Capitolo 8

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Buon compleanno libera23 !!!❤❤ (in anticipo di qualche ora ahahah)

JENNIFER

Mi sono appena svegliata dopo una dormita pomeridiana, dato che ho avuto il turno di mattina.
Ho la testa che mi gira e le orecchie che fischiano, quasi fossi sott'acqua. Allungo lo sguardo per vedere l'ora sulla sveglia... che non è suonata dato che sono le sette e quarantotto di sera.
Con malavoglia mi alzo dal letto, dirigendomi verso il bagno per sciacquarmi la faccia.
Andare al supermercato per fare la spesa è proprio l'ultima cosa che vorrei fare in questo momento, perciò andrò a bere al pub: ho voglia di lasciarmi andare.

È pieno di gente perché già alle otto e mezza si riempie come un bordello.
Mi siedo al bancone sopra uno degli ultimi sgabelli rimasti.
Il barista che conosco di vista, dato che quando vengo qua c'è sempre lui, mi viene a servire e chiedo una vodka. Ho proprio il bisogno di divertirmi e non pensare a niente.
Comincio a sorseggiare il mio bicchiere, ma non basta, so già che ne voglio altro. Mi guardo intorno e scorgo una grossa figura a pochi metri da me, possente, dalle spalle larghe e scolpite fin sotto la felpa: Jake.
Ritorno con lo sguardo davanti a me, sperando non mi abbia vista, cercando di non far caso ai brividi lungo la schiena.
Dopo poco volto di nuovo lo sguardo e noto che anche lui mi sta osservando e, cercando di nascondere l'imbarazzo, faccio finta di niente e continuo a bere.

Passano dieci minuti circa e una presenza si siede affianco a me. Non ho bisogno neanche di guardare perché immagino già chi sia.
« Addirittura neanche salutare » ghigna con la sua voce profonda e roca.
Il suo corpo sembra emanare molta energia, ma soprattutto calore.
Chissà che sensazione sarà essere in un suo abbraccio...
Mi si forma un sorrisetto all'angolo delle labbra.
Continuo a sorseggiare la bibita quando lui comincia a parlare di nuovo.
« Come mai qui? » domanda mentre svuota anche lui il bicchiere.
Con uno sguardo faccio intendere ad un cameriere che vogliamo altro da bere e non esita a riempirci i bicchieri.
« Ero stanca » mi limito a rispondere.
« Anche io. È un periodo di merda e vengo spesso qua » dice prima di bere un sorso.
Ecco dove andava quando non era all'ospedale, c'era da immaginarselo...
« Affogarti nell'alcol è proprio la via giusta » dico sarcastica e lui stranamente mi segue ridacchiando.
Giro di poco il volto per vedere le sue labbra schiudersi e un accenno di barba che gli contorna le guance. Si intravede qualche tatuaggio sotto la pelle...
Smette di sorridere e mi osserva questa volta lui, con sguardo serio e cupo.
Mi sembra di essere spogliata piano piano, con il suo sguardo che percorre ogni centimetro di pelle, passando dagli occhi fino alle mie scarpe.
Sembra perso in chissà quali pensieri, ma sono troppo appesantita per riflettere. Bevo ancora.
« Lo sai che stiamo per ubriacarci? » dice ridacchiando ed entrambi stiamo già prendendo la strada sbagliata. Non dovrei continuare a bere con lui però ormai è fatta, non riesco a tornare indietro.
« Lo so » rispondo semplicemente.
« Altra vodka » ordina questa volta lui.
Ci viene riempito il bicchiere e non esitiamo a svuotarlo, ormai ho perso il conto.
« Lo sai che stiamo facendo un errore, vero? » domanda, poco dopo, con un ghigno sul viso. È già bello che andato, come me del resto.
« E allora sbagliamo » dico alzando le spalle per poi osservarlo con la coda dell'occhio.

Mi gira la testa ma allo stesso tempo mi sento leggera, quasi non avessi più la terra sotto i piedi... be', in effetti, essendo sullo sgabello i miei piedi non toccano davvero il pavimento.
Io e Jake ridiamo come dei coglioni con i bicchieri pieni per quella che sarà la decima volta o forse più. Mi viene da ridere e basta. È più facile.
« Cazzo se ti odio » dice tra le risate « Io ti detesto » dico, scendo dallo sgabello passando una mano sulla gamba tonica ricoperta dai jeans neri e me ne vado fissandolo con sguardo malizioso.
Apro le porte del pub per ritrovarmi catapultata nel buio. Ho perso la cognizione del tempo e socchiudo gli occhi facendo sì che senta solo il vento insinuarsi sotto i vestiti, fino alla pelle. È una bella sensazione.
Non so neanche più perché mi preoccupo così tanto, perché mi faccio domande e perché sono così stressata. Ora mi sento leggera come una piuma.
Una mano grande, possente e ruvida si posa sul mio fianco scoperto e apro subito gli occhi anche se so che è lui.
« Scappa, tanto ti troverò sempre » mi sussurra nell'orecchio con tono sexy e ridacchio istericamente, appoggiandomi al suo fianco dato che è altissimo. Mi sembra un gigante e ora noto quanto io sia bassa.
Siamo ubriachi marci.
« Mi piace giocare » dico sensuale fissandolo negli occhi.
« Ah, non ti conviene » dice lui con un ghigno.
Ho sempre amato le sfide, ho sempre voluto fare tutto ciò che mi veniva impedito per poter dimostrare che io ce la facevo. Sono sempre stata combattiva, competitiva, odio il "forse", il "ma", il "non lo so". Odio il bianco perché è tropo indeciso per essere un colore, anche se sono consapevole che in realtà è l'insieme di tutti i colori.
Non amo l'incertezza e la via di mezzo. Per questo sono stata sempre decisa su cosa volevo e come essere.
Sono così a causa del mio passato, ho combattuto, ho resistito a dolore, tristezza, solitudine... a tutto ciò che una bambina non dovrebbe neanche vivere, conoscere, ma non ho mai avuto un'infanzia del resto.

Amore tatuato sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora