20. A che gioco maledetto sta giocando?

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Thomas

Sei anni fa, quando ho avuto davanti a me Iris, mi è bastato guardarla negli occhi per vedere l'odio che giaceva dentro di essi.
E ogni giorno aumentava sempre di più, e io ne ero affascinato.
Non avevo mai visto una ragazza così sfrontata, così fuori di testa, così misteriosa di suo.
Il primo giorno di scuola aveva osato affrontarmi.
Per gli altri era sbagliato, ma non per lei.

Gli altri mi stavano alla larga, io e Adam eravamo inseparabili, lo siamo tutt'oggi, e facevamo squadra in due.
Quando ho capito chi è, ho voluto subito allungarle la mano e farla restare a galla in questo mare di stronzi.
Voleva ciò che volevo io, quindi, perché non attirarla da me?
Pensavo fosse almeno un po' ingenua, ma non pensavo arrivasse al punto di manipolarci come delle marionette.
È diventata astuta, forse troppo.

È diventata un essere che sicuramente sua madre non voleva diventasse.
È diventata quella ragazza dalla quale bisogna stare lontani almeno un chilometro.
Ha la mano facile. Nel senso che, non ci pensa due volte a spaccarti la faccia.
Si allena. Si allena come un fottuto robot.

Non riesce a stare senza fare qualcosa fuori dagli schemi.
Non riesce a stare senza sfogarsi contro il sacco da boxe o, spesso, contro di me.
Eh sì, io sono diventato la persona che lei non tollera, la maggior parte delle volte.
Sono diventato la persona che lei vuole picchiare ventiquattro ore su ventiquattro.

Ma sa che sono l'unico che la capisce.
Sa che sono l'unico che riesce a fermarla.
Sa che, senza di me, avrebbe combinato casini su casini.
So che mi nasconde le cose. So che non le piace quando qualcuno ficca il naso tra la sua roba.

So che è talmente fissata con il fare giustizia, che non si rende conto che sia diventata la rabbia fatta persona.
Vuole soltanto vendicarsi, non ha niente altro in testa.
A volte ho paura che le possa succedere qualcosa. Ho paura che lei faccia qualcosa di inaspettato.
Iris non smette mai di stupirmi.
Sono duro con lei, sono odioso, le sussurro parole che non vorrebbe sentire.

Lo faccio per ricordarle il suo obiettivo.
È un mostro? Sì, lo è. Ma anche i mostri possono essere addomesticati.
Finché dentro di lei giace un cuore che batte ancora, c'è speranza che lei un giorno possa fare anche del bene.
Man mano che il tempo passava e lei imparava a colpire, avevo capito di non poterla fermare. Non potevo cambiare i suoi pensieri.

Ormai lei è così, e spero davvero che, quando finiremo il lavoro qui, lei trovi un po' di fortuna.
Sa che noi ci teniamo a lei, ma il nostro affetto non è abbastanza.
È fottutamente bello avere una persona accanto.
Kim è riuscita a impedire che io diventassi come lei.
Lei mi appoggia.

Pensavo fosse soltanto una da una scopata e via, ma non è scappata quando ha visto come sono davvero.
Anche se scapperebbe da Iris.
Ultimamente cerca di farla ragionare, ma so che è impossibile. Iris cambia soltanto se vuole.

Non ho mai tradito Kim, anche se ho sempre amato stuzzicare Iris.

Parli del diavolo e spuntano le corna.

Entra nel salotto e si butta sulla poltrona con il cellulare in mano, senza neanche alzare lo sguardo.

« Che fai, Iris? » le chiedo, ma lei alza una mano per zittirmi.

« Dove si comprano i serpenti? » chiede e Kim mi lancia uno sguardo impaurito.
« A che cazzo ti serve un serpente? » domando e lei alza lo sguardo dal cellulare.
« Come animale di compagnia, no? » dice con ovvietà e Adam scoppia a ridere.

« Te lo puoi scordare. Ti compro un opossum se vuoi. » borbotto, mentre afferro la birra dal tavolo.
« Non lo voglio un cazzo di opossum. Che ne dici di una tarantola? Scorpione? » sembra rifletterci su, e vedo Kim scuotere la testa velocemente.
La capisco, neanche io vorrei averli tra i piedi.

Distruggi ciò che ti ha distrutto || Bad Girl ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora