Capitolo 47

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JENNIFER

«Matt, ci sto provando» Chiudo un lembo della felpa nel pugno. Sono seduta di fronte alla sua lapide, a lui.
Vengo spesso qui perché è come se mi aspettasse per ascoltare i miei sfoghi, i miei racconti. Sento dentro di me il dovere di farlo, sia per tenergli compagnia, sia per me stessa, per alleggerirmi un po' dal peso che porto.
«Giorni fa mi ha chiesto di abbracciarlo e l'ho fatto. Sai, ne avevo una voglia matta anche io, ma poi ho dovuto riprendere le distanze. Guarda che non è facile, eh» Un sorriso triste si dipinge sul mio volto.
«Piano piano mi sto aprendo, sto aprendo il mio cuore. Be', in realtà non ho fatto niente di speciale. Gli ho parlato un po' di più e gli ho permesso di avvicinarsi per stringermi tra le sue braccia. Ne ha bisogno quanto me»
Ripenso all'espressione triste di quando lo avevo allontanato. Mi sto esercitando, sto cercando in qualche modo di abituarmi a questo.
«Se è amore... non saprei. Cavolo, non immaginavo neanche di incontrare l'Amore e nemmeno che fosse così complicato. Forse è lui, anzi, ne sono sicura, ma devo garantire che lo sia anche io per lui. Il resto della storia lo sai già» Agito le mani in aria, come per scacciare qualcosa di invisibile.
Se soffrire è sinonimo di amare, credo di aver trovato la strada giusta. Non ho ancora parlato seriamente con Jake, mi si blocca come lo stomaco appena cerco solo di pensarci. Voglio aggiustare le cose tra noi, lo voglio davvero. In questo periodo credo di essermi rialzata e ciò che devo fare ora è il primo passo.
Non è che di punto in bianco credo di amarlo, soltanto ho dato la possibilità ai miei sentimenti di essere ascoltati, sto tentando di far prevalere ciò che sento sulla paura. Lui me l'ha dimostrato più e più volte di amarmi, non solo con le parole, ma anche con i gesti.
È complicato e devo venirne a capo, devo sistemare il nostro rapporto.
«Comunque oggi è una bella giornata...» mi guardo intorno e mi soffermo con lo sguardo a qualche metro di distanza da me. Scorgo una ragazza inginocchiata che abbraccia la tomba di qualcuno. Sorride e muove le labbra, sicuramente dicendo qualcosa, avviando una conversazione ultraterrena come sto facendo con te, Matt.
So che è sbagliato farmi gli affari degli altri, ma sono particolarmente colpita da come siano illuminati i suoi occhi, come sia felice. Non è un atteggiamento tipico di chi ha perso un famigliare o qualcuno di caro, vicino, e proprio per questo mi incuriosisce spingendomi a osservare la scena anche se non dovrei.
Si volta, cogliendomi impreparata. Riporto subito il volto dritto davanti al tuo nome inciso sul marmo.
«Non credo di essere la sola a parlare con un morto» Ridacchio, immaginando come avrebbe riso il signor Walker.
«Resta il fatto che, si, è parecchio incasinata la faccenda. Io lo sono, tuo figlio lo è. Un bel casino. Ma lo sai, odio l'ordine, lo trovo monotono» Sorrido tra me e me.
«Ora credo che andrò! Tra quaranta minuti devo essere in negozio...» Mi sollevo premendo sui palmi poggiati sul terriccio e stendo le gambe che prima erano rimaste rannicchiate.
Passo una mano lungo il profilo, proprio come se gli stessi facendo una carezza, come se stessi poggiando la mano sulla sua.
«Ci vediamo presto, ti terrò aggiornato» Sussurro, per poi incamminarmi.
Passo alle spalle della ragazza che è seduta, intenta a fare qualcosa. Mi soffermo un secondo per cercare di decifrare il nome inciso sul marmo, ma sono un po' lontana e la mia vista non è delle migliori. Certo, non ho bisogno degli occhiali e li detesto... però non riesco ad aguzzare la vista a questa distanza.
«Lui è Aspen» Mormora dolcemente la giovane donna voltata di spalle, come se mi stesse presentando realmente e fisicamente questo uomo sepolto proprio sotto di lei.
Credo si sia accorta dei miei passi che si sono fermati, per questo ho attirato la sua attenzione. Vengo varie volte, eppure non l'ho mai vista.
Si gira, sorridendomi per poi alzarsi e venire a stringermi la mano, come se non ci trovassimo in un cimitero circondati da defunti.
«Piacere, Kat»
«Uhm... Jennifer» La osservo con circospezione, con curiosità.
«Scusa se mi sono permessa di presentarti Aspen, faccio fatica a distinguere la realtà dall'immaginazione» Si giustifica, agitandosi un po'. È una ragazza mora, con riccioli che ricadono lungo le spalle piccole e magre. Porta un paio di grossi occhiali che le rendono gli occhi più grandi e stranamente dolci.
«No, ci mancherebbe. Devi scusare me che mi sono permessa di curiosare»
«Mi fa piacere che ti interessi ad Aspen»
«... era il tuo ragazzo?»
Non sono il tipo che ti aggira con le domande, ma va dritta al sodo. So che non è un comportamento ideale, ma certe volte è più utile di quanto si pensa; ti risparmia rigiri di parole e perdite di tempo.
Non sembra scossa dalla mia domanda dritta e mirata, anzi, sembra che le faccia piacere questo mio atteggiamento curioso nei confronti di questo Aspen. Probabilmente nessuno le ha mai fatto domande su di lui.
«Si...» Sposta una ciocca dietro l'orecchio.
«Non ti ho mai vista da queste parti»
«Già... abito fuori città e cerco in tutti i modi possibili di trovare del tempo per venire, ma gli studi, l'università, gli esami... ecco, proprio non mi fanno respirare»
Il tono è così tranquillo che mi chiedo come faccia.
«Vengo da Aspen almeno un pomeriggio alla settimana. Ha bisogno di me e io di lui»
«Era giovanissimo...» Do voce ai miei pensieri, senza volerlo.
«Un ubriaco al volante l'ha investito, una sera. Aveva le cuffiette alle orecchie e non ha sentito l'auto arrivare a gran velocità. Ci ha rimesso la vita» Lo sguardo perso sicuramente in un mare di pensieri, di ricordi, di sensazioni che si cercano in tutti i modi di affogare nella parte più profonda del cervello.
«È morto sul colpo. La mia vita non è più la stessa senza di lui» Si volta verso la lapide, come se l'avesse lasciato in disparte dalla conversazione. Non ho certo preteso che mi raccontasse questi dettagli, ma sembra l'aiuti a sfogarsi. Resto in silenzio, non sono d'aiuto, ma in queste circostanza proprio non mi viene nessuna parola adatta da utilizzare. Sembra tutto fuori luogo.
«Rimarrà sempre e solo lui nel mio cuore -poggia entrambe le mani al centro del petto- non se ne andrà mai» Alza lo sguardo, puntando i suoi occhi nei miei, sorridendomi.
«Come... come fai ad andare avanti avendo provato un sentimento così forte? Come fai a sopravvivere?» Le chiedo, di getto. Non credo sia facile continuare con la quotidianità quando un pezzo manca a completarti, come se camminassi senza una gamba.
«Me lo chiedo continuamente. Ci sono giorni in cui mi sveglio, accendo il cellulare e aspetto il suo solito: "buongiorno principessa" ma non mi arriva niente. È terribile quando realizzo che è finita, che non c'è più. Vado avanti dedicandomi allo studio e a lui, impegnandomi in tutti i modi a venire almeno un giorno alla settimana per trascorrere un'oretta in sua compagnia, come ai vecchi tempi. Porto un blocco di fogli e disegno per lui, metto nella borsa il libro di poesie e gliele leggo proprio come faceva con me. Mi sdraio accanto alla lapide e avvolgo una coperta attorno al masso come per creare un collegamento tra noi e faccio partire la nostra playlist sul cellulare. Quando sto davvero male mi metto una delle sue magliette che lasciava nella mia cameretta e aspiro il suo profumo... sembrerò stupida, ma quando ti succedono cose di questo tipo, niente sembra più normale» Incrocia le dita, puntando lo sguardo sui suoi piedi, imbarazzata.
Ho ascoltato il suo racconto rapita dalle sue parole, da come siano ancora belli vividi i ricordi, a come metta da parte molte cose, sacrificandosi, per venire qui. Sorprendente.
«È bello amare una persona» Osservo, guardandomi attorno. Non so come, ma il sorriso, il comportamento di questa ragazza mi ricorda molto Hazel. Hanno un qualcosa di dolce e gentile nella voce che le accomuna particolarmente.
«Credo non esista alcuna parola che possa descrivere l'amore...» alza gli occhi al cielo.
«Te ed Aspen lo siete» Noto che le fa piacere la mia affermazione decisa e l'uso di un tempo presente, come se non si fossero divisi per colpa di una morte prematura.
« Ti ringrazio e scommetto che anche lui lo sta facendo» Si volta nella direzione della tomba.
«Vieni qua da sola?»
«È tranquillo, riesco a parlare più facilmente. Non deve esserci niente ad interferire tra noi.
«Mi sono innamorata fin da subito di Aspen. Aveva quel modo di fare che mi attraeva, proprio come una calamita. I suoi occhi sono qualcosa di unico...»
«Sono sicura pensi lo stesso di te» Le sorrido.
«È buffo, perché non mi ha mai detto: "Ti amo". Non mi importava particolarmente perché quello che sento è più forte di una frase, va ben oltre il resto. Non me lo ripeteva, ma i suoi gesti lo dimostravano. Pensa che quando l'hanno trovato sulla strada senza vita, a causa del brutto schianto, nella tasca c'era una lettera. Era indirizzata a me. So che voleva darmela in quei giorni e l'avevo capito dal fatto che fosse più titubante e insicuro. In quelle parole nero su bianco ci sono i suoi sentimenti che dal cuore sono arrivati sulla carta e che a loro volta sono indirizzati alla sottoscritta. È timido, per questo non ha avuto il coraggio di dirmelo. Anzi, non ha avuto abbastanza tempo. È prezioso ogni attimo, Jennifer»
Ogni parola va dritta al cuore, si insinua sotto la pelle, si tatua sul mio corpo. Faccio tesoro di ciò che mi ha appena detto. È poco più piccola di me, ma sembra abbia visto già tanto della vita, sembra abbia vissuto intensamente.

