Capitolo 19

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LUKE

Do i giri di chiave alla porta d'ingresso del salone e tiro giù la saracinesca, per poi mettere il blocco.
Sbuffo e mi incammino verso il mio pick-up. Il cielo ormai non è così chiaro come me lo ricordavo ieri perché è piuttosto nuvoloso.
Mi squilla il telefono.
« Chi è? » domando piuttosto seccato dato che la mia stanchezza ha superato il limite e non sono ancora arrivato a casa.
« Sono io coglione, chi vuoi che sia » risponde, con tono acido, Cole.
« Scusa amico, brutta giornata » mi limito a rispondere, mentre continuo a camminare fino allo spiazzo.
« Ah, lascia perdere. Volevo chiederti se ti va un drink »
« Sono stanco e ho voglia solo di buttarmi sul letto » rispondo.
« D'accordo, alla prossima allora »
« Alla prossima » ma prima che metta giu, lui mi richiama.
« Cosa c'è? » domando, mentre sbatto lo zaino nei sedili posteriori e salgo per andare al volante.
« Jake quando smetterà di rinfacciarmi quella sera in cui avevo bevuto troppo e ho parlato con la vostra amica? » mi domanda con tono abbastanza divertito.
« Cosa ne so io, sono problemi tuoi, amico. L'hai combinato te il casino e sai benissimo che Jake scherza poco » gli rispondo.
« Dai non fare lo stronzo » ridacchia.
« Offrigli una birra, gli passerà » alzo le spalle e poi concludo la chiamata.
Chiudo la portiera e accendo la macchina.
I fari illuminano una sagoma nera incappucciata che percorre lo stradino che ho fatto prima, per arrivare ad una macchina nera sulla piazzetta. Mette in moto e sgommando se ne va.
Che cazzo ci faceva dal negozio?

Stressato e stanco entro in cucina, ma rimango sorpreso nel vedere Jen che prepara da mangiare, armeggiando con le pentole.
« Mushroom? » domando stupito.
Si gira di scatto, non avendo sentito la mia presenza.
« Oh Luke, ciao » mi sorride e mi viene incontro per abbracciarmi.
Come è piccola quando mi si avvicina, quando mi stringe forte a se.
« Quanta dolcezza » esclamo ridacchiando.
Si limita a ridere per poi staccarsi.
« Oggi sono venuta qua pensando di trovarti... » lascia la frase in sospeso.
« ...ma hai trovato mio fratello » ghigno, terminando la sua frase.
Mi fulmina con lo sguardo per zittirmi, come a suo solito.
« Sei stata qua? » domando, mentre mi tolgo le scarpe e mi siedo al tavolo.
« Ero stata da vostro padre e poi ero stanca » spiega velocemente.
« Qualcosa non quadra » ridacchio, sapendo che questa situazione la sta mettendo in difficoltà.
« Niente... volevo solo abbracciarti » fa spallucce mentre è di schiena davanti ai fornelli.
« Per quale motivo? » domando ancora, c'è qualcosa che non vuole dire.
« Nessun motivo » si gira per tirare su un angolo della bocca.
« D'accordo » tiro su le mani in segno di resa. Jennifer non ti dirà mai niente se non vuole, la fai solo innervosire e basta.
Per questo so poco di lei, del suo passato. Ha sempre accennato al fatto che il suo passato è stato piuttosto 'turbolento'. Parole sue. Non è mai andata oltre.
« Che cosa cucini? » oltre ad essere molto brava nell'apllicare piercing e gestire le cose, se la cava molto bene in cucina.
Infatti se non sbaglio doveva dare qualche lezione culinaria ad Hazel... non ci sa proprio fare invece.
« Costoline di maiale affumicato con salsa agrodolce » dice indaffarata.
« Uh buono » sorrido.
« Lo so, l'ho fatto perché sapevo che vi piaceva » dice allegra. Sembra ormai aver superato il momento di prima in cui si era incupita.
« Vi? Quindi sai anche i gusti di Jake » ridacchio prendendola in giro.
« Ti strozzo con la carne » mi dice acida lanciandomi addosso un pezzo di pane.
« So che non lo faresti mai » le sorrido e mi avvicino per darle un bacio sulla fronte.
« Mi conosci bene allora » ride, tirandomi in faccia della mollica.

Ad un tratto entra Jake e noto che le spalle di Jen si irrigidiscono. Sono seduto a tavola in attesa che sia tutto pronto.
Guarda lei e poi me. Fa un cipiglio.
« Sei restata per preparare la cena? » domanda riferito ovviamente a lei.
« Si » si limita a rispondere.
« Resti a mangiare? » le domanda ancora.
« Si » risponde con un tono piuttosto strano. Come se non fosse a suo agio. Be', d'altronde loro due non lo sono mai l'uno con l'altro.
« Dove sei stato? » gli domando.
« Da papà » risponde per poi sparire dalla cucina.
Jen si è fermata e dopo qualche secondo rilascia un sospiro.
« Tutto bene? » vedo che è piuttosto agitata per qualcosa.
« Si, tranquillo » e mi sorride, ma so che tanto non è così. Ci rinuncio.
Mi alzo dalla sedia e vado a cercare quello stronzo di mio fratello.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora