Capitolo 32

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JENNIFER

Mentirei se dicessi che in questo momento preferirei stare a casa mia.
Dopo quello che è successo, ho obbligato Kyle a tornarsene a casa, ma non sono riuscita a smuovere i due gemelli. Hanno insistito che sarebbe stato meglio se avessi dormito a casa loro. Più che altro Jake se n'è stato zitto come sempre, guardandomi come se non si ricordasse come fossi fatta.
Perciò eccomi qua sul loro divano. Luke si è offerto di farmi dormire nel suo letto e lui sarebbe venuto qua in salotto, ma preferisco così. L'altro fratello invece è rimasto taciturno, immerso nei suoi pensieri.
Appena siamo arrivati a casa mi hanno tolto le manette svitando le viti e nel toglierle mi sono sentita già più libera. I segni rossi sono ben visibili e appena li hanno visti sono rimasti in silenzio, come se provassero pena per me. Ma non devono.
Ho mangiato qualcosa, ma poca roba dato che il mio stomaco si era abituato a ricevere un solo e scarso pasto al giorno. Però posso già dire di essermi ripresa un po'. Sembra ironico detto così, ma tornando alla vita di sempre comincio a respirare di nuovo. Mi è bastato ritornare dai miei ragazzi per poter dimenticare il resto. Voglio dire, non dimenticare quello che Rick mi ha fatto, ma almeno cercare di scordare qualcosa. È già un passo avanti.

Guardo il soffitto, immersa nel buio, per paura di chiudere gli occhi e raccogliere tra i pezzi del mio passato, i peggiori. Ho paura di fare incubi come la scorsa notte, perché, be', ormai saranno le tre del mattino, tra tutto. Per fortuna domani è domenica e dato che i clienti sono pochissimi provvederò ad inviare delle mail spiegando che il personale non sarà presente. Non ce la faccio ancora, devo riprendermi almeno una giornata intera. E scommetto che i ragazzi hanno bisogno anche di più tempo. Non voglio immaginare ciò che hanno passato, ciò che hanno pensato vedendo il video e quanto abbiano sofferto.
Kyle in macchina mi ha detto che Hazel sapeva dell'accaduto e che era a pezzi, automaticamente mi sono sentita di nuovo male, forse anche in colpa perché faccio parte di tutto il casino che è successo. Mi ha promesso che l'indomani, cioè tra poche ore, gliel'avrebbe detto e sicuramente verrà a trovarmi.

Rilascio un sospiro. Ho le mani in grembo e sento le ossa del bacino e delle costole più in rilievo. In questi dieci giorni avendo mangiato pochissimo, sono dimagrita. Perciò quando mi guarderò allo specchio, penserò a ciò che ho subìto.
Devo rimettermi in forma.
Poi, prima di sdraiarmi, essendomi ripresa ho fatto anche una doccia, o meglio, ho cercato di farla nel migliore dei modi dato il male alla schiena. Non resistevo più.

Posso sembrare ridicola, ma ho seriamente paura a chiudere le palpebre per immergermi nell'oscurità. Sono troppo vulnerabile ora e rischierei sicuramente di sgorgare in incubi che porterebbero a svegliarmi di soprassalto, con il cuore che batte talmente forte da aver la sensazione che esca dal petto, i capelli appiccicati al viso sudato, la gola e le labbra secche e le lacrime agli occhi.
Mi stringo nella coperta ma, appena mi convinco ad addormentarmi, ritornano nella mia mente gli episodi legati a mio padre e al solo pensiero di viverli come se fossi di nuovo presente a guardare quelle scene, a sentire la paura nella bambina che ero... decido di alzarmi.
Sto tremando, accidenti.
Non so perché, ma molto lentamente e il più silenziosamente possibile, giro la maniglia della porta ed entro. Sono nella camera di Jake.
Non so esattamente perché ho appena reagito così. Lui mi trasmette sicurezza, una cosa che mai avevo provato. Voglio dire, stare tra le braccia di qualcuno e pensare che saresti al sicuro in ogni situazione. Cavolo se è una bella cosa. Non che non lo trasmettano anche Luke o Kyle, ma in qualche contorto modo sento di essere più legata a questo ragazzone tatuato anche se ho sempre dimostrato il contrario.
Lo vedo girato su un fianco che mi da la schiena. Vedo i muscoli contratti da questo movimento e i bicipiti delle braccia molto più grandi, il tutto nascosto dai tanti tatuaggi. È rimasto con dei pantaloncini e sopprimo un piccolo gemito di apprezzamento. Non dovrei pensare queste cose, soprattutto dopo quello che ho passato. Forse non mi crederebbe nessuno se dicessi che gran parte del tempo pensavo a come lui si sentisse, cosa stesse facendo e come stesse reagendo alla cosa. Scommetterei tutto ciò che ho che ha fatto quello che gli diceva l'istinto. Amo questo lato di lui, voler porre sempre al primo posto le cose pratiche, senza ragionare molto. Ma è piuttosto difficile da gestire questa cosa.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora