28. Dimmi che mi vuoi.

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Nero.

Nero, come la notte, quando manda via la luce, perché ormai tocca a lei padroneggiare il mondo.
Nero, come i vestiti che indosso ogni giorno.
Nero, come i mie occhi, dalle sembianze di due piccoli carboni, pronti a bruciare la pelle degli altri, senza mai spegnersi.
Nero, come quello che provo per il mondo.
Nero, come la mancanza.
Nero, come l'amore.
Nero, come il mio umore giornaliero.

Bianco, come la neve d'inverno, come il ghiaccio che ho nel petto.

Grigio, come il gioco di fumo che sto creando in questo momento, seduta per terra, con la schiena appoggiata alla corteccia ruvida di un albero.
Ho messo la borsa sotto il sedere per evitare di sporcarmi i jeans con il terriccio, le gambe allungate, e il mio sguardo fisso sulle punte dei miei stivaletti neri.

In questo posto trovo sempre la pace, quando il campus è troppo chiassoso.
Tra gli alberi, regna il silenzio.
Si sente soltanto a volte il fruscio delle foglie, e il mio respiro calmo.
Sto seduta qui, perché sento un vuoto così grande dentro di me, che ho paura di caderci dentro.

Sola. Non importa quante persone io abbia intorno, sarò sempre sola. Una solitudine piacevole. Odio chi si fa gli affari miei, odio chi mi fa troppe domande perché cerca di conoscermi meglio, odio chi decide di andare via, anziché rischiare a costo di stare accanto a me.
Odio le persone che si fingono amici, per poi sputtanarsi a vicenda.

Se chiudo gli occhi, non mi appare davanti una bella spiaggia, il sole, il mare, e la bella vita. In realtà, non mi appare niente, a parte il buio.

Odio chi si lamenta di non riuscire a spiccare più il volo, senza ricordarsi che il futuro lo si crea su due gambe, non con due ali.
Non servono un paio di ali per salire più sopra.
Serve una scala più lunga e un paio di gambe, che non tremano ad ogni gradino che riesci a salire.
Un paio di gambe che non ti tradiscano.
Un cervello che non vada mai in letargo, ma che rimanga sempre attivo.

Un cuore, che non diventi un pezzo di ghiaccio. Un cuore che sia ancora in grado di amare, e che lasci sempre quella piccola particella destinata ad essere occupata da quella persona che, con il tempo, entrerà nella tua vita.

Quella persona che, quando ti vede e ti abbraccia, non sia in grado di stringere soltanto il tuo corpo, ma anche la tua anima, le tue paure, la tua intelligenza, e il tuo cuore. Un abbraccio tutto compreso.

Cose che a me stessa non ripeto mai, perché so di non esserne capace. So di avere un cuore gelido, odio gli abbracci, odio le persone.

Una sigaretta che mi fa compagnia, perché è ciò che ho scelto; che scelgo sempre. Perché sono una fuggitiva.
Scappo via, soprattutto quando una cosa bella mi si presenta davanti.

Io scappo, con il cuore che batte sempre all'impazzata, con il respiro che fuoriesce dalle mie labbra, caldo, accelerato.
Qualcuno dovrebbe afferrarlo. Con un bacio. Trattenerlo e non lasciarlo più.

Sono una fuggitiva, ma tu non seguirmi, perché mi sono persa anche io.

Persa in un mondo che non mi appartiene. Persa dentro i miei pensieri.
Persa tra le altre persone.

Butto il mozzicone a terra e chiudo gli occhi.

« No, vaffanculo, proprio! La devi smettere, io ho bisogno di lei e non ho mai detto di voler una relazione fissa con te. » le grida di Thomas perforano i miei timpani. Mi appoggio alle piastrelle fredde del bagno, aspettando che la ragazza che Thomas si è scopato, esca dalla sua stanza.
È imbarazzante per me, e se ci fosse stata anche sua madre, penso sarebbe stato ancora peggio.
Insomma, se ho capito bene, Thomas è sempre stato uno dalla reputazione non molto bella, famoso per le sue "Una scopata e Hasta la vista, baby".

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