26. Perché sta puntando una pistola contro di te?

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Ho deciso di reclinare il sedile per riposarmi un po', anche se sembra che un camion mi sia passato di sopra.

Thomas sta guidando al posto mio - per fortuna - perché io non sono proprio in grado. Le mie condizioni fisiche al momento non fanno di me una ragazza pronta a partecipare alle olimpiadi.

Ho gli occhi lucidi, le gote rosse, ho ancora sonno, nonostante io abbia dormito un'ora e mezza, e in più ho i brividi.
Tutta colpa di quel fottuto temporale.
Prima di prendere la svolta a sinistra, per imboccare la US-101S, Adam- da bravo amico - aveva suggerito di fermarci prima ad una farmacia.

Cazzo, se mi venisse la febbre, sarei fottuta e i miei piani andrebbero ovviamente a puttane.

Per fortuna, però, non sono sola.

Adam sta usando il computer da quando mi sono svegliata, ho sbirciato giusto un po'.
Si acciglia di continuo, mentre continua a premere quei fottuti tasti, che negli ultimi dieci minuti sono diventati il suono più brutto del mondo.
Thomas mi sorride di rado, ma non sono in vena di ricambiare.

« Iris, ti va di chiacchierare un po'? » domanda, facendo un sorrisetto furbo.

« Se ti dicessi di no? » chiedo piccata.
« Mi conosci... » dice, alzando un sopracciglio.
Oh, eccome se lo conosco.

« Tra poco ci fermiamo a qualche stazione di servizio, mi fa male il sedere, sul serio. Ho bisogno di scendere un po' e prendere qualcosa. » mi porto una mano sullo stomaco, e faccio una smorfia.
La fame inizia a farsi sentire e ho davvero bisogno di caffeina e qualcosa da mandare giù.

« Tua madre non ha intenzione di ritornare in Inghilterra? » domanda, con lo sguardo puntato sulla strada.

« Oh, non te l'ho detto? Hanno intenzione di trasferirsi qui... Immagina un po', la mia mammina nella tana del lupo. » ridacchio e allungo le gambe sul cruscotto. Prendo il cellulare per controllare le notifiche, ma poi ricordo di non essere cercata da nessuno, proprio perché non voglio.
Chissà, se Bryan avesse avuto il mio numero, probabilmente mi avrebbe chiamata, o mandato qualche messaggio.

Vorrei sapere di più su di lui, vorrei capire a cosa si stava riferendo suo padre quando ha detto che anche io voglio i suoi soldi.
Quello che lui non sa, è che ho abbastanza soldi per andarmene il più lontano possibile, sparire dalla circolazione, e non farmi più trovare. Iniziare magari una vita nuova, senza problemi, senza questa rabbia repressa, senza desiderio di vendetta.

« Non lo sapevo, Iris... Ultimamente non parliamo di ciò che sta succedendo. So che stai facendo il tuo lavoro, curando ogni minimo dettaglio, ed è per questo che non mi intrometto. Però, mi manchi. » dice, inclinando leggermente la testa per guardarmi, regalandomi un sorriso triste.
Gli manco?
Abitiamo praticamente sotto lo stesso tetto, e neanche me ne sono accorta di essere troppo presa dalle mie cose, e di averli trascurati.

« Sai cosa sarebbe davvero figo? » domanda Adam, sporgendo la testa tra i due sedili « Dopo aver finito con questa merda, sarebbe bello fare un viaggio in macchina sulla Route 66. » si passa una mano tra i capelli castani, alzando il ciuffo all'insù, e mi giro per guardarlo con una faccia strana.

« Adam, scordatelo. Non ho intenzione di viaggiare in macchina da Los Angeles a...»

« Chicago? New York? Dai Iris, per favore... Sarebbe una figata, solo noi tre. Come ai vecchi tempi. » mi tocca la spalla e mi acciglio. Come ai vecchi tempi...

« Il cagnolino di Thomas dove lo lasci, Adam? » chiedo, alzando un sopracciglio, e si morde il labbro per non scoppiare a ridere.

« Si chiama Kimberly e non è un cane...» borbotta Thomas, storcendo il naso, infastidito.

Distruggi ciò che ti ha distrutto || Bad Girl ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora