2. Sei tutto quello che ho

66.3K 3.3K 887
                                    

Oggi...

La rabbia e l'adrenalina scorrono nelle mie vene. Sento che sto per esplodere da un momento all'altro. Sferro un altro pugno nel sacco e continuo a tirarne, finché non sento una mano posarsi sulla mia spalla, stringendola. La ignoro e continuo a tirare pugni, infine alzo il ginocchio e colpisco il sacco per la milionesima volta nell'arco di mezz'ora.

« Il diavolo si è impossessato di te » dice mia madre.

Sento ancora la sua voce rimbombare nelle mie orecchie e mi viene voglia di colpire ancora e ancora, fino allo sfinimento. Le gocce di sudore scendono piano sul mio viso, fino a raggiungere il petto. Mi sono fatta una coda alta, ma i capelli si sono comunque appiccicati al viso. Indosso un semplice top nero della Nike, un paio di pantaloni corti e le mie Nike da fitness.

Ormai passo il tempo ad allenarmi, da sei anni, continuamente, senza fermarmi un attimo.
Mi allontano dal sacco di boxe e, con un movimento veloce, tolgo la mano di Adam dalla mia spalla.

Evito il suo sguardo e vado a sedermi sulla panca. Prendo dal borsone l'acqua e, dopo aver bevuto metà bottiglia, il resto me la verso addosso. Poggio gli avambracci sulle ginocchia e chiudo gli occhi. Odio quando perdo il controllo, odio quando la rabbia mi divora dentro come un cancro. Adam serra le labbra e mi fissa mortificato. Sfrego le mani sul viso e mi scappa un verso di frustrazione.

Tolgo lentamente le fasce dalle mani e poi prendo il borsone e mi incammino verso la doccia. Mi chiudo dentro e mi svesto, facendomi una doccia veloce.

Una volta finito, avvolgo i capelli in un asciugamano bianco, e con un altro mi asciugo il corpo, dopodiché mi infilo una tuta nera. Metto i vestiti sporchi nel borsone e lo chiudo, e poi sfrego i capelli con l'asciugamano, cercando di asciugarli un po', o comunque per fare in modo che smettano di gocciolare.
Prendo l'elastico che ho al polso e raccolgo i capelli umidi in uno chignon.

Mi passo l'ultima volta l'asciugamano sul collo e sul viso, dopodiché prendo il borsone ed esco fuori. Adam è seduto sulla panca dov'ero seduta prima, e so che sta aspettando me.
Ma non me la sento di affrontare di nuovo lo stesso discorso. Quando sono abbastanza vicina a lui, butto il borsone a terra e mi appoggio al muro con le braccia incrociate.

« Come stai? » chiede, senza guardarmi.
Mi fa questa domanda da sei anni, ogni giorno, senza ricevere mai risposta.

Adam è diventato come un fratello per me. Mi sono legata talmente tanto a lui, che ucciderei chiunque provasse soltanto a sfiorarlo. Mi stacco dal muro e vado davanti a lui.
Mi abbasso sulle ginocchia e poggio le mani sopra le sue. Adam alza lo sguardo e mi osserva con espressione triste.

Sono stanca di leggere la tristezza nei suoi occhi. Non se lo merita.
Mi alzo e allungo la mano verso di lui. Adam l'afferra e si alza anche lui, dopodiché fa una cosa totalmente inaspettata: mi abbraccia.
Rimango ferma, perché non sono in grado di ricambiare. Semplicemente, rimango immobile come una statua. Lentamente si stacca da me e mi sorride.

« Sei tutto quello che ho. » mi dà un bacio sulla fronte e stringo forte i denti. Mi fa venire voglia di allenarmi nuovamente, perché mi sento frustrata, mi fa sentire male.

Abbasso la testa senza proferire parola, riprendo il borsone e vado verso l'uscita. Spingo la porta con un piede, ed esco fuori.
Ormai il mese di settembre sta finendo e ho da poco compiuto ventidue anni. Rimango fuori dalla palestra per un paio di minuti e appoggio un braccio sulla ringhiera. Prima di andare a casa, mi siedo su uno degli scalini e accendo una sigaretta. Faccio un lungo tiro e vedo il filtro consumarsi lentamente sotto i miei occhi. Aspiro il fumo e poi lo rilascio, formando dei cerchi grigi.

Distruggi ciò che ti ha distrutto || Bad Girl ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora