Capitolo 25

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JAKE

Spengo il motore e scendo dal pick-up.
Avevo mandato un messaggio a Jennifer per dirle se poteva chiamare un cliente per uno spostamento di un giorno, ma non mi ha risposto. Oggi sarebbe il mio giorno libero e Luke ha il turno di pomeriggio, perciò non posso far venire una persona quando io non ci sono.
La sua macchina c'è, perciò mi dirigo verso il salone, con grandi falcate. Ho altro da fare e se voglio godermi la giornata devo fare presto.
Appena arrivo noto la saracinesca tirata giù con anche il lucchetto. Mi guardo intorno, con fare interrogativo.
Ma dov'è?
Non può essere andata in un bar perché in questa strada è tutto deserto e non chiuderebbe mai tutto in questo modo. Qualcosa non quadra...
Estraggo il telefono dalla tasca e la chiamo, magari ha il cellulare nello zaino.
Dopo due secondi, sento una suoneria. La sua.
Mi irggidisco e comincio subito a capire da dove provenga... finché non vedo uno schermo illuminato, quasi tre metri più avanti di me.
Lo raccolgo il più in fretta possibile: Jake ti sta chiamando, questo c'è scritto.
« Come è possibile... » sussurro.
Continuo ad alternare lo sguardo tra il mio e il suo cellulare.
Cosa ci fa qui il suo telefonino? E la sua macchina?
Il sangue e l'adrenalina comincia a ribollirmi nelle vene.
Prendo le chiavi e mi affretto ad aprire il negozio. Appena varco la soglia mi precipito al computer. Non l'ho mai dato a vedere, ma anche a me preoccupava la reazione di Jennifer appena leggeva qualcosa sul laptop, sembrava come assente, impaurita da qualcosa o da qualcuno.
L'unica cosa che so fare è mettere la password e cerco di spremere i miei neuroni affinché ricordi i passaggi che aveva fatto per entrare nelle mail.
Non so se sia l'ansia o il terrore che sia successo qualcosa, ma riesco a fare tutti i passaggi.
Nessuno lascerebbe la macchina posteggiata e un telefonino a terra. Mi sudano le mani, cavolo.
C'è un nuovo messaggio da sconosciuto. Non me ne frega niente se è privato.

Troppo tardi, mi spiace.

Solamente questo, niente altro. Rileggo e rileggo queste fottute parole. Mi trattengo dal scaraventare il computer per terra.
« Che cazzo significa?! » grido dalla rabbia.
Non so neanche cosa pensare. 'Troppo tardi', ma per cosa?!
Può essere che non centri nulla, ma ho un buon sesto senso. Esco velocemente, richiudendo tutto e mettendomi il cellulare di Jennifer in tasca. Qualunque cosa sia successa, devo assolutamente trovarla. Perché se ne dovrebbe andare di punto in bianco lasciando la macchina e il telefono? Potrebbe essere 'alla Jennifer' questa reazione, ma non farebbe così. Non con noi. Kyle che ieri c'era, forse sa qualcosa. Con me ha sempre fatto fatica a parlare, perciò potrebbe essere da qualche parte. A me basta sapere dove sia e che sta bene, poi del resto non me ne frega niente.

Suono al campanello, impaziente di entrare.
Passa circa un minuto e poi viene ad aprirmi un Kyle assonnato.
Entro senza neanche salutarlo, fermandomi in quello che dovrebbe essere un salotto.
« Cosa c'è Jake? » si spettina i capelli, per poi sbadigliare.
« Dimmi che sei sul pianeta terra almeno, dovrai essere molto sveglio » dico, mettendo le mani sui fianchi.
« Dammi un pizzicotto, non so » ridacchia.
Okay. Preferisco i pugni, però.
« Ehi! Ma non dicevo sul serio! » dice toccandosi la nuca, dove l'ho colpito.
« Sai qualcosa a proposito di Jennifer? » gli domando, non resistendo un secondo dal chiederglielo.
« Cosa intendi? » sembra riprendersi dallo stato di trance, irrigidendosi con la schiena.
« Ieri eri con lei, ti ha detto dove andava? »
« Cosa? Uhm, no non mi ha detto niente » sbianca letteralmente, alche mi preoccupo per davvero.
Mi avvicino.
« Dimmi la verità, Kyle » sussurro, sovrastandolo dato che sono più alto.
Sospira.
« Ha detto che voleva essere lasciata sola... voleva chiudere lei il negozio » parla, agitato.
Le mie pupille sicuramente si saranno dilatate.
« L'hai lasciata sola?! » sbotto, prendendolo per la canottiera.
« Ehi, amico, calmati » cerca di tranquillizzarmi.
« È sparita, cazzo! C'era la sua macchina posteggiata e il suo telefono per terra, poco più avanti del salone! » quasi grido.
« No, aspetta... cosa?! » si allontana, con occhi stralunati, trattenendo il respiro, come se avesse ricevuto un pugno.
« Dimmi che stai scherzando » cerca di sdrammatizzare.
« Sarei qui secondo te?! » sputo acido.
« Oh, cristo... » sussurra, tirandosi le punte.
« Quindi l'hai davvero lasciata sola?! Dove cazzo era la tua parte razionale in quel momento?! » lo aggredisco con le parole. Non so cosa mi stia prendendo, sono agitato. Sto perdendo il controllo della situazione.
« Non puoi risolvere le cose così! » mi spintona indietro, facendomi arretrare di qualche passo. Sta mettendo a dura prova il mio controllo. Faccio lo stesso, spingendolo dallo sterno.
« Jake, basta. Stai delirando » mi ferma. Se continuavamo così, saremmo finiti per prenderci a botte, ma forse non è la soluzione migliore in questo momento.
« Non può essere sparita. Mi ha detto che aveva il pieno controllo della situazione. Mi ha pregato di andarmene, capisci?! Adesso non contraddirmi se dico che Jen ottiene sempre tutto quando vuole »
« Ma è sparita! » ribatto.
« Lo credi davvero? » domanda, sbuffando, frustrato.
« Cosa? » domando, anche se non voglio neanche sentirla la risposta, non ci voglio pensare.
« Che sia stata... rapita » deglutisce.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora