Capitolo 41

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JAKE

Una giornata così calda, a luglio, non si era mai vista. O, per lo meno, non l'avevo mai percepita grazie all'aria condizionata che abbiamo al salone. Perciò, noi cinque abbiamo deciso di andare al mare, prendendoci una giornata libera dal lavoro. Siamo sulla spiaggia di Rockaway e il sole spacca le pietre. Non ho mai amato il mare, probabilmente dovuto al fatto che c'è troppo caldo e preferisco di gran lunga un pub che stare su una spiaggia libera, con gli asciugamani stesi sulla sabbia chiara e un ombrellone improvvisato, che ha portato con sé Hazel.
Notavo che Jennifer ci andava spesso e, da quanto ho capito, le piace abbronzarsi, anche se ho potuto avere l'occasione, più volte, di constatare che non si abbronza più di tanto. Perciò ho deciso che magari le poteva far piacere andare insieme e ho pensato di portare i due piccioncini e mio fratello. Diciamo, un'uscita per svagarsi dal lavoro.
Me ne sto all'ombra, con gli occhiali da sole, guardando nella sua direzione. La controllo, cercando di assicurarmi che nessuno ne approfitti di lei. Credo che ormai, da questo momento in poi, l'accompagnerò sempre visto che in costume, con quel corpo mozzafiato che si ritrova, potrebbe attirare l'attenzione... cosa che mi farebbe imbestialire di brutto. Del resto come qualche settimana fa quando era passato quel mingherlino, sicuramente una matricola ubriaca già nel pomeriggio che non sapeva come cavolo spendere il suo miserabile tempo, venendo da noi per flirtare con la mia ragazza e continuare con atteggiamenti decisamente odiosi, anche con la mia presenza. Se Jennifer non mi avesse fermato, chiedendomi di non andare oltre, eccome che l'avrei spezzato in due.
Noto il mio sguardo possessivo, il voler difenderla anche da cose che lei, col suo caratterino, può sbrigare tranquillamente da sola o semplicemente irritarmi appena qualcuno mostra essere interessato a lei. Sento di dover dimostrare che è soltanto mia e so che questo certe volte non le piace, reputandolo troppo esagerato come comportamento, ma non ci posso fare niente.
Del resto il suo corpo minuto è seminudo, coperto solo da due pezzi neri di costume e il sedere in bella vista. Solo pensare che altri uomini la possano guardare, dal momento che in realtà potrei vederlo solo io, mi rende irrequieto, sempre in allerta.
Hazel e la mia ragazza sono alla riva, con i piedi nell'acqua e sorridono, mentre parlano. Luke è andato nel bar di fronte sicuramente per rimorchiare qualcuna, mentre Kyle si sta sfilando le ciabatte da mare per correre dalla sua ragazza e buttarla nell'acqua senza che lei se ne accorga.
«Vai amico, vediamo» sghignazzo, prima che lui parta. Appena arriva alle sua spalle la prende per i fianchi ed entrambi spariscono sotto l'acqua. Lei riemerge e, se non sento male, gli ha appena dato del cretino, ma poi, sentendo Jennifer ridere, la imita. Adesso si baciano nell'acqua, mentre la mia ragazza mi raggiunge.
«Hei baby»
Mi sono abituato ormai a chiamarla così, dato che vedo sempre un luccichio nei suoi occhi quando le attribuisco questo nomignolo. Non sono per le smancerie, ma le si addice moltissimo.
«Devo mettermi la crema sennò mi ustiono le spalle, batte proprio il sole oggi» dice, mentre si piega per prendere quello che le serve dallo zaino.
«Il tuo culo sta dando spettacolo» ghigno, incrociando le gambe.
Si alza e si guarda in torno per poi rivolgermi un'occhiata indecifrabile.
«Jake, non c'è nessuno che mi sta guardando» alza il sopracciglio con quel anellino così sexy.
«Io non ti basto?» ridacchio, prendendola in giro.
«Idiota» sussurra scuotendo la testa divertita.
Prendo un suo braccio, tirandola verso di me facendola sedere sulle mie gambe. Le prendo le guance, costringendola a baciarmi.
«Sono ancora un'idiota?» sussurro, mordendomi il labbro inferiore, alternando lo sguardo tra la sua bocca e i suoi occhi glaciali.
«Si» gira il volto, sicuramente per nascondere una risata. Le sfilo la crema dalle mani, aprendo il tappo. Ne verso un po' sulla spalla e comincio a massaggiarla per poi passare sull'altra.
Applico più forza vicino al collo, con i due pollici, per farle rilassare il corpo. Scendo fino si suoi fianchi, asciugando le mani unte contro la sue palle vellutata e morbida. Rilascia un piccolo gemito. Mi sta facendo impazzire.
Avvicino le mie labbra al suo orecchio.
«Sei sicura di volere la crema solo sulle spalle?» sussurro malizioso. Non voglio certo dare spettacolo in pubblico.
Si decide a voltarsi, prendendo il mio collo tra le sue esili mani, baciandomi con così tanto trasporto che attira il mio labbro inferiore nella sua bocca, mordicchiandolo leggermente con i denti, gesto che non smette di placare il fuoco che si è diramato dentro di me e che continua a bruciare ardentemente.
«Mi farai impazzire» sussurra con gli occhi socchiusi.
«Io sono già pazzo» la bacio di nuovo, non avendone mai abbastanza.
Veniamo interrotti da mio fratello.
«Prendetevi una camera!» posa la bottiglia vuota di birra sul suo asciugamano per poi scappare verso il mare, sapendo che è un uomo morto. Mi sollevo e, insieme a me, anche Jennifer. Corro nella sua direzione e appena arrivo dall'acqua lo spingo facendolo cadere. Si rialza, scuotendo il capo per liberarsi da un po' dell'acqua che cola dai suoi capelli per tutta la faccia e su tutto il suo corpo.
Si spinge contro di me e cadiamo entrambi. Momenti così mi ricordano molto l'infanzia, quando con i miei andavano in spiaggia, d'estate.
Ed è semplicemente così che ci divertiamo. La compagnia è la parte fondamentale, il resto va da se.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora