42. Camilla

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Come promesso, Lily è sotto al mio palazzo in sella al suo scooter.
«Sali!» ordina.
Obbedisco e, con le lacrime agli occhi, salgo sul suo scooter.
Arriviamo a casa sua e per fortuna Marta non c'è. No che non mi facesse piacere parlare con lei, ma ora ho davvero bisogno solo della mia migliore amica, con la quale sfogare tutta la mia rabbia repressa accumulata in una mattinata.
«Allora, piccola? Cosa ti turba?»
«Hai qualcosa di alcolico, vero? Ne ho veramente bisogno!»
«A chi lo dici?!» mormora tra se.
Non capisco bene questa sua esclamazione, così fingo di non averla sentita e comincio a raccontarle la mia assurda e triste mattinata.
«Filippo sta dalla mia parte. Nonostante Leo sia come un fratello per lui, sa sempre qual è la cosa giusta da fare e dire...», esclamo continuando il racconto.
«Già! Sa sempre cosa è giusto fare.» mi canzona Lily buttando giù un bicchiere di vino.
Sbaglio o questo è un altro segnale che dovrei cogliere?
Scelgo di perseguire con il mio racconto, e le faccio notare quanto io sia sconvolta per il comportamento alquanto inopportuno e prematuro di mia madre.
Come può una donna dimenticarsi del marito defunto dopo solo quasi un anno dalla sua scomparsa? Lo trovo inaudito. L'uomo della tua vita è morto.  E tu donna pensi a scoparti il tuo capo? Assurdo. Non posso accettarlo.
Mentre le racconto il tutto e le spiego il mio stato d'animo per questa schifosa situazione, noto che Lily si estranea. È completamente assente. Quasi non mi ascolta più. O forse probabilmente davvero ha smesso di ascoltarmi dopo aver finito una bottiglia di vino da sola.
«Ehi, mi stai ascoltando?» le chiedo appoggiandomi sul letto di fianco a lei.
Lily, la mia migliore amica, dalla risposta sempre pronta, ha gli occhi lucidi e lo sguardo perso, ed è stranamente silenziosa. Non credo si sia rattristita così tanto per la mia storia.
«Lily?» cerco di attirare la sua attenzione.
«Si? Dicevi?» chiede uscendo dal suo stato di trans mentre con il dorso di una mano si asciuga quell'unica lacrime che stava per solcarle il viso.
Sono così presa dai miei di problemi che non mi sono minimamente preoccupata di chiederle in questo periodo lei come stesse.
«Lily, cosa c'è che non va?» le chiedo dolcemente facendola appoggiare sul mio petto.
Lily scoppia in lacrime ed esclama: «Non sei l'unica ad essersi innamorata del ragazzo sbagliato.»
La mia migliore amica si è innamorata? Questa sì che è una grande novità.
«Sono davvero una stupida ad averci creduto», continua tirando su con il naso.
«Ehi, qui lo stupido è solo quello che non ha capito quanto è strafiga la mia amica», tento di sdrammatizzare.
«No. Lui lo sa. E ricambia anche i miei sentimenti.»
«E allora qual è il problema?»
Non capisco cosa possa esserci di così difficile tra due persone che provano sentimenti reciproci. A parte che muoio dalla curiosità di sapere chi diavolo sia ad aver reso la mia migliore amica così debole. Chi è il tipo misterioso che ha catturato il suo cuore?
«Non possiamo stare insieme, Cami. E io lo capisco. Ha ragione. Non sarebbe giusto per...»
«Non sarebbe giusto per chi?»
Ha la mia totale attenzione.
«È sposato», afferma in lacrime.
«Cosa?! Ma che razza di uomo è? Io non capisco...»
«Ed ha anche un figlio.» continua mentre le lacrime scorrono ormai libere.
Sposato? Figlio? Ma stiamo scherzando? Un uomo sposato, con un figlio, perché deve andare flirtare con delle ragazze giovani dandogli false speranze? Uomini? Non credo possiamo chiamarli tali. Sono animali.
«Dimmi nome e cognome di questo tizio. Giuro che faremo il delitto perfetto e molto probabilmente faremo anche un grosso favore alla moglie e suo figlio. Nemmeno loro meritano di avere un tipo del genere vicino», esclamo con rabbia.
«No, Cami. Meglio che tu non lo sappia.»
«Lily! Dimmelo!» grido.
«Non volevamo nascesse qualcosa. Noi parlavamo solo, da buoni amici. Non doveva esserci niente di più. Poi però una sera, ci siamo visti in un bar e... Dopo qualche bicchierino, essendo molto triste mi confida che sua moglie è andata via di casa, portando con se suo figlio... E io, beh... Volevo consolarlo. E da cosa nasce cosa... Abbiamo iniziato a vederci spesso... Ci siamo innamorati... E...», farfuglia Lily.
«Voglio il nome di questo stronzo», esclamo minacciosa.
«Non è uno stronzo», ribatte gridando.
«Hai anche il coraggio di difenderlo? Ti ha fatto il lavaggio del cervello?»
«Ci amiamo, Cami. Ma non possiamo stare insieme. Deve pensare a suo figlio. Deve crescere in una famiglia normale. Una famiglia che Filippo non ha mai avuto...» immediatamente si copre la bocca con le mani appena si accorge di aver detto troppo.
Sgrano gli occhi e la fisso silenziosa non sapendo bene cosa dirle.
Ho sentito bene? Stiamo parlando della stessa persona? Quella che io stimo, anzi stimavo di più tra la razza maschile, fino ad ora?
«Filippo? Quel Filippo?» chiedo bisbigliando quasi.
Lily comincia a singhiozzare senza sosta stringendosi sempre di più al mio petto.
«Si, il tuo capo», conferma dopo un po'.
«Tesoro, perché proprio lui?»
«Non ho scelto io di innamorarmi di lui. E tu ne sai qualcosa di come funzioni l'amore.»
Ignoro la sua frecciatina. «Lily, ma tu sapevi che lui è sposato. Non dovevi proprio accostarti», le spiego piano.
«Lo so! Lo so!» sbotta nervosa. «Non l'abbiamo voluto. È capitato. E non sai quanto ci sto male. Ti prego, solo per oggi, niente prediche», mi prega guardandomi con i suoi occhi piccoli e azzurri pieni di lacrime.
Annuisco e le accarezzò dolcemente i suoi capelli dorati.
Non so cosa pensare. Non so più di chi fidarmi. La razza maschile fa davvero schifo.
Quando penso che la mia situazione faccia schifo, dovrei immediatamente pensare che c'è sempre qualcuno che sta messo peggio di me, e quel qualcuno oggi è la mia migliore amica.
Posso affermare che a distanza di un anno, il mese di gennaio è davvero il mese più schifoso di tutti.
«Quando è successo?» chiedo piano.
«Da dopo la festa di Halloween. È da un po' che la cosa va avanti. Ci sentiamo tutti i giorni. Non riusciamo a stare lontani. Questi dieci giorni sono stati un inferno, non sai quanta invidia ho provato nei tuoi confronti sapendoti lì con lui», confessa in lacrime, quasi stesse chiedendo di perdonarla.
La stringo forte tra le braccia.
«Certo una situazione un po' più semplice potevamo scegliercela», esclamo scherzando e finalmente vedo un mezzo sorriso apparire sul viso angelico di Lily.

Decisi di dormire a casa sua. Marta al suo ritorno chiamò mia madre per avvertirla. Non avevo la benché minima intenzione di tornare a casa e affrontare un argomento così delicato con mia madre. Non è né il momento giusto né sono dell'umore adatto per farlo. Meglio rimandare il tutto ad un altro giorno, che si spera non debba essere per forza domani.
Nel frattempo ignoravo qualsiasi tipo di telefonata sul cellulare che provenisse da Simone, Leo o mia madre. Non avevo intenzione di dedicare la mia attenzione e il mio tempo a nessuno, se non alla mia amica la quale è alquanto distrutta.
Dopo un film strappalacrime e chili di gelato ci addormentammo abbracciate sotto il piumone come ai vecchi tempi.

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