Sono la prima ad arrivare allo studio per riaprire dopo la pausa pranzo. Ne approfitto del silenzio e della solitudine per entrare nella stanza da lavoro di Jake.
C'è tutto a posto come al solito, gli aghi sul tavolo e i disegni appesi alla parete. Mi avvicino e li guardo con attenzione. Da questi schizzi trapela il suo carattere, le decorazioni tribali, il fuoco e i demoni nascosti dietro le proprie ombre. Lui è così: tenebroso, misterioso, ma tremendamente facile da capire quando si apre con una persona. Mi ha dato questa opportunità e io l'ho bruciata per paura e... sono una stupida. Se tornassi indietro rifarei tutto da capo perché così, proprio come ora, avrei avuto una chance per capire e seguire il mio cuore. Non ho ricevuto amore e faccio fatica a darlo agli altri, insomma, non è una cosa facile. Mi stupisco ancora di come lui, in questi mesi, sia riuscito a cambiarmi, a migliorarmi. Sono fiera di me stessa e di quello che ho fatto. Ho lasciato che passassero sedici giorni -si, l'ho contati- e ora ho capito che non riesco a fare a meno della sua vicinanza. Ho notato come le giornate si allunghino e diventino noiose senza i suoi sguardi che mi facciano sentire viva e le sue parole che mi rendano bella ai suoi occhi.
Nella mia vita non ho fatto altro che soffrire, inconsciamente mi sono sempre ritrovata a seguire una strada tortuosa. Non dico che con Jake non lo sia ma, essendo preparata psicologicamente, può essere molto più semplice di quello che sembri. D'altronde avere accanto qualcuno non è mai come essere completamente soli.
Credo di amarlo e forse l'ho sempre saputo perché non ci si può innamorare da un giorno all'altro. Almeno, non per una come me. Questo sentimento è stato nascosto dall'odio, dalla paura e dalla mia riservatezza. Se ho ancora questa chance per riconquistarlo, lo farò. Non sono quel tipo di persona che rimane a piangersi addosso gli errori aspettando altro tempo per far sì che si faccia avanti l'uomo. Quella ragazza, Kat, ha ragione: "È importante ogni attimo" e so di averne sprecati abbastanza, di attimi. È stato paziente davanti alle mie scelte, alle mie decisioni.
Ora è il mio turno e troverò il momento di fargli capire che sono pronta. Pronta a concedergli il mio amore represso nel tempo. Forse si, ho sempre aspettato un Jake in tutto questo tempo e avercelo davanti mi ha resa cieca senza farmi capire realmente quanta fortuna ho avuto ad averlo incontrato sul mio cammino.

// spazio autrice //
Heiii❤️
Come va?
Scusate la lunga attesa, non avrei mai voluto aggiornare così tardi, ma con l'inizio della scuola ho fatto davvero fatica a trovare del tempo. Giusto per farvi capire, è iniziata da due giorni e già ho un'interrogazione lunedì. Poi si, scrivo di solito la sera tardi ma proprio avevo gli occhi che bruciavano. So che non vi interessa saperlo, ma era solo per farvi capire perché ho impiegato tanto e scommetto che anche voi siete sulla mia stessa onda ahaha.
Cercherò di fare il possibile per regalarvi il prossimo capitolo! Tra poco i #Kyzel eheheh con una bella sorpresa!
Mi scuso inoltre se il capitolo non è stato dei migliori oppure è stato noioso, ma dovevo almeno farvi capire come stesse Jen, cosa abbia deciso durante questo periodo.
Comunque grazie di tutto, delle vostre parole dolcissime e il vostro supporto in ogni mia decisone. Mai da dare per scontato!😘

 Mai da dare per scontato!😘

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Oggi vi saluta Jen... pronta all'azione😍

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