31. Una "doccia" calda

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-Gr-Grazie mille! Da-Davvero! Grazie!- Misaki continuava a singhiozzare, stringendo la bambina al petto, accarezzandola dolcemente -N-Non so pr-proprio come ri-ringraziarvi!-

-Abbiamo solo fatto il nostro lavore- Le sorrise Dazai tenendo le mani nelle tasche, mentre Chuuya lo affiancava con le braccia incrociate al petto.

Erano entrati da circa mezz'ora in ufficio:
Non appena avevano messo piede all'interno della stanza, tutti erano letteralmente saltati addosso ai due, mentre Misaki prendeva la bambina singhiozzando in modo isterico, accarezzandola e riempiendola di baci.

Per poco Kunikida non li aveva addirittura legati, curioso come poche volte di scoprire cosa diamine fosse successo.

E ciò, in fondo, era comprensibile: erano tornati alle tre e mezzo di notte dopo essere stati diverse ore senza farsi sentire, ricoperti di sangue altrui e con i vestiti un po strappati.

Entrambi, cedendo alle pressioni di tutta l'Agenzia, avevano raccontato per filo e per segno tutta la vicenda, finendo anche per ripeterla un paio di volte per gli interessati più scarsi di comprendonio.

-Denuncia tutto ciò alla polizia (non a noi, abbiamo altri casi)... ti terranno sott'occhio per i primi tempi, assicurandosi che Kaito non si presenti a casa tua per fare del male a te o alla bambina- Intervenne Kunikida, passandole l'ennesimo fazzoletto di carta.

-L-Lo farò... quello s-stronzo non la p-passerà liscia... f-finirà in p-prigione! Ne sono sicura!- Si asciugò gli occhi rossi e gonfi per il pianto continuo, tenendo la piccola in braccio appoggiata al seno, baciandole la fronte.

La bambina, in tutto ciò, era rimasta a dormire, esausta dopo tutto quel trambusto.

-La posizione che aveva tuo marito spiega il perché del suo comportamento- Meditò Dazai, sedendosi lentamente sul divanetto -Come ad esempio i vostri ricordi totalmente diversi sull'attimo del rapimento... o il suo modo di atteggiarsi quando siamo arrivati in periferia, cercando di coprire il finestrino con il corpo-

-Oltretutto, quando eravamo ancora tutti qui all'Agenzia, l'ho osservato attentamente... e non aveva segni di violenza come graffi o pelle arrossata- Proseguì Chuuya sedendosi sul bracciolo del divanetto, di fianco al castano, accavallando le gambe -Era stata tutta una recita.. quindi non si erano feriti per davvero-

-Per non parlare della sua reazione all'idea di dover avere a che fare con i membri dell'Agenzia dei Detective Armati- Ridacchiò Dazai, osservando velocemente il profilo del coinquilino, spostando poi gli occhi sulla ragazza -All'inizio era totalmente contrario.. poi, di colpo, è diventato quasi amichevole, chiedendomi di andare con lui. Probabilmente aveva capito che volevo dirigermi direttamente in periferia-

-Bhe, è stata parecchio intrecciata, come missione... ma, comunque, siamo riusciti a venirne a capo- Chuuya si stiracchiò sfilandosi il cappello, accarezzando i capelli di Q quando il bambino si avvicinò a lui.

-Ancora una volta, grazie!- Misaki sorrise, chinandosi sui due lasciando loro un bacio a stampo sulla guancia.

Entrambi le scoccarono un'occhiata non esattamente compiaciuta, arrossendo molto lievemente.

-Ho preparato del the! Non trovavo l'acqua, sapete chi l'ha messa sotto la scrivania di Ram-AAH!- Kenji passò loro vicino con un vassoio pieno di tazze tra le mani, inciampando nella valigetta di Kunikida e rovesciando tutto addosso ai due coinquilini, facendo piombare il rosso sulle gambe dell'altro.

Tutti scoppiarono a ridere.
Non era una risata di scherno, ma più una liberatoria, per buttare fuori tutta la tensione accumulata fino ad ora.

-I-Io ti uccido!- Un Chuuya tutto bagnato fece per saltare addosso al colpevole, venendo però fermato sul posto dal castano.

Stay. Forever. •Soukoku• ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora