27. Dove sei stata in questi giorni?

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Sono passati quattro giorni da quando sono tornata a casa, e da quando non mi faccio viva al college, anche se sto recuperando tutto a casa.
In realtà, non ho proprio voglia e penso sul serio di mollare, tanto non è davvero un problema per me.
Oppure, potrei benissimo corrompere il rettore.
Sono quattro giorni che non parlo con nessuno in questa casa.
Quattro giorni da quando guardo questa fottuta valigetta, senza avere il coraggio di aprirla.

Non vorrei neanche immaginare la faccia di John King, dopo aver fallito.
Adam, invece, ha continuato ad andare al college per non destare sospetti.
Più cercano di parlarmi, più mi chiudo la porta alle spalle.
Non so per quale stupido motivo, ma preferisco stare da sola, in silenzio, e fare mente locale.
Odio avere altri pensieri per la testa, quando ho già un unico obiettivo da portare al termine.
Quando sono tornata a casa, Kimberly mi ha guardato in modo strano. Forse Thomas è stupido e non vuole cogliere al volo i segnali che il corpo di Kim ci trasmette.

Non ho osato rivolgerle la parola; neanche un saluto.
Non voglio prendermela con lei, dopo aver combinato un casino a Las Vegas.
Ma, come dovrebbe già sapere anche lei, non la passerà liscia.
Devo farle qualche domanda, e spero che mi dica la verità, altrimenti devo pensarci da sola a risolvere la questione "fiducia".
Ho accettato la sua integrazione nella nostra casa, nel nostro gruppo, anche se è soltanto una spina nel fianco.

Ciò che mi tormenta da giorni, però, è Bryan.
Adam mi ha detto di averlo visto al college, e che è sano come un pesce.
Il che mi ha tranquillizzato, in gran parte.
In realtà, sono preoccupata per ciò che ha visto.
Ha visto il mio maledetto tatuaggio, nonostante io abbia fatto attenzione sempre a non farlo vedere.
Al massimo avrà visto quello che ho alla caviglia, ma non il fiore iris.
Ho sempre tenuto i capelli liberi, non ho mai permesso a nessuno di spostarli, e persino quando dormo, decido di stare a pancia in su, proprio per evitare che qualcuno lo veda; quel qualcuno è Bryan.
Non mi capita spesso di dormire con qualcuno.
Dovrò stare attenta il doppio, magari gli farò credere che si tratta soltanto di una coincidenza, ma Bryan non è stupido.

Mi avvicino alla teca di Rocky e lo guardo.
Ultimamente l'ho lasciato solo, dato che la maggior parte del tempo sono fuori.
Domani dovrò ritornare al college, e già immagino la merda che mi aspetta.
Sono allergica a quelle persone. Per me è un colpo al cuore mischiarmi fra di esse.

Esco dalla mia stanza e mi dirigo verso il salotto.
La casa stranamente è piombata in un religioso silenzio.
Soprattutto quando lo sguardo di Kim si posa su di me, e la confezione di biscotti le cade dalle mani, mentre guarda una di quelle serie TV che ama tanto.

A furia di stare su quel divano a poltrire, prima o poi il fisico perfetto che si ritrova, prenderà le sembianze di una vacca, pronta a fare pubblicità alla cioccolata Milka.

Inclino la testa, assottigliando lo sguardo, mentre lei riprende la confezione e si schiarisce la gola.

« Che fai qui, tutta sola? » chiedo, alzando un sopracciglio, mentre lei continua a masticare quel biscotto, come se volesse infilarsi la confezione intera in bocca, a costo di non rispondere alla mia domanda.

« Sei sorda per caso, Kim? » le domando nuovamente, e lei scuote la testa.

« Thomas è andato a correre, Adam non è rientrato...e io sono qui. » si indica, forzando un sorriso.
Mi avvicino a lei, che tira subito le gambe al petto, e mi guarda timorosa.

« Come mai così tesa? Ti innervosisce la mia presenza? Non sei abituata a vedermi spesso a casa, vero? » tento di scherzare, e lei annuisce.
So benissimo che non è questo il motivo del suo nervosismo.
Mi siedo sul divano accanto a lei e appoggio le braccia sulle ginocchia, mentre mi piego con il busto in avanti.
La guardo di sottecchi.
Quando è nervosa mangia più del dovuto.
Inoltre, evita di guardarmi in faccia, come se avesse paura di bruciare viva.

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