Capitolo 26

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KYLE

« Chi cazzo sarebbe questo Rick?! » esplode Jake, tirando un altro pugno sulla scrivania, facendoci trasalire.
« Calmati, fratello » si rivolge a lui Luke.
« Adesso mi spiegate come potete stare tranquilli davanti a tutto 'sto schifo. Io ammazzo tutti » sibila con sguardo quasi impossessato.
Sbuffo dal mal di testa.
È davvero terribile la situazione. Questo verme ha appena rapito Jennifer, la stessa ragazza che lavora nel nostro negozio, l'amica che conosciamo da tanto tempo.
« Non è possibile... » sussurra Luke, mentre tutti leggiamo le mail che questo mostro ha inviato. Non capisco come possa centrare con lei, come abbia avuto un contatto con lui.
«... in tutto questo lei è stata zitta e non ci siamo resi conto di niente » i miei pensieri vengono condivisi. La mia mente è così affollata da domande, incomprensioni e dubbi che rischio di mandare in pappa il cervello. Non voglio immaginare quello di Jake...
« Ricordiamoci che il suo forte è sempre stato quello di nascondere così bene le cose da non farci capire neanche cosa le accadeva intorno. Però ribadisco il concetto che io l'avevo intuito, ma a quanto pare nessuno mi ha dato ascolto » parla quasi fra se e se, Luke.
« Io lo distruggo » dice a denti stretti l'altro Walker e non so se si stia riferendo al computer o a quel tizio. A entrambi, suppongo.
« Sono delle prove » intervengo facendolo ragionare.
« Io non ne parlo con gli sbirri » ribatte, quasi inferocito.
« Potrebbero aiutarci! » gli faccio capire.
« No, se ne infischierebbero, ho avuto a che fare con loro per molto tempo. Potrebbe essere troppo tardi quando arriveranno a capire dove si trova » ringhia, socchiudendo le palpebre.
« Può essere ovunque » Luke allarga le braccia per poi farle ricadere lungo i fianchi, gironzolando per la stanza.
« Può essere dall'altra parte del mondo, come a venti metri da noi » ragiono, ripercorrendo il mio passato. Essendo scappato dalla mia famiglia adottiva, all'età di sedici anni, non è stato facile 'mimetizzarmi' tra la gente, ma ci sono riuscito. E in tutto questo, dopo tempo, mi pensavano morto. A volte passavo anche da casa senza che se ne accorgessero.
« Non sappiamo nulla di questo tipo » rilascio un sospiro.
« Mi fa imbestialire tutto ciò » sbotta Jake, alzandosi di scatto dalla sedia.
« Non saprei neanche da dove cominciare... » pensa ad alta voce, Luke.
« Già... » rispondo.
« Dobbiamo trovare quel tizio incappucciato che abbiamo visto fuori dal negozio... potrebbe essere lui » dice ad un tratto Jake.
« Potrebbe, ma sarebbe troppo scontato. Se fossi quel Rick non mi farei vedere in giro, soprattutto con una macchina e una targa » rifletto.
« Mai dare nulla per scontato » risponde Jake.
« Non lo stavo facendo, valutavo più ipotesi... » gli spiego, evitando di incazzarmi per la sua acidità. Ma non si può non biasimarlo.
« Comunque potrebbe sapere molto riguardo questa storia. Se ci ha osservato varie volte, nulla toglie che ci possa essere stato anche ieri sera » dice Luke.
Lo guardiamo ripensando alle sue parole.
« Che si faccia vivo, sennò lo faccio resuscitare, dopo averlo ucciso » sibila, per poi prendersi la giacca e uscire.
« Si è mai comportato così? » chiedo a Luke, quando ci siamo solo noi.
« Per quanto ne so, non è la prima volta che si incazza cosi. Gli da molto fastidio quando non riesce a controllare certe cose » mi spiega.
« Jennifer la conosce da un casino di tempo... si vede come è importante per lui » parlo, mentre lo osservo che si dirige verso la macchina, quindi anche noi lo seguiamo velocemente dopo aver chiuso il negozio.
« L'unico a non averlo capito è lui » mi dice ad un tratto.
« Spero lo capirà presto » sussurro tra me e me.

Stiamo aspettando nel corridoio dell'ospedale dove c'è il signor Walker. Jake ha avuto l'idea di venire qui e parlare con suo padre dato che Jennifer gli faceva ogni tanto visita e parlavano spesso.
« Allora? » chiedo ai due gemelli appena escono dalla porta.
« Non ci ha saputo dire molto. Sapeva che il suo passato non è stato molto semplice e che a volte la vedeva turbata, ma più di questo niente » dice Luke, parlando al posto del fratello che sembra più nervoso di prima.
« Siamo ad un punto morto » esclamo, mettendomi le mani sui fianchi.
Mentre usciamo mi squilla il telefono. Hazel.
« Ciao, piccola » la saluto.
« Ciao Kyle. Ho appena finito di lavorare... ti va di pranzare insieme? » mi domanda con la sua solita voce vellutata.
Guardo i ragazzi che a loro volta mi riservano uno sguardo confuso.
« D'accordo... ci vediamo all'hamburgeria lì all'angolo? » le domando.
« Perfetto » posso immaginare lei che sorride mentre mi risponde.
« A dopo Hazel » e riaggancio.
« Allora? Novità? » sbotta Jake frustrato.
« Ma secondo te il presunto Rick mi chiamerà dicendomi: "Oh guarda ho appena rapito la vostra amica, datemi dei soldi e vi darò lei. Vediamoci pure sotto casa a tale ora" » ironizzo un'ipotetica conversazione, ma senza spirito di umorismo.
Mi riserva uno sguardo inceneritore.
« Devi calmarti » lo riprende Luke.
« Io non mi calmo okay?! Jennifer è sparita, cazzo. Un fottuto bastardo se l'è presa e noi non possiamo fare assolutamente nulla. Secondo te come dovrei reagire?! » quasi grida, con il respiro affannoso e le narici dilatate. Si vede la vena sul collo gonfiarsi.
« Stai esagerando. Siamo tutti preoccupati, ma non devi incazzarti con noi. Siamo tutti impotenti » cerco di mantenermi calmo.
« Dai! Dillo ancora! » ridacchia nervosamente.
« Cosa? » gli riservo un tenebroso sguardo, quasi di sfida.
« Prova a dire un'altra volta che non possiamo fare niente e... » incombe su di me per sovrastarmi anche se lui è più alto di me solo di qualche centimetro.
«... e cosa? » lo invito a continuare, quasi sfidandolo. Non può trattarci così. Non gli abbiamo fatto proprio niente e tutti siamo preoccupati, non solo lui.
« Al diavolo tutto! » sbuffa dirigendosi verso il pick-up.
« Dove vai scusa?! » gli grido per farmi sentire.
« Non chiedermelo perché non lo so nemmeno io! » ribatte sempre voltato di schiena.
Guardo Luke come per chiedergli spiegazioni riguardo al suo comportamento. È come impazzito.
« È sempre stato impulsivo nelle sue reazioni- alza le spalle- ma credo che non sarà tanto facile calmarlo » rilascia un sospiro, alzando gli occhi al cielo.
Lo guardo che mette in moto la macchina andandosene con una delle sue solite sgommate.
« Dobbiamo tenerlo d'occhio... si infilerà in qualche guaio » mi tiro le punte dei capelli, nervoso.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora