3. Come è entrato?

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Sorry, ieri avevo aggiornato ma Wattpad mi ha dato problemi ;^;

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Dazai, differentemente da quello che si aspettava il più piccolo, stava tranquillamente controllando la zona, tenendo le mani in tasca avvicinandosi al gruppetto vicino il corpo senza vita dello scrittore.

Parlottavano tra di loro, cercando di non distogliere lo sguardo per evitare di vedere le orbite vuote dell'uomo ancora sul pavimento, tenendo le braccia incrociate e il capo un po inclinato.

-Ehy gente, che succede?- Dazai sbucó dietro a quei poveretti che, non aspettandoselo e immersi nei loro discorsi, sussultarono quasi cadendo sopra il cadavere.

-Brutto idiota...- Kunikida corse verso il castano, tirandolo di lato e mostrando i documenti che teneva nella tasca -Siamo dell'Agenzia dei Detective Armati. Il nostro Presidente ci ha chiesto di venire qui a dare un'occhiata- Spiegò subito, stringendo forte il polso a Dazai, come a minacciarlo di staccargli una mano se avesse aperto bocca anche per dire un solo "Salve".

-Non è necessario. Abbiamo la situazione sotto controllo- Ribattè uno di loro, indossando dei guanti in lattice e una mascherina.

Atsushi soffocò una risatina nel vedere quest'ultimo oggetto, avvicinandosi ai due colleghi pensando quanto quell'uomo fosse esagerato. Il cadavere era ancora inodore e non c'erano contaminazioni di nessun tipo.

-Noi diamo lo stesso un'occhiata- Dazai ridacchiò, superando il corpo senza vita dello scrittore con un balzo, lasciando sempre le mani in tasca, entrando poi nell'appartamento aperto.

-Ma! Non è necessario! Ehy! Torni qui!- Un altro di loro protestò indignato, rabbrividendo nel vedere l'indifferenza del più alto nei riguardi dello scrittore.

Kunikida e Atsushi lo seguirono evitando accuratamente il corpo steso sul pavimento, entrando.

L'entrata dava subito su un salotto relitavemente grande, dalle pareti crema e con pochi mobili.
Era un ambiente molto spoglio: un tavolinetto con dei cuscini intorno, una TV poggiata su un mobiletto che sembrava pronto a cadere da un momento all'altro e una tenda impolverata a coprire l'unica finestra presente.

Dazai andò dritto nella camera da letto, spalancando la porta con un calcio pur di non spostare le mani dalle tasche, guardandosi intorno con aria puerilmente curiosa ma con intenzioni assolutamente serie.

Si avvicinò all'unico mobile presente oltre l'armadio a muro: un comò in legno scuro, graffiato e consumato dal tempo.

Rovistò all'interno dei cassetti ignorando lo sguardo assillante del novellino che, non sapendo esattamente cosa fare, gli stava dietro come un'ombra, guardando lo spazio circostante con fare critico: non sembrava molto soddisfatto da ciò che stava vedendo.

Probabilmente si aspettava scaffali su scaffali pieni di libri, non un appartamento così sgombero e rovinato.

Il pavimento era impolverato e rigato in alcuni punti, mentre negli angoli della stanza c'erano ammucchiati piccoli cumuli di detriti, polvere e sporcizia varia.

Non era decisamente un ambiente adatto per lavorare.. soprattutto per uno scrittore.

-Ecco... forse li ho trovati- Mormorò Dazai, forse rivolto a Kunikida, appena entrato nella camera, o forse tra sè e sè.

Si era chinato per controllare sotto il materassino del letto orientale, spostando le coperte e scoprendo vari diari nascosti nella federa del cuscino.

Li prese appoggiandosi alla parete, seduto sul pavimento, sfogliando le pagine senza fretta, cercando di individuare qualcosa di particolare tra quelle righe.

Stay. Forever. •Soukoku• ITAWhere stories live. Discover now