22. Lei non si tocca, intesi?

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Venti Novembre.
Il giorno più brutto, di ogni anno dopo la morte di mio padre, della mia vita.
Mi sento morta anche io. Un pezzo di me è andato, perso, fottuto.
Non sono completa, non lo sono mai stata.
Sono semplicemente un corpo fatto di carne e ossa, ma dentro sono vuota.
Quella voragine immensa che sento dentro di me, mi fa venire voglia di chiudermi in una cella, ogni venti novembre.
Pensieri incontrollabili, azioni impulsive, tentazioni che mi rovinano, è così che potrei descrivere questo giorno.
La rabbia di sapere mio padre morto, mi distrugge sempre di più.
Ogni venti novembre è come se morisse ancora e ancora.
Non so se sia in pace, non so un bel niente.
Io non sono in pace con me stessa, e sono ancora viva.
Come fa a sentirsi in pace, se è stato ucciso senza pietà?
Un colpo secco, e addio vita, addio famiglia, addio felicità.
E a me, sfortunatamente, ogni giorno mi riesce sempre più difficile respirare.
No, non ho alcun problema a respirare con i polmoni, ma mi riesce difficile respirare la felicità, ecco.
È la prima volta che non vado da mio padre, e ciò mi rende tremendamente triste e furiosa.

Devo essere felice di incontrare quel figlio di puttana questa sera, ma ho paura di me stessa e della reazione che avrò.
Il tempo passa fottutamente veloce, io odio vederlo scorrere così velocemente.
Ho i brividi. Questa mancanza mi fa venire i brividi.
Un mondo bastardo che mi ha portato via tutto.
Non ho nulla. Una madre viva e vegeta che fa la brava madre ad un'altra figlia, che non sia sua.
Insomma, alla fine si sono trovate bene.

« Iris, mi dai la borsa, per piacere? » mi chiede Thomas, e gli rispondo facendogli il dito medio.
« La borsa, Iris. » la sua voce roca, come al solito, mi fa sbuffare. So benissimo quanto sia serio in queste occasioni.
« Non ho della droga, puoi fidarti. » alzo le mani in aria, e lo guardo con sguardo innocente.
« Se scopro che hai preso della roba, ti uccido nello stesso giorno che...» non lo lascio finire, che il mio pugno è già sul suo naso.
Devo imparare ad avere più autocontrollo, ma è davvero uno stronzo quando vuole farmi incazzare.

« Cazzo! » geme per il dolore e si asciuga il sangue con la manica.
« Ci sono momenti in cui è meglio se taci. » ribatto, e lo guardo in modo torvo.
« Sai perché lo faccio! Quella fottuta cena è stasera, non puoi avere un aspetto di una che sta per andare in overdose. » tira un calcio nella poltrona e assottiglio lo sguardo.
« Non mi dire cosa devo fare! » ringhio e viene verso di me, come se volesse scagliarsi contro.
Allungo una mano verso di lui, ma mi afferra il polso e me lo porta dietro la schiena, dopodiché mi fa girare di schiena, per farla aderire al suo petto.
Mi sposta i capelli da un lato e sento il suo respiro all'orecchio.

« Azzardati a fare la cogliona, e ti giuro che vedrai la parte peggiore di me. Non sarò clemente come l'altra volta, te l'ho giurato, Iris. » sussurra al mio orecchio e poi lascia il mio braccio.
Fa per girarsi, quando il mio piede gli colpisce lo stinco, e la mia mano gli afferra la gola.
Cade in ginocchio e mi abbasso per essere alla stessa altezza.

« Toccami un'altra volta e giuro che non ci penserò due volte a tirare fuori io la parte peggiore di me. O ti sei dimenticato, Thomas? » gli alzo il mento con due dita e lui mi incenerisce con lo sguardo.

« Hai promesso di stare lontana da quella merda, Iris. Abbiamo chiuso entrambi con quella merda. » ruggisce contro il mio viso, e ghigno.

« Ti sei dimenticato Thomas... », dico a bassa voce « Sono Iris Brooks, tesoro. Io non cambio, ho solo smesso per un po'. Posso riprendere quando voglio, lo sai, vero? » porto il dito sulla sua fronte e gli do una piccola spinta.

« Se lo fai, ti distruggo con le mie mani, Iris. » mormora e ci alziamo in piedi.

« Sul serio, Thomas? Kim non vorrebbe mai vedere la belva che si nasconde dentro di te...» dico e con un dito gli accarezzo il petto, scendendo verso i suoi addominali.
Mi fermo e gli faccio un sorrisetto malizioso.
Mi avvicino alle sue labbra e lo guardo dritto negli occhi.
Sento il suo respiro sulle mie labbra, i nostri nasi si sfiorano, e nessuno dei due distoglie lo sguardo.

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