
Sembra già passata una vita.
È dal..."
"Sì, dal funerale di mamma e papà che non torno in questa città.
Lo so"
Dopo la mia risposta Jeremy mi diede un colpetto sulla spalla e mi mise la mano attorno al collo.
"Andiamo" disse sorridendomi.
Io e lui avevamo sempre avuto un buon rapporto, fin da piccoli eravamo sempre stati molto uniti.
Era il mio fratellino e avevo sempre sentito il bisogno di proteggerlo.
Ero la sorella maggiore quindi era mio compito tenerli al sicuro, badare a loro ed invece...
Invece proprio per non averlo fatto Elena mi odiava a morte.
Anche io e lei eravamo sempre state unite, anzi più che unite.
Eravamo una sola cosa, se lei stava male io stavo male, se lei piangeva io piangevo, se lei rideva io ridevo, insomma oltre ad essere sorelle eravamo amiche.
Adesso lei mi odiava e io non potevo biasimarla.
Ero sparita, letteralmente scomparsa.
Dopo la morte dei nostri genitori ero andata via dalla città lasciando a zia Jenna l'ardua impresa di crescere due adolescenti orfani.
Le avevo lasciato un incarico impossibile.
L'avevo lasciata sola ad affrontare tutto.
In realtà forse ero io quella che doveva affrontare la verità.
Avevo lasciato che lei ed Elena gestissero sole un tossicodipendente che si rifiutava di ascoltare, le avevo abbandonate in una casa piena di ricordi, a portare avanti una famiglia che crollava a pezzi ma sopratutto avevo lasciato mia sorella ad affrontare un immenso dolore.
Lei più di Jeremy era distrutta.
Si sentiva in colpa per la morte dei nostri genitori.
Elena era in auto il giorno dell'incidente perché per un suo capriccio i nostri genitori erano andati a prenderla.
L'unica superstite di quella catastrofe era stata lei e da quel giorno quel pensiero la tormentava.
Era il suo più grande rimorso perché si sentiva in colpa, in colpa per una cosa che non aveva fatto e che non avrebbe potuto evitare.
Erano semplicemente al posto sbagliato nel momento sbagliato ma lei non si dava pace.
Quando entrammo al Grill sembrava fosse veramente passata una vita.
"Hey ragazzi!" un ragazzo biondo con la divisa da cameriere venne a salutare Jeremy e Elena.
"Cosa ci fate qui?"
"Matt Donovan" dissi facendomi avanti.
"No!
Non ci credo!
Alice, Alice sei proprio tu!"
Matt mi abbracciò.
"Quanto tempo è passato ragazza!" aggiunse.
"A quanto pare non abbastanza dato che ti diverti a fare la corte alle ragazze sbagliate" commentai ridendo.
Lui guardò Jeremy.
"Sì amico, non chiedermi niente.
A quanto pare sa già tutto"
"Cosa vi posso portare ragazzi?"
"Tre birre" disse Jeremy.
"Perfetto...ed offre la casa"
"Matt non..."
"Senza 《ma》!
Offre la casa per festeggiare il ritorno di questa vecchia amica"
"Grazie Matt"
"Torno subito nel frattempo accomodatevi" disse invitandoci a sedere al bancone.
"Allora..."
*squilla il telefono*
"Rispondi pure Elena, non preoccuparti"
*Elena risponde*
"Caroline, avrei dovuto chiamarti scusami ma mi sono completamente dimenticata.
Come? Stai venendo al Mystic?
Caroline..."
"Ha riattaccato sta arrivando, è qui fuori"
"Elena..."
"Credevi di scaricarmi così?
Senza nemmeno avvisarmi?
Beh, ti sbagliavi di grosso.
E adesso non provare a chiedermi scusa" si annunciò Caroline arrivata di corsa al bancone..
"Nemmeno se la scusa sono io?" dissi ironicamente alzando la mano.
"Oh Mio Dio!
Sei proprio tu!
Ahhhh" urlò lei abbracciandomi.
"La mia Forbes preferita" risposi.
"Cosa ci fai da queste parti?" mi chiese sbalordita.
"Non ci credi se ti dico che mi mancavate?"
"Certo che non ti credo, c'è qualche altro motivo" disse lei incrociando le braccia.
"E se ti dicessi che voglio conoscere il tuo corteggiatore Originale?"
Caroline cambiò improvvisamente espressione.
Nel frattempo Matt ci raggiunse con la nostra ordinazione e lei iniziò a guardarlo con aria interrogativa.
"Non guardare me, mi dicono che sa già tutto" precisò lui.
"Infatti come riporta Matt so tutto o almeno il necessario.
Quindi vi prego di ascoltare la mia storia"
"Siamo pronti" disse Caroline afferrando la birra e versandola nel mio bicchiere.
"Elena, Jeremy, dopo la morte di mamma e papà io..."
"Cosa centrano mamma e papà?" chiese Elena appoggiando bruscamente il bicchiere sul bancone.
"Elena falla finita.
Okay?" la riprese Jeremy afferrandole la mano.
Matt e Caroline si guardarono con aria tesa, sapevano che Elena non amava l'argomento.
"Dopo la loro morte ho cercato di lasciarmi tutto alle spalle, sono partita per stare via qualche giorno poi invece sono stata via molto più tempo" dissi bevendo un sorso di birra.
"Lo sappiamo" disse Elena.
"Elena!" gli urlò Jeremy.
"No Jeremy, non starò qui a sentirle dire cose che sono ovvie!" ribatté lei.
"Ma non sono stata dove credevate che io fossi..."
"Non capisco" disse Matt.
"Non sono mai stata da nessuna parte"
"Noi non sapevamo dove tu fossi!
Non ci hai chiamato, non ci hai mandato nessuna lettera, nessun messaggio, niente di niente.
Io e Jeremy abbiamo aspettato per mesi che arrivasse qualche tuo messaggio, qualche tuo biglietto o qualsiasi altra cosa ma invece non è mai arrivato niente.
Niente di niente!" mi urlò Elena lasciando cadere il bicchiere.
"No, scusa Matt!" disse lei abbassandosi per raccogliere i pezzi frantumati del vetro.
"Lascia, faccio io" la fermò Matt apprestandosi a sistemare.
"Elena giuro che non è come credi" le dissi mentre lei si infilava la giacca per andarsene.
"Mi hanno costretta a non tornare.
Sono stata tenuta obbligata a non tornare!"
Lei si voltò,
"Cosa stai dicendo?"
Tutti mi stavano guardando.
"Zio John, nostro padre, mi ha obbligato a non tornare.
Sono rimasta con lui.
Elena non ho avuto altra scelta.
Mi ha costretta quando...quando ho scoperto tutto.
Dopo aver scoperto il nostro legame di sangue ho iniziato a fare delle ricerche e ho trovato Isobel.
Lei mi ha raccontato parte della verità, il resto l'ho scoperto una notte.
John aveva un diario, lo trovai e lo aprii.
C'era scritto tutto ciò che non sapevo.
Tutta la storia.
Volevo tornare a casa ma lui mi fece soggiogare da Isobel perché rimanessi lì con loro e non dicessi a nessuno la verità.
In seguito mi lasciarono sola e io mi resi conto di ricordare ancora tutto.
Non aveva funzionato ma non potevo scappare, avrei messo a repentaglio la vostra vita.
Così sono rimasta perchè non avevo altra scelta.
Facendo finta di non ricordare feci altre ricerche e scoprii che tu sei la doppelgänger di Katherine Pierce.
Quando John è tornato per aiutarti la prima volta io non sapevo nulla.
Al suo ritorno mi raccontò cosa era accaduto e mi lasciò libera di scegliere cosa fare.
Ero spaventata, non sapevo cosa fare e così decisi di non andarmene.
Ricordo ancora quando mi disse che Isobel era morta.
Quando tornò a Mystic Falls la seconda volta sapevo che stava venendo da voi e mi chiese di aspettarlo a casa, promettendomi che al suo ritorno saremmo tornati e avremmo raccontato tutta la verità.
Ma i giorni passarono e lui non tornò mai.
Un giorno arrivò una lettera indirizzata a me e di cui lui era lui il mittente.
L'ho aperta solo ieri.
Credevo fosse scappato chissà dove, credevo fosse solo un altro trucco per impedirmi di tornare...invece c'era semplicemente scritto che era il momento che io tornassi a casa.
Era la sua lettera d'addio, lettera dove mi chiedeva scusa per tutto e mi invitava a perdonarlo."
"Ohhhh" sussurrò Caroline.
Improvvisamente mi venne da piangere.
"Hey..." si avvicinò Matt.
"Sto bene, non preoccuparti" dissi guardando Elena e Jeremy che erano sconvolti tanto quanto me dopo aver aperto quella lettera.
"Sono qui per chiedervi scusa, per rimediare e perché i nostri genitori, a prescindere dai quali fossero, avrebbero voluto così"
Ci fu un minuto di silenzio poi Matt si offrì di riaccompagnarci a casa perché si era fatto molto tardi.
"Caroline è stato un piacere" le dissi e lei mi riabbracciò.
"Matt torna a casa ci vediamo domani" gli dissi.
"Sicura?"
"Sì"
Io, Jeremy ed Elena salimmo in auto, il tragitto fu breve e nessuno dei tre disse una parola.
Raggiunta la tenuta Salvatore, Damon mi disse di scegliere una qualsiasi camera dove stare,
"Grazie" gli dissi.
"Buonanotte" mi salutò Jeremy.
"Buonanotte" risposi salutando così anche Elena e Damon.
"Notte" disse Damon mentre Elena si limitò a guardarmi.
Così mi girai e salii le scale per raggiungere la mia stanza.
Ero stanca e come primo giorno avevo fatto già abbastanza.

I Want To Be The Last •Where stories live. Discover now