Capitolo 12

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Leggete tutto lo spazio autrice in fondo, per piacere

JENNIFER

Il campanello del salone preannuncia l'entrata di un cliente.
Finisco di compilare un foglio per poi alzare la testa e incrociare lo sguardo con una tizia che indossa dei leggins quasi inesistenti, dato che le fasciano il corpo come un secondo strato di pelle e un top sul seno piuttosto prosperoso. Molto comodamente si è già appesa la giacca sull'appendiabiti.
« Come posso aiutarti? » domando già scocciata della sua presenza. Si guarda intorno come se cercasse qualcuno. Eppure oggi se non sbaglio nessuna ragazza aveva prenotato un appuntamento.
Sembra accorgersi solo ora della mia presenza.
« Ah scusa non ti avevo vista » ridacchia istericamente.
Okay, la vorrei già subito fuori dal negozio.
Mi alzo dalla seggiola, facendo un bel respiro per trattenermi dal mandarla fuori con un calcio in culo.
« Ripeto: come ti posso aiutare? » dico, cercando di rimanere il più calma possibile.
« Lavora qui Jake? » chiede subito, guardandosi attorno.
Un'altra gallina.
La maggior parte delle ragazze che vengono, vogliono prendere appuntamento per farsi fare un tatuaggio da uno dei tre ragazzi. Principalmente si fanno fare tatuaggi sul fianco, sul fondo della schiena, al centro del petto praticamente vicino al seno e altre cose oscene da malate mentali.
Io davvero mi chiedo dov'è la sanità mentale di queste persone. Anzi, non ce l'hanno proprio.
Sospiro alzando gli occhi al cielo.
« È occupato ora »
« Va bene, allora aspetto. Non puoi andarlo a chiamare? » mi domanda, scrutandomi attentamente.
« Non posso interromperlo mentre sta tatuando una persona » rispondo secca e piuttosto acida.
« Sono Alexa, piacere » si presenta porgendomi la mano. È così falsa che neppure le sue tette sono vere. Metterei una mano sul fuoco.
« Jennifer » mi limito a dire, guardandola e basta.

Invece che tornare a sedermi alla scrivania, decido di riordinare le riviste sparse sulle poltroncine d'attesa.
« Devi fare un tatuaggio? » le domando, indagando su questa tipa.
Appoggia il telefono, che stava guardando fino ad adesso, sul divano per concentrare la sua attenzione su di me.
« Puoi ripetere? » domanda con la voce più insopportabile che io abbia mai sentito.
« Ho chiesto se sei qua per un tatuaggio. Dovresti prendere l'appuntamento e poi ritornare la prossima volta » sputo per la seconda volta.
« Ah, no no. Devo solo vederlo » dice per poi riprendersi l'aggeggio elettronico.
Decido di non parlare più, ho già male alle orecchie.

« Da quanto conosci Jake? » chiede ad un tratto, interrompendo il silenzio che si era creato.
Perché proprio oggi non c'è nessun cliente che aspetta? Così almeno parlavo con qualcuno che non sia questa tizia.
Com'è? Alexis? Alexandra? Alex?
Ah, giusto. Alexa
Che poi... che razza di nome è?
« Da parecchi anni » mi limito a rispondere, senza neanche alzare la testa per guardarla.
« Siete amici? » domanda ancora.
Ma non gliela chiudono mai la bocca a questa?
« Si... » dico soltanto, senza approfondire l'argomento. Ci manca che si faccia i fatti miei.
Per fortuna ora sta zitta e posso continuare il mio lavoro.
Ogni tanto quando vado sulle mail mi capita di ripensare a Rick.
I biglietti che trovo ogni tanto non mi lasciano tranquillissima.
Non capisco questa sua ossessione, forse è malato e si limita a scrivere questi messaggi piuttosto incomprensibili anche.
Non so perché si è arrabbiato tanto, cosa gli abbia fatto in particolare. Piuttosto quello che mi preoccupa è che i foglietti me li lascia nel posto in cui mi trovo in quel momento. Vuol dire che mi segue, mi spia.
Avvolte vorrei parlarne con Kyle o Luke, ma poi ci ripenso sempre. È solo una cavolata, probabilmente.

« Ma quanto ci mette? » domanda impaziente, dopo un'ora e mezza.
La porta dello studio di Jake si apre in questo preciso istante.
« Parli del diavolo e spuntano le corna... » sussurro tra me e me.
« Jake » lo chiama con un tono di voce piuttosto provocante.
Lui si accorge di lei e guarda me, per poi riportare lo sguardo sulla ragazza.
« Cosa ci fai qui? » domanda un po' infastidito.
« Possiamo parlarne fuori? » domanda, passando una delle sue mani sul petto di Jake.
« Puoi dirmelo tranquillamente qui dentro » dice lui alzando le spalle.
Lei si volta guardandomi e perciò mi sorprende mentre li osservavo.
« Esco io non c'è nessun problema » ghigno, divertita da questa situazione. Non so davvero questa troia cosa voglia ottenere.
Jake mi guarda in modo strano e non riesco a capire. L'altro normale.
Odio dare la vittoria alla gente, ma tanto volevo prendere una boccata d'aria anche prima. Non si riesce a condividere ossigeno con quella.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora