Capitolo 6

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Sara non ti ho fatto gli auguri su whatsapp proprio perché volevo farteli qui. Sono davvero felicissima di averti conosciuta perché sei una persona meravigliosa e mi fai sempre sorridere. Buon compleanno tesoro mio! Grazie di tutto, grazie per esserci❤ SaraLanciotti4

Auguri anche alla bellissima e dolcissima _Giulja_ ❤ buon quindicesimo compleanno tesoro!

JAKE

Tiro un pugno e poi un altro.
Ancora e ancora, senza stancarmi, perché ormai non lo sento più il dolore fisico. Il vero dolore è un altro.
Sono tutto madido di sudore ma poco importa. Mi sono già levato la maglietta e senza distrarmi dal sacco, continuo a tirare un pugno dietro l'altro.
Mi fermo un attimo per asciugarmi la fronte con un asciugamano che mi sono portato dietro.
Sono in palestra perché ogni tanto vengo qui per smaltire la rabbia e sfogarmi. La scarica di adrenalina pura, per me, è tirare pugni, sentire le nocche che scontrano una superficie e tentare di tutto per abbatterla.
Mi sento un vero e proprio muro: ho eretto attorno a me come una barricata per evitare sguardi o parole scambiate con qualsiasi persona.
Sono arrabbiato con me stesso per la vita di merda che sto facendo e farò.
Chiamala vita quel momento in cui vorresti già essere nella tomba.
La vista mi si offusca e dopo un'ora e mezza a tirare pugni mi fermo per andare ai distributori.

Schiaccio il pulsante per una bottiglietta d'acqua mentre mi massaggio la testa e poi il collo.
« Jake... » una voce seducente mi chiama alla mie spalle e mi volto sapendo già di chi si tratti.
« Lasciami in pace Alexa » le dico subito di scherno, dopo aver preso la bottiglia, per dirigermi verso una panchina nella grande palestra.
« Siamo un po' acidelli? » sento la sua risatina dietro di me, mentre mi segue.
Mi siedo e sbuffo, cosa che fa anche lei al mio fianco.
« Non cominciare » comincio guardando da tutt'altra parte.
« Cosa c'è Jake? Eh? » dice suadente, mentre passa le sue unghie sulla mia spalla nuda.
« Niente che ti riguardi » dico frustrato mentre bevo un sorso d'acqua.
« Lo so che lo vuoi » dice vicino al mio orecchio con tono davvero sexy.
« Non è un bel periodo per me, ti chiamo appena posso » le dico per poi alzarmi, evitando di cedere.
Oggi ha il suo solito top che le ricopre il seno prosperoso e dei pantaloncini quasi invisibili. Se non fosse la ragazza che mi porto a letto quasi sempre quando vengo qui, l'avrei già mandata via.
Ma ora mi sta davvero infastidendo.
« È già un po' che non ci divertiamo » dice passando la sua mano sui miei pettorali nudi, per poi scendere sulla pancia quasi fino al cavallo dei miei pantaloni.
Prendo subito la sua mano e la stacco dal mio corpo.
« No » rispondo freddamente, guardandola negli occhi, facendole capire che ne ho per le palle di vederla e ancor più di farci qualcos'altro.
Mi guarda un'ultima volta alzando il sopracciglio creando un'espressione sul suo viso più che maliziosa, per poi andarsene ancheggiando.

Mi sono appena sciacquato la faccia e, dopo essermi messo una nuova maglietta, esco dalla palestra.
Il fresco vento mi investe come un'onda, trasportandomi con sé.
Entro nel mio pick-up e chiudo un attimo gli occhi.
Ripenso a ciò che sto vivendo, a cosa mi sta succedendo.
Mio padre sapeva della malattia ma l'ha scoperto troppo tardi e ha deciso di non fare niente, peggiorando la sua situazione e mia madre ha cercato di convincerlo ma è una testa di cazzo e ora vivrà, se va bene, per un mese.
Sono stato trasportato in questo vortice e sembra essere così turbolento da non trovare uno spiraglio. Sono coinvolto, sono suo figlio, lui è mio padre.
Però, con me e lui, sto portando anche i miei amici, allontanandoli allo stesso tempo. Non gli permetto di aiutarmi per paura che vengano trasportati fino in fondo.
E ogni tanto mi capita di ripensare alle parole di Jennifer.
"Non si riesce ad uscire da un vicolo buio, senza che nessuno ti tenda le sue mani".

Torno a casa stremato, con le nocche che mi fanno male e anche la schiena per aver sollevato i pesi.
Presto ricomincerò a lavorare perché isolarmi non servirà a niente, oltre che a peggiorarmi. Devo accettare quello che accadrà. Devo solo accettarlo.
Entro in cucina per bere una birra ma vedo che Luke mi ha preceduto.
« Anche te? » domando mentre ne prendo una dal frigo.
« Non riesco neanche a stendermi nel letto che mi assalgono mille pensieri. È un periodo di merda » dice con sguardo perso.
« Come se fossi l'unico... » il nostro rapporto è peggiorato e devo stare attento a non incazzarmi o prendermela per niente e viceversa... litigare è l'ultima cosa da fare adesso.
« Jennifer mi ha raccontato che è venuta Hazel e le hai dato le spalle per guardare il muro e tacere » gli dico, mentre mi appoggio al lavabo.
« Non ho voglia di vedere nessuno » dice all'improvviso con tono amaro.
« Anche io, ma non dobbiamo rovinarci da soli solo per uno sbaglio »
« Jake qua non si tratta solo di uno sbaglio, ma di morte... la morte di nostro padre. Non riesco a chiudere occhio, parlare con altra gente ed essere consapevole che in ospedale c'è papà che morirà da un momento all'altro; non ce la faccio » dice alzando le spalle per poi dirigersi verso la portafinestra e accendersi una sigaretta.
« Ti capisco perfettamente ma dobbiamo sforzarci di accettare questa cosa. Lo dovremmo fare prima o poi »
Sono parole crude, amare da dire, ma è la verità.
Neanche io ho sonno e l'unica cosa che vorrei è andare al pub e ubriacarmi ma non posso cedere così facilmente.

Vorrei davvero sapere gli scheletri e i demoni di Jennifer. Non capisco cosa si porti dietro con così tanto dolore, cosa ci possa essere nei suoi ricordi. Sembra abbia avuto un passato turbolento, ma è molto brava a mascherare qualsiasi cosa e, anche se ci consociamo da diversi anni, anche con Luke e Kyle, è rimasta diffidente. Non è che non si fidi di noi, ma non abbastanza da raccontarci ciò che le è successo prima di arrivare al salone. Quegli occhi azzurri e impenetrabili come il ghiaccio nascondo qualcosa, lo so per certo. Sono curioso.
Mi stendo sul letto, dopo essermi fatto una bella doccia, per poi chiudere le palpebre.
Tra poco mio padre non ci sarà, devo abbracciarlo ancora una volta, stringere la sua mano, vedere il suo sorriso, sentire la sua voce...
Manca poco tempo e non voglio sprecarlo a rimuginarci sopra e deprimermi perché così perderei solo tempo. Devo vivere ogni attimo con lui, ogni sua sfumatura di espressione del viso, imprimermi per sempre tutto di lui anche se è mio papà.
Ed è vero che conoscere fino in fondo una persona è difficile, ma non impossibile.

// spazio autrice //
Heiii😘
Prometto che il prossimo capitolo non sarà così depressivo ahahah
Però è per farvi capire come delle persone anche apparentemente forti come i gemelli Walker, affrontano un dolore come questo.
Scusate se aggiorno ogni 4 giorni ma dato che i primi capitoli sono fondamentali e devo plasmare bene la storia, mi ci vuole un po' più di tempo.
Spero comunque vi sia piaciuto.
E Alexa? E Jennifer?
Ci vediamo al prossimo capitolo e grazie mille sempre per tutto😍

Passate a leggere "Mentre precipitiamo" di PanarielloMiichela

Salutiamo delle personcine carine😘: DaniCooperSkam DarkkkAngellll niky_carry Giadabriga_89 Dennigiulio

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora