23. Leonardo

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La mattina seguente, aperti gli occhi, noto che il sole ha da poco iniziato a creare delle ombre sulle pareti della stanza. Il mio viso è coperto interamente dai capelli di Cami. Faccio un profondo respiro. Come fa ad odorare sempre di buono? Resterei ore in questa posizione.

Pochi secondi dopo la sveglia del suo cellulare suona e Cami si muove appena. Alza piano il viso verso il mio e mi sorride. Non posso fare a meno di risponderle a mia volta con un sorriso dolce. Afferra il telefono dalla tasca e disattiva la sveglia.
«Da quanto tempo sei sveglio?», chiede bisbigliando.
«Da poco», le rispondo, continuando a fissarla in quegli occhi profondi.
Imbarazzata, distoglie lo sguardo portandolo di nuovo sul suo cellulare.
«Cavolo!», esclama, dopo aver visto l'orario sul telefono. Si scioglie dal mio abbraccio e si alza velocemente dal letto. 
«Dove vai?», le chiedo bisbigliando per non svegliare Ilaria ancora tra le mie braccia.
«Devo andare in Accademia. Simone mi verrà a prendere a momenti sotto casa mia. Devo sbrigarmi», esclama agitata.
Simone? Allora c'è davvero qualcosa tra i due? 
«Perché non resti qui, oggi?», le chiedo piano. Per favore non andartene, ti ho appena ritrovata.
«No, non posso. Devo scappare. Stasera passo a trovare Ilaria. Ci sarai?»

«Ci sarò», esclamo deluso. 
Si avvicina e dà un bacio sulla guancia della piccola. Alza il viso e si ritrova a pochi centimetri dal mio.
Al mio cuore manca un battito. E' bella da mozzare il fiato. Ci fissiamo intensamente finché lei non distoglie lo sguardo ed esclama: «Ci vediamo stasera, amico», mormora soffermandosi un po di più sull'ultima parola. Suona ancora così strana questa parola. Amico. 

Mi sorride e si volta per andarsene. Mentre il mio cuore la implora di restare, qui. Con me.
Apre la porta e sull'uscio vi ritrova Lily, Filippo e Simone. Cosa ci fanno qui a quest'ora? Tento di richiamare lo sguardo di Filippo, ma sembra quasi ignorarmi. E non è l'unico.
Lily corre ad abbracciarla.
«Oh Dio, Cami! Come sta? E tu come stai? Eravamo preoccupati da morire», farfuglia la sua migliore amica.
«Sta bene. Ha bisogno solo di riposare», li informa con un gran sorriso. Quel sorriso è illegale!
Si scioglie dall'abbraccio di Lily per gettare le braccia al collo di Simone, che a sua volta la stringe forte a se con fare protettivo. Mi accorgo solo dopo un po che mi sta fissando minaccioso. Cami si scioglie dall'abbraccio e sembra rendersi conto dello sguardo di Simone. Gli da di gomito, gli sussurra qualcosa all'orecchio e contemporaneamente Simone si rilassa. Cosa gli avrà detto? Che ora siamo amici?
«Andiamo?», chiede Simone.
«Certo! Però passiamo prima a casa mia. Ho bisogno di una doccia e dei vestiti asciutti e puliti», esclama ridacchiando.
«Giusto!», le dice cingendole la vita. Giù le mani! Ringhio tra me e me.
Salutano tutti e vanno via insieme. Li seguo con lo sguardo, finché non mi accorgo che Filippo e Lily sono ancora lì. Mi fissano. Uno ha già pronte tutte le domande da farmi, mentre l'altra sta cercando di uccidermi con lo sguardo.
Mi alzo dal letto e copro per bene Ilaria con una coperta di lana. Esco dalla stanza superando i due, senza degnarli di uno sguardo. Basta ramanzine. Ne ho fin sopra i capelli.
«Dove pensi di andare?», grida Lily raggiungendomi a passo svelto.
«Ho da fare», mormoro continuando a camminare.

«Lascia stare Cami», esclama, fermandosi di botto.
«Cosa vuoi, Lily?», le chiedo voltandomi verso di lei.
«Mi hai sentito bene. Lasciala stare. Se ci tieni tanto a lei, lasciala andare. Non credi di averla fatta soffrire abbastanza? Cosa pensi di ottenere riavvicinandoti?». Il suo tono è severo.
«Io non sto facendo un bel niente. Mi ha chiesto lei di diventare amici», mi sfugge frustrato.
«Lei merita uno come Simone. Qualcuno che tenga davvero a lei», continua come se io non avessi mai aperto bocca.
«Ok!», mormoro esasperato.
«E' tutto quello che sai dire?», chiede Lily nervosa.
«Cosa aspetti che ti dica, eh? Ho fatto una cazzata, ne sto già pagando le conseguenze», sbotto sferrando un pugno verso il muro del corridoio. Lily sobbalza e indietreggia per lo spavento.
«Calmati, amico», esclama Filippo avvicinandosi. «Vieni nel mio ufficio».
Annuisco e, superati Lily, ci avviamo verso il suo ufficio.

«Leo, Lily non ha tutti i torti. Cami merita qualcuno con le idee chiare. Qualcuno che tenga al cento per cento a lei», mormora Filippo.
«Io tengo a lei. Come fate a non capirlo?», grido.
«Allora perché la mattina dopo la festa l'hai lasciata andare? Perché non gli hai detto tutta la verità?»
«Io... io... Non lo so», mormoro sconfitto.
«Ascolta. Vicky è passata qui, stamattina. Vi ha visti», confessa Filippo.
«Ma... visto cosa? Ci siamo solo addormentati...», farfuglio.
«Anche i muri sanno cosa provi per Cami. Il modo in cui la guardi... nemmeno io ho mai guardato così Gioia. Torna a casa e chiarisci con Vicky. Per quanto possa odiare quella ragazza, nemmeno lei merita questa situazione di merda», confessa.

Detesto dargli ragione, ma è così. 
Annuisco e mi avvio verso l'uscita. Ma una vocina dietro di me, attira la mia attenzione.
«Grazie per aver mantenuto la tua promessa», cinguetta Ilaria e corre ad abbracciarmi. Mi chino verso di lei e la stringo fortissimo. C'è ancora qualcuno che crede in me allora.
«Ora devo andare. Ci vediamo stasera piccolina», esclamo e le do un bacio sulla testa.

Sono in macchia diretto verso casa. Ha smesso finalmente di piovere.
Più mi avvicino verso casa, più l'ansia mi assale.
E' ora di fare i conti con la realtà!

Arrivato al mio appartamento, apro la porta e sorpresa! Vicky è lì seduta sul mio divano.
«Ehi», la saluto richiudendo la porta alle mie spalle.
«Ehi», risponde con un sorriso finto. I suoi occhi sono arrossati, il suo sguardo basso. Avrà pianto?
Mi avvicino al divano per darle un bacio, ma lei si scosta.
«Dobbiamo parlare», mormora con voce rotta.
Annuisco e prendo posto accanto a lei.

«Sei innamorato di lei?» mi chiede.
La sua domanda mi spiazza. Non le rispondo subito. Abbasso lo sguardo per terra ed esclamo: «Sono innamorato di te, Vicky.», mento.
«Non è quello che ti ho chiesto.», ribatte secca. 
La fisso per un attimo e poi distolgo di nuovo lo sguardo. Non voglio che veda l'espressione combattuta nei miei occhi.
Li chiudo, e mi ricordo che mentirle non servirà a nulla. Finora mentire non mi ha portato da nessuna parte.
Merita, soprattutto, che io sia onesto con lei, anche se precedentemente non lo sono stato. E' ora di rimediare. Apro gli occhi e la guardo. Non le rispondo. Chi tace acconsente! 
Vicky distoglie lo sguardo e inizia a camminare nervosamente per tutto il perimetro del salotto.
Resto in silenzio aspettando una sua reazione. So benissimo che la mia risposta la farebbe soffrire, ma so anche che continuare a mentire la ferirebbe di più. Filippo ha ragione, nemmeno lei merita tutto questo, nonostante in questi sei mesi mi abbia fatto passare le pene dell'inferno.
Alla fine si volta verso di me ed esclama decisa: «Potrei passare tutta la notte a dirti tante cattiverie, ma non posso. Ho avuto tempo per pensare e ho bisogno che tu mi ascolta, ora.»
«Vicky, io... mi dispiace», farfuglio. Ho ritrovato Cami, anche se solo come amica, e ora sto perdendo lei, la mia ragazza. Non è esattamente questo, quello che speravo succedesse un mese fa.
«Non ho finito», esclama nervosa. «Sai perché ti ho perdonato, nonostante ancora non sappia cosa sia successo tra voi due?», chiede, ma non vuole una risposta. La sua è una domanda retorica.
«Se tu mi lasciassi spiegare...», cerco invano di interromperla.
«Leo, c'è una cosa che non ti ho detto, non sono stata del tutto sincera con te», continua, incurante delle mie parole.
«Se solo mi dessi il tempo di spiegarti cosa è successo, capiresti che non c'è stato nulla, proprio perché...», tento ancora di intervenire.
«Ti ho tradito, Leo», mi interrompe mentre le lacrime cominciano a solcarle il viso.


Il Filo Rosso Che Ci Unisce Where stories live. Discover now