Capitolo 46

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KYLE

«Io ancora non ci credo. Voglio dire, tra quindici giorni uscirà il cartaceo. Mi sembra ieri di aver mandato il manoscritto... sono passati quasi due mesi tra tutto, no?»
Mangio la mia insalata col pollo in compagnia della mia ragazza, in un ristorantino nella stessa via di dove lavora Hazel.
«Sono davvero contento per te» Le sorrido. Lo penso veramente.
Le prime volte che l'ho conosciuta, la vedevo sempre con un libro in mano e si era capito chiaramente quanto coltivasse la sua passione.
«Tutto questo grazie ad Hanna. Mi ha aiutata in alcuni momenti di smarrimento, mi ha spronata ad entrare alla casa editrice e ora... be', non credevo che i sogni nel cassetto si realizzassero»
Il suo sorriso così spontaneo e vero mi fa capire quanto ami profondamente questa donna, quanto mi regali ogni giorno, quante cose belle abbiamo vissuto insieme in questi due anni. Più tengo in considerazione questi aspetti e più mi convinco che ciò che le chiederò non sarà totalmente una gaffe, che probabilmente asseconderà la mia idea. È passato davvero tanto tempo dalla nostra prima conversazione, dal nostro primo bacio. Per me è moltissimo e proprio per questo motivo, sento il dovere e il piacere di fare un ulteriore passo avanti.
«In questi sogni facevo parte anche io?»
La prendo in giro e in risposta mi da un lieve calcetto sotto il tavolo, ridacchiando mentre arrossisce. Cavolo, quanto amo vedere il rossore sulle sue goti. Mi ricordata tremendamente quando all'inizio le rivolgevo la parola e la imbarazzavo.
«... Comunque Hanna chi è più?»
Ho un vuoto di memoria. Non è che mi importi molto la risposta, più che altro voglio continuare a sentire la sua voce, vedere schiudersi le labbra rosee e provare a immaginare una sua possibile reazione futura per quello che accadrà.
«È la libraria. Continuo ad andarci in quella libreria, sai? Noto che nel tempo compaiono sul suo viso nuove rughe, il viso è stanco e le mani più asciutte» Lo sguardo perso in chissà quali pensieri.
Le sorrido appena, sentendo il forte desiderio di baciarla e farle ricomparire il sorriso sul suo volto magro e levigato, morbido e chiaro, costellato da magnifiche lentiggini.
«La vecchiaia, Hazel» Rilascio un sospiro.
«Lo so...» Sussurra, abbassando il volto, osservando la sua insalata come se in realtà ci fosse qualcosa di interessante.
«... Voglio invecchiare con te, Kyle» Dice d'un tratto, alzando il viso di scatto, puntando i suoi bellissimi occhi da cerbiatto nei miei.
«Dico sul serio» aggiunge, sorridendo timidamente.
«Wow, bel desiderio» Sdrammatizzo anche se so che l'argomento è serio e profondo.
«Tu lo vorresti?» Azzarda a chiedere, allungando una mano sulla tovaglia blu oceano.
«Lo vorrei» Allungo la mano, toccando le sue dita esili.
Mi convinco che poi, quello che farò, che voglio fare, non sarà una cazzata. Magari ho centrato in pieno il momento adatto per questa scelta che mi tormenta ogni giorno che passa. Ho solamente paura, timore, ma mi sto convincendo che questo è il dettaglio, l'aggiunta che completerà il nostro noi.

Prendiamo la mia macchina, così che la possa riaccompagnare a lavoro, dopo la pausa pranzo che abbiamo fatto poco fa. E anche io tornerò allo studio, dove mi attende un'atmosfera e un clima tutt'altro che confortevole e leggero.
Accendo il motore e parto, poggiando le mani sul volante. So di averla fatta preoccupare nelle settimane precedenti perché ero stressato e agitato per la scelta che stavo facendo. Ora però mi sono deciso definitivamente, prendendo di nuovo in mano le redini della situazione.
«Jake e Jen hanno, per così dire, rotto» Parlo nel silenzio della macchina.
«L'ho saputo da Luke, me l'ha raccontato due giorni fa quando sono venuta da te, mentre ti aspettavo dai divanetti. Non sembrano messi bene. Jake non parla e Jennifer è persa nei suoi pensieri»
«Esattamente. Vorrei poter fare qualcosa, ma credo se la vogliano sbrigare solo loro due»
Mi dispiace vederli in quello stato. Jake sembra un cane bastonato e non lo fa per attirare l'attenzione di Jen, ma sta male veramente. Sapevo che qualcosa sarebbe andato storto, ma dai, diciamocelo che amare qualcuno non è mai semplice. Il rapporto che avevo con Hazel i primi tempi era strano, non potevamo certo definirci una coppia, ma appena la situazione era divenuta più seria mi ero lasciato prendere dalle emozioni e avevo rovinato un po' quello che c'era tra me e lei, comportandomi in modo alquanto irresponsabile. Ero geloso di un ragazzo gay -mi pare Thomas si chiamasse- che dava tutta l'aria di essere indifeso e sapevo che non avrebbe ostacolato il nostro rapporto, ma appena l'avevo visto avvicinarsi a lei non avevo capito più niente. Se ci ripenso ora mi viene da ridere, povero cristo, non avrei voluto spaventarlo in quel modo quando avevo cercato di prenderlo a pugni, fronteggiandolo. Hazel mi dice che qualche volta si vede con lui e mi controllo, nonostante voglia visionare di persona e sappia chiaramente che non è etero e non è interessato alla mia ragazza.
Si è ciechi, in tutti i sensi, in amore. Ma non credo si tratti della stessa situazione dei nostri amici. Hanno ancora un po' di cose da risolvere e rimettere a posto per cominciare a costruire un vero rapporto.
Sta di fatto che devono risistemare le cose perché non starebbero così male se non si amassero, non soffrirebbero in questo modo. E poi, su, spaccano di brutto insieme.
«Tenterò di parlare con Jennifer, ma posso risparmiarmi la fatica, visto che ho un piano migliore»
Il suo sorrisetto compiaciuto nasconde qualcosa.
«Ora però sono curioso» Con una mano prendo il suo mento, avvicinandolo a me e baciandola sulla labbra, rubandole un bacio che aspettavo da prima di darle.
«D'accordo, ma non devi aprire bocca» Mi punta il dito contro, divertita.
«Va bene. Muto come un pesce» Sollevo i palmi dal volante, in segno di resa. Se tenere la bocca chiusa vorrà dire far riavvicinare quei due rimbambiti, certo, lo farò. Dopotutto, riesco perfettamente a tenere le cose per me da sempre e lo sto facendo anche con la ragazza che amo. Ma con scopo più che positivo.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora