20. Camilla

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Sono passate tre settimane dall'ultima volta che ho visto Leo. Sono state  tre settimane che mi hanno permesso di guarire da quella forte delusione. Come si dice? "Occhio non vede, cuore non duole".
Mai affermazione fu più esatta.

Ho ricevuto una chiamata e un messaggio "intimidatorio" da parte sua, al quale ovviamente non ho voluto rispondere. Anche Filippo mi ha cercato spesso, ma non avevo voglio nemmeno di parlare con lui. Poi potrei considerarlo un complice del "bastardo". Lui sapeva tutto e mi ha incantato dicendomi che Leo ci teneva così tanto a me. Ma per favore. Credo posso considerarmi disoccupata. Me ne farò una ragione, come me ne sono fatta per altre cose.
Negli ultimi tempi Simone mi è stato molto vicino. A parte vederci tutti i giorni in accademia, abbiamo passato anche molti pomeriggi insieme. Mi ha chiesto di dargli l'opportunità di conoscerlo meglio, ed io ho accettato. Ho scoperto tante cose su di lui. Ha una sorella gemella, Beatrice, che studia medicina. Ho avuto modo di conoscerla, passando qualche pomeriggio a casa loro. Vivono da soli, i genitori viaggiano spesso per lavoro. In più ho scoperto che Simone sa suonare benissimo la chitarra. Ho passato molti pomeriggi incantata, mentre accarezzava le corde della chitarra. Ma non era la sua unica dote. La sua voce. Ha una voce bellissima, profonda e un po graffiata. Simone ce la stava mettendo tutta per fare colpo su di me. Ma avevo troppo paura di una nuova delusione. E poi forse è troppo presto per tentare una nuova relazione. Tutta colpa di Leo.
Anche questo venerdì pomeriggio sono a casa di Simone. Bea è in camera sua a studiare pagine e pagine di anatomia, mentre noi siamo in cucina a lanciarci m&m's che dovremmo prendere al volo con la bocca. Inutile dire che che ce ne sono più per terra che nel nostro stomaco.
«Adesso basta! Sento le vostre risate anche nella mia stanza. Ho un esame settimana prossima. Potreste abbassare la voce?», grida Bea esasperata. Restiamo in silenzio a fissarla per un attimo in silenzio. Ma poi con un'occhiata di intesa, io e Simone cominciamo a lanciarle decina di m&m's. E scoppiamo in una fragorosa risata tutti e tre. E' bello stare con loro, mi fanno sentire spensierata e... felice. 
«Ragazzi, ora torno a studiare. Per favore, la voce!», ci raccomanda in tono minaccioso, e si allontana verso la sua stanza. 
«Fa paura quando si arrabbia. Sopratutto quando è sotto esame. Non trovi?», chiede Simone ridendo.

«Mi dispiace, ma io non ho paura di niente», gli rispondo con fare altezzoso. 
«Questo non dovevi dirmelo», ghigna. «Prepara i popcorn. Io scelgo un bel film di paura», continua con sguardo malizioso.
«Non credo sia il caso...», confesso. Se c'è una cosa che fanno in modo che io non dorma la notte sono proprio i film horror.
«Hai detto di non aver paura di niente», mi canzona.
«e va bene!», esclamo. Non potevo assolutamente tirarmi indietro o mi avrebbe preso in giro a vita.
Prendo i popcorn dalla credenza e leggo le quantità di olio e di chicchi da versare in pentola.
Preparo il tutto e aspetto che i chicchi iniziano a scoppiettare. Nel frattempo tamburello le dita sul bancone e controllo la home di Facebook. "Leonardo è stato taggato in una foto da Vicky". Vicky aveva pubblicato una foto, che ritraeva Leo che dormiva sulle sue gambe. Mentre la didascalia diceva: "Il mio cucciolo che dorme. Non è tenero?". Bleah! Mi fanno girare lo stomaco.
«Cami! Preparati, ho trovato il film da farti vedere. E' abbastanza recente», esclama Simone alle mie spalle.
Salto per lo spavento, ero così concentrata da non aver sentito i passi di Simone avvicinarsi verso di me.
«Ti ho spaventata?!», ridacchia. «Cominciamo bene!»
«Ero sovrappensiero», gli dico indispettita. Mi affretto a togliere la schermata di Facebook dal cellulare e lo lancio sul bancone alle mie spalle.
«Sono pronti?», chiede divertito.

«Oh dio!», esclamo. avevo dimenticato i popcorn sul fuoco. «Cavolo, sono bruciacchiati», piagnucolo.
«Saranno buoni lo stesso», mi dice dolcemente afferrandone uno. e mi bacio sulla fronte. Arrossisco a quella sua dimostrazione di affetto. Mentre lui approva, sorridendo, questa mia reazione.
Divarico i popcorn in una ciotola e mi avvicino al lavandino per lavare la pentola.
Simone mi prende da dietro per i fianchi e mi sussurra all'orecchio: «lascia stare. Lo faccio io dopo».
Arrossisco di nuovo e annuisco. Afferra la ciotola e mi prende per mano, guidandomi verso la camera da letto. Perché siamo qui? 
«Non credo sia una buona idea», mormoro.
Simone scoppia a ridere. «Cami, non faremo sesso tranquilla. A meno che tu non lo voglia», mi stuzzica dandomi di gomito e ride di nuovo. «Stiamo pi comodi qui, e non disturbiamo Bea che studia».
Ecco, ho appena fatto la figura della cretina. Brava, Cami!
Mi siedo sul letto appoggiando la schiena alla testiera, mentre Simone è intento a far partire il DVD.
«Hai freddo?»
«Un po», confesso.
Simone tira fuori dall'armadio una coperta. Si siede accanto a me e mi copre. Faccio segno di avvicinarsi di più a me e lo copro a mia volta con la coperta. Lui mi sorride e preme "play".

«No! Annabelle?», piagnucolo.

«L'hai già visto?»
«No», confesso. In realtà non ero mai riuscita nemmeno a finire di vedere il trailer, mi inquietava non poco.
«Allora guardalo prima e poi commentiamo, signora "non ho paura di nulla"», ridacchia.

Passo gran parte del film coprendomi gli occhi per la paura, mentre Simone si prende gioco di me. 
Una scena mi fa rabbrividire così tanto da stringermi al suo petto senza nemmeno rendermi conto. 
«Ehi, fifona. Non sei costretta a guardarlo», sussurra e mi cinge con un braccio. 
Non mi sento a disagio, mi sento protetta. Sto così bene tra le sue braccia, era da un po che non stavo così bene. Oh, Simone! 
Simone afferra il telecomando e spegne la TV. Con un braccio mi tiene stretta al suo petto mentre con l'altra mano mi accarezza dolcemente. Resto a farmi coccolare finché non cala il sole.
«Ragazzi, ho finalmente finito di studiare», cinguetta Bea.
Sussultiamo e ci stacchiamo subito l'una dall'altro.
«Ehm... Scusate... Ho interrotto qualcosa?», balbetta imbarazzata.
«Tranquilla, stavamo vedendo un film. Penso che sia ora di andare comunque», le dico alzandomi dal letto.

«Perché non resti a mangiare?», chiede Simone.
«La prossima volta», gli rispondo sorridendo.
«Ok! Ti accompagno. Prendo le chiavi della moto»
«Grazie».
Saluto Bea con un forte abbraccio e raggiungo Simone giù. Appena mi avvicino alla moto, Simone diventa bordeaux e noto solo dopo che ha una busta in mano. E' per me? Mi avvicino silenziosamente aspettando che sia lui a dirmi qualcosa. Ma allunga solo il braccio con la busta e me la porge. Lo guardo sorpresa e anche un po perplessa.
«Dai! Aprilo», mormora.

Apro la busta e vi trovo due pacchi, uno molto grande e l'altro l'esatto opposto. Apro prima lo scatolo grande, ovviamente.
«Un casco! Per me?», chiedo sorpresa e al contempo felice.
«Si, da adesso hai il tuo casco personalizzato», mormora timidamente. E' stupendo, l'intero casco è coperto dall'immagine del dipinto "la notte stellata" di Van Gogh. E' il mio quadro preferito e lui se lo è ricordato.
Corro ad abbracciarlo. «Grazie! Grazie! E' magnifico. Non ho parole.», grido felice.
«Sono contento che ti piaccia», mi sorride.
Adesso è il turno del mini pacchetto. Cosa mai ci potrà essere qui dentro?  Scarto la carta e ... 
«Un mp3!», grido sorpresa.
«Ehm, si. Ho pensato che durante il corso di pittura poteva servirti».
Perché è così dolce con me?
«Io non so che dirti. Non posso accettare tutti questi regali», mormoro.
«Tu meriti molto di più, Cami. E comunque i regali non si sostituiscono». E' talmente timido che on riesce a guardarmi negli occhi. Il suo sguardo è fisso sul marciapiede. Prendo il suo viso tra le mani e lo obbligo a guardarmi negli occhi. Gli scocco un bacio sulla guancia.
«Grazie», bisbiglio.
«Perché durante il tragitto fino a casa tua non provi il tuo nuovo mp3? Ti ho caricato una canzone, spero sia il tuo genere», sorride.
In pratica mi sta appena dicendo che mi dedica una canzone o sbaglio? Adoro questo ragazzo!
Infilo le cuffiette e poi il mio bellissimo casco nuovo. Salto in sella e accendo l'mp3.
Mi stringo forte a lui e partiamo sulle note di  "I won't let you go" Di James Morrison.


Il Filo Rosso Che Ci Unisce Where stories live. Discover now