Capitolo 14

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JENNIFER

Abbiamo lasciato il pick-up di Jake lì al pub mentre, con la macchina di Luke dove c'è suo fratello ed io nella mia auto, ci dirigiamo verso la loro casa.
Devo aiutare Luke a sistemare suo fratello e tenerlo d'occhio mentre lui va a riprendere la sua macchina, dato che il pub è praticamente dietro l'angolo e di notte, con molte persone ubriache, non è molto sicuro lasciare un veicolo incustodito.
Sono nervosa all'idea di rimanere in casa con lui per di più ubriaco. Lo dovrei chiudere a chiave in una stanza.
Mi ero offerta per andare io a prendere la macchina, ma Luke non ha voluto neanche ascoltare una parola in più.

Inserisco le chiavi nella toppa e faccio scattare la serratura per far entrare Luke mentre regge da una spalla il fratello che continua a biascicare chissà cosa. Che imbecille.
Entrando i ricordi di quella mattina, in cui stranamente mi sono svegliata nel letto di Jake nuda, riaffiorano alla mente velocissimi. Non devo agitarmi o fare qualche piccolo accenno a quella volta neanche per sbaglio.
« Adesso lo porto in camera e lo sbatto sul letto. Poi vado veloce al pub a recuperare l'auto. Non fate sesso o, almeno, ditemelo prima così mi preparo mentalmente » dice ridacchiando, mentre sfila dalla tasca posteriore dei jeans di Jake le chiavi del suo pick-up, per poi posarlo non molto delicatamente sul suo letto.
Quel letto.
« Tu sei pazzo solo a pensarla questa cosa » dico, mentre me ne vado in cucina per preparami del tè.
« Sarà così -sogghigna- arrivo presto » ammicca per poi uscire.
La casa cade subito nel silenzio più totale.
Vorrei davvero andarmene, mi sento inquieta qui con lui.
Eppure non mi è mai successa una cosa simile. Forse ho paura che accaldata la stessa cosa della scorsa notte, ma impossibile dato che non sono ubriaca.
Ma lui si, mi ricorda la mia coscienza.
Prendo una tazza e un altro pensiero riaffiora.

« Cosa ci faccio qui? » domando con un cipiglio, non riuscendo a ragionare, a fare pensieri ancora lucidi.
Comincia a guardarsi intorno, senza incrociare i miei occhi, per poi voltarsi e raccogliere la tazza che aveva fatto cadere e che di conseguenza si era rotta in mille pezzi.

Questi flashback mi stanno uccidendo.
Resta calma.
Metto l'acqua a scaldare nel microonde e prendo una bustina per il tè aromatizzato ai frutti di bosco.
Strano gusto per trovarsi in una casa di solo uomini.
Imposto il timer, ma vengo interrotta da una voce piuttosto roca e profonda alle mie spalle.
Mi volto sorpresa e reprimo un gridolino per lo spavento.
« Potrei guardarti per ore » dice ridacchiando Jake, mentre è appoggiato allo stipite della porta della cucina.
Il mio cuore batte a mille.
« Mi hai spaventata » dico in un sussurro, ma lui mi sente più che bene dato che è il silenzio a predominare.
« Hai paura di me? » indaga con un ghigno all'angolo della bocca mentre continua ad osservarmi con quelle iridi così profonde che si ritrova.
« No. Affatto » cerco di ribadire il più decisa possibile.
Ridacchia tra se e se, mentre stacca il peso dal muro per avvicinarsi piano piano al lavello della cucina, dove mi trovo.
« Stai fermo dove sei. Non fare un altro passo. Sei ubriaco e non ho voglia di aver a che fare con te » sputo acida nella sua direzione.
« Quindi se faccio così? » domanda avvicinandosi sempre di più. Già l'odore dell'alcol investe le mie narici.
« Ho detto di stare fermo Jake, non fartelo ripetere » dico alzando il tono di voce.
« Hai paura dell'effetto che ti provoco? » dice avvicinandosi ancora di un passo, arrivando sempre più vicino, rendendo la differenza di altezza sempre più evidente.
« Tu non mi provochi niente. Piuttosto dimmi perché hai dato un pugno al tuo amico... a quel certo 'Cole' » domando curiosa.
È piuttosto rintontito dalla tequila o vodka che ha in corpo, ma è molto sveglio anche quando beve... quando vuole.
« Mi andava » dice semplicemente con strafottenza, facendo spallucce.
« Non è vero. Di la verità, Jake. Non mi stava facendo niente »
« Oh, si invece. Ti avrebbe scopata di li a poco. Bastava avvisarmi e non intervenivo... » sussurra al mio orecchio, ora che si trova a meno di un metro da me.
« ... ma non ho saputo resistere » dice in tono piuttosto seducente.
Se non fosse che lo odio, direi che è piuttosto bravo a fotterti il cervello con le parole.
Faccio un passo a destra per liberarmi da lui che mi sovrasta, ma sembra non gradire troppo la mia reazione dato che mi prende per un braccio e, senza alcuno sforzo, mi fa ritornare alla posizione di prima.
« Tu non te ne vai così facilmente » ghigna.
« Jake, sei ubriaco marcio. Non sai quello che stai dicendo » gli spiego guardandolo negli occhi.
« Infatti amo reagire d'istinto. Non penso spesso » ribatte.
Mi si avvicina ancora di più per posare le sue labbra calde sul mio collo.
Di scatto la mia bocca rilascia un gemito.
No. Non posso. Non posso cadere di nuovo nella tana del lupo. Non ora.
Cerco di allontanarmi ma mi è molto difficile dato che è molto forte.
Risale fino alla clavicola per poi dirigersi verso il retro dell'orecchio.
« Ti voglio » mi sussurra in modo sexy.
« Non possiamo » dico e il mio tono sembra così fragile come se il mio cuore urlasse di si e il mio cervello mi impone di dire di no.
« Non c'è bisogno del letto. Posso fotterti anche qui » dice risalendo con le mani sulle mie natiche per farmi appoggiare sul bancone.
Si fa largo tra le mie gambe per ritornare a baciarmi e succhiarmi avidamente il collo.
È ubriaco.
« Hai bevuto » cerco di ammonirlo, staccandomi da lui.
« Che importa » dice, guardandomi intensamente per poi riprendere quello che aveva iniziato.
All'improvviso sento il rumore della serratura che scatta.
Luke.
Salto giù velocemente dal bancone e spengo le luci della cucina lasciando solo un piccolo faretto per poi dirigermi dalle tazze del tè.
« Che cazz... » farfuglia Jake irritato ma poi stranamente si rende conto che è appena arrivato il fratello.
Sbuffa tirandosi i ciuffi rossi dei capelli.
« Eccomi Jennif-... cosa ci fai qui? » domanda Luke rivolto a Jake.
« Voleva anche lui del tè » improvviso.
« Ma si è scolato delle bottiglie e ora ha il coraggio di bere una tazza di tè? » domanda divertito Luke.
« Fratello vai a dormire -gli dice ancora- domani ti sentirai una merda »
« Non dirmi cosa devo fare » sputa Jake in risposta per poi sbattere la porta della sua camera.
« La vuoi te la sua tazza? » gli domando.
« Sì grazie » dice ancora con tono sorpreso ma anche molto stanco.

Dopo aver dato la buonanotte a Luke, vado a dormire sul divano. Si era offerto di darmi il suo letto ma ho rifiutato categoricamente. E voglio dormire da sola con i miei pensieri.
Dovrei essere a casa, ma è troppo buio e tardi per guidare.
Mi ha dato una coperta e dei cuscini. È piuttosto comodo.
Mi sdraio e non ci vuole molto, prima che cada in un sonno profondo.

// spazio autrice //
Heiii😍
Perdonatemi se il capitolo non è un granché ma sto male a causa di raffreddore e mal di testa, perciò spero di aver scritto qualcosa di decente ahahah
Spero vi piaccia allora😍
Ecco un Jake ubriaco è una Jennifer che continua ad allontanarlo.
Domani mattina? Che succederà dopo che Jake avrà smaltito l'alcol? Curiosi?!?😏😏

Domani mattina? Che succederà dopo che Jake avrà smaltito l'alcol? Curiosi?!?😏😏

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Jen vi da la buonanotte😘😘

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