24. Non è poi così male

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Chuuya mugolò stancamente, schiudendo lentamente gli occhi, sospirando di sollievo nel sentirsi avvolto da un tepore particolarmente piacevole.

Si stropicciò un occhio, sussultando lievemente nel constatare di avere il volto incastrato nell'incavo del collo di Dazai, riconoscibile per via delle bende.

Sbadigliò socchiudendo ancora le palpebre, senza preoccuparsi di contollare l'orario.

Era ormai passato un mese da quando si era trasferito all'Agenzia.. e tutto andava relativamente a gonfie vele.

A quanto diceva Q, il suo umore era migliorato notevolmente, soprattutto ora che, quando incontrava qualcuno della Port Mafia, poteva pestarlo e torturarlo come più preferiva.
Ora Mori non poteva più minacciarlo di far del male a Yumeno.

All'Agenzia gli portavano molto più rispetto rispetto alla Port Mafia (lo so che avete riletto la frase :D), anche se i litigi non mancavano davvero MAI.

Atsushi in qualche modo trovava sempre un modo per avvinghiarsi a Dazai o per infastidire Q, particolari che non andavano per niente bene a Chuuya.
Lo voleva a 300 mila km dal coinquilino!

Per non parlare di quando faceva dei dispetti a Yumeno:
Lo faceva inviperire così tanto che, dopo l'ennesimo scherzetto fatto a quel povero bambino che di male non aveva fatto assolutamente niente, Chuuya aveva preso a sbattere Atsushi su e giù tra tetto e pavimento utilizzando la sua abilità, senza mai spostarsi dalla scrivania su cui stava ricontrollando alcuni appunti presi sul caso di una grande proprietaria aziendale scomparsa.

Per fermarlo era dovuto intervenire Dazai con lo Squalificato, mentre Akiko si preoccupava di trascinare il ragazzo in infermieria per curarlo.
Chuuya rise parecchio quando lo sentì urlare dall'altra stanza.

Riguardo Q non c'è molto da di dire... per fortuna si era adattato facilmente a trascorrere la notte e, ogni tanto, alcune parti della giornata in edifici diversi da quelli in cui stava Chuuya, finendo però per seguirlo quasi sempre nelle ore di lavoro.

Rampo, invece, era proprio strano: -non che lì dentro ci fosse gente psicologicamente normale, ma sorvoliamo questi meri dettagli- proprio una settimana prima aveva scoperto come si utilizzano le macchinette per il caffè e bevande varie, iniziando a preparare vassoi pieni di bicchieri contenenti the, cioccolata calda, caffè, camomilla, tisane varie e molto altro.

A Chuuya non era dispiaciuto poi così tanto, dopo tutto.
Amava la cioccolata calda.

Passando oltre, Chuuya aveva avuto modo di conoscere molto... "bene" Kunikida.
Quel dannato Quattrocchi gli ronzava attorno tutto il tempo: se era in uno dei suoi momenti seri e di duro lavoro, controllava che non facesse errori con i documenti o scatenasse una guerra in ufficio, se era invece immerso in momenti di relax o di pause lavorative osservava le sue forme, facendo scivolare di tanto in tanto una mano sulle sue natiche.

Dazai non ci aveva totalmente fatto caso, ma Chuuya era parecchio curioso di sapere come avrebbe reagito.

Di solito il biondo alzava le mani solo quando c'era un po di confusione, per non essere visto da nessun altro, o quando erano da soli, momenti in cui perdeva la sensibilità al polso per più di un'ora a causa dei calci -non indifferenti- di Chuuya.

Poi c'erano Tanizaki e Naomi, una coppia di cui ancora non riusciva a capire molto.
Tra i due la ragazza sembrava quella più attaccata, stuzzicandolo perversamente spesso anche in pubblico, (Come se nessuno si girasse nel sentire un ragazzo fare versi strani ed equivoci!).
Dazai gli aveva detto che erano fratelli, ma Chuuya non ne era poi così tanto sicuro.
Non tanto per l'incesto, quanto per il fatto che erano due persone relativamente diverse.

Stay. Forever. •Soukoku• ITAWhere stories live. Discover now