Capitolo 29

57.1K 2.3K 470
                                    

KYLE

« Buongiorno » mi sorride Hazel.
« 'Giorno » ricambio, mentre continuo a pettinarle i capelli.
« Già sveglio? » dice, mentre mi tocca la fossetta. Ghigno.
« Si » e le lascio un bacio sulla bocca.
« Cercavo di svegliarti, anche se lo detesto fare, perché devi andare a lavoro » percorro con il dito il suo viso e, appena sente le mie parole, le si forma un'espressione sorpresa sulla faccia.
« Oh mio dio Kyle!! E quando pensavi di svegliarmi?! Mio dio, mancano solo quaranta minuti » si alza in preda al panico. Comincia a raccogliere i vestiti che sono finiti per terra durante la notte, mentre sbuffa. Io la guardo, ancora seduto sul letto, osservando le sue magnifiche curve. Ghigno, trovando quanto sia sexy quando è preoccupata.
« Non stare lì a guardarmi e aiutami, santo cielo » dice cercando qualcosa.
« Dovrei aiutarti a trovare questo? » le domando facendo svolazzare il suo reggiseno nero di pizzo tra le mie mani.
« Sei veramente un coglione! » dice strappandomi il tessuto dalla mano destra.
Con uno scatto fulmineo la prendo per i fianchi e la stendo sul letto, tempestandola di baci.
« Non la pensavi così questa notte » la prendo in giro.
Lei ride ed è la cosa più bella da sentire.
« Sei un coglione lo stesso, ma ti amo » mi lascia un ultimo bacio per poi darmi un pungnetto sulle costole per farmi spostare.
« Anche io » le sussurro per poi alzarmi.

Siamo in macchina e la sto portando a lavoro prima di dirigermi al Tattoo's studios.
« Non hai fatto colazione » la rimprovero dolcemente.
« Me la caverò » mi prende per il culo. È parecchi giorni che mi convinco che prima o poi dovrò dirle di Jennifer, però appena la vedo sorridere mi sento morire. Non riesco a immaginare la sua reazione, come potrebbe sentirsi. E di questo passo, rimando ogni volta l'argomento. In certi momenti mi chiede se c'è qualcosa che dovrei dirle, perché mi conosce così bene da capirlo, ma rispondo sempre con un 'no' secco, sviando l'argomento.
Mi accosto lungo il marciapiede per farla scendere.
« Ci vediamo dopo, ti raggiungo allo studio »
« Non so se riesco a darti un passaggio oggi, forse è meglio rimandare » al solo pensiero che non veda Jennifer, comincio ad agitarmi. Si, potremmo inventarci la scusa che è partita per una vacanza ma non se la berrà mai.
« D'accordo » risponde con tono assente.
Le lascio un bacio piuttosto intenso. Mi mancano sempre le sue labbra.
Faccio un'inversione, riportandomi sulla strada opposta, diretto verso il salone.

Appena varco la porta noto Luke sui divanetti con la testa tra le mani.
« Che succede, amico? » domando.
« Ieri Jake è tornato a casa ubriaco fradicio, non so neanche come abbia fatto a guidare. Dava di matto, diceva di aver visto Jennifer, diceva che non ce la faceva più e... e che non la ritroveremo più » deglutisco, sentendo queste parole.
« È da denunciare alla polizia. Non possiamo andare avanti così, sperando che un giorno si faccia avanti una di quelle merdose mail in cui ci da un indizio. Non riusciremo a risolvere le cose da soli » rifletto.
« Forse hai ragione, ma gli sbirri non la conosco neanche e non potendo neppure rintracciare il luogo in cui sono state inviate le mail... non credo che la cosa si risolverebbe più facilmente. Si innalzerebbe soltanto un gran polverone e basta » dice, mentre si alza.
« Però Jennifer in questo momento potrebbe stare male e aver urgentemente bisogno del nostro aiuto. Non possiamo restare a guardare la situazione » alzo il tono della voce.
« Sta di fatto che dobbiamo pregare che il nostro capo non venga a farci visita, scoprendo che non c'è Jennifer »
« Speriamo davvero » ribatto tirandomi le punte dei capelli.
« Dov'è Jake? » domando ad un tratto.
« Dovrebbe arrivare »
« D'accordo... cerchiamo di rispondere alle chiamate dei clienti, alternandoci » dico, mentre percorro il corridoio fino al mio studio.
« Comincio io perché tanto fino alle undici non ho nessun appuntamento » mi risponde dall'altra parte.

« Devi prendere un appuntamento tranne che di domenica perché c'è poca gente. Il resto dei giorni invece chiama e così ti fissiamo il giorno e l'ora » dico ad un ragazzo.
Adesso è il mio turno di stare al banco ed è maledettamente strano perché in questo momento, in questo esatto posto dovrebbe esserci la splendida ragazza che c'è sempre stata fin da subito. E non io.
Il campanello mi fa alzare la testa per constatare che è appena entrato Jake.
« Avevi il turno di pomeriggio? » gli domando.
« Si » si limita a rispondere.
« Come va? » cerco di chiedere.
Appoggia i gomiti sul banco.
« Una merda. Come credi che vada? »
« La troveremo » ribatto.
« La vedo dappertutto come un coglione. Ieri mi stavo per fare una tipa solo perché aveva i capelli biondi... mi capisci? » nel suo tono c'è disperazione e rabbia. Come non biasimarlo.
« Appena avete un momento libero vi devo far vedere una cosa » dice cupo, mentre va nella sua stanza a prepararsi.
Annuisco e avviso Luke tramite il telefono della segreteria di raggiungere lo studio di Jake, appena ha un buco libero.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora