48. Avevo promesso di non lasciarti cadere

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Cammino al buio, senza una meta, e senza un obbiettivo. Cammino, trascinando il mio corpo, come se fosse stanco di combattere.
Trascino i miei pensieri, che fanno un rumore tremendo nella mia testa. Mi porto via la tristezza di non essere abbastanza per loro.
Potrò mai essere una ragazza normale? A volte mi chiedo cosa avrebbe pensato mio padre di me, di Bryan, dei miei amici.
Gli sarebbe andato bene, tutto questo?
Se fosse stato vivo, però, probabilmente non avrei conosciuto i miei migliori amici.
Non avrei conosciuto questo dolore atroce che, mi sta consumando piano piano, come una sigaretta.

Non posso fidarmi di nessuno. A volte non mi fido neanche della mia stessa ombra.
Come faccio ad essere felice, a provare a lasciare la felicità e l'amore entrarmi dentro, se l'unica persona che dice di essere innamorata di me, non si fida?

L'ho visto. Ho visto mentre frugava nella mia stanza,  nella mia vita. Ho visto il suo sguardo smarrito e preoccupato. Ho visto ciò che non avrei mai voluto vedere.
Non si fida di me, e non gli do torto. Ha ragione a voler scappare lontano da me. Ha ragione a volermi stare lontano. Tutto questo non fa per lui e neanche per me.

Non sarei in grado di dargli molto, perché non ho niente. Ha deciso di vivere in un paradiso artificiale, perché sfiorare il male con la punta delle dita, gli ha messo paura.

Sono chi sono, e non intendo cambiare. Ho visto nei suoi occhi la voglia di scoprire di più, la diffidenza, nonostante abbia cercato di coprirlo con l'affetto che prova per me.
Ho visto la rabbia e il dolore. Ho visto tante cose in Bryan, cose che non mi sono nuove per niente.
L'ho visto ubriacarsi con i miei baci e farsi male con le mie carezze.
Ci sta sperando fino alla fine, e non lo biasimo.

Non posso farlo vivere intossicato dal mio dolore.
Una relazione così negativa, nociva, che lo consuma.
Tutti intorno a me hanno bisogno di altro, non di me.

E tutto intorno a me sta crollando, come se fosse di pietra, non abbastanza forte da resistere ad un uragano pieno di sentimenti contrastanti.

Ho questa maledetta ferita dentro di me, che non smette mai di sanguinare. Sto perdendo così tanto sangue, che mi sta prosciugando, fino a restare soltanto con l'amarezza di non essere stata in grado di salvarmi del tutto.

Kimberly ha tradito la mia fiducia. Bryan ha tradito la mia fiducia. Avevo provato ad essere una persona migliore, a fidarmi. Mia madre mi odia, mi guarda come se fossi un errore.

Scusa mamma, se nella tua vita non sono stata l'arcobaleno dopo la tempesta, ma la tempesta stessa.

È il compleanno di Bryan. È natale. E tutto è come non dovrebbe essere.
Non ho una famiglia con la quale festeggiare il Natale. Non ho mai provato la gioia di aprire i regali sotto l'albero, di guardare la neve fuori dalla finestra, e sorridere come una bambina.
Negli ultimi anni non sono stata davanti al caminetto con la tazza di cioccolata calda, a riscaldarmi un po' il cuore.

Con tutto questo gelo che ho dentro, stanno congelando anche i possibili sentimenti che potrei provare.

Sono passati giorni da quando li ho visti sorridere tutti insieme. Non avrei mai pensato che Adam si fosse preso una cotta per quella ricciolina, che parla decisamente troppo. E Thomas che mi sta mandando frecciatine? Ho paura. Mi sembra così strano vederli finalmente sorridere, pieni di vita.
E Kimberly, beh, non l'ho fatta fuori, ma le ho dato il permesso di mostrare di essere pentita. Non ha nessuno qui, per questo le ho dato dei soldi per andare a trovare i suoi genitori e magari restare lì per sempre.
È Natale per tutti, ma non per me.

Qual è il mio destino? Spesso dicono " È scritto nelle stelle", sì, forse è così. Ma ora ho paura di guardare così in alto, senza crollare.

È così facile perdersi lungo la strada. Così facile sedersi all'angolo della strada, e osservare le persone, mentre vendono e comprano sogni.

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