9. Fratellone!

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-Ma che cazzo....EHY! TORNA SUBITO QUA! STO PARLANDO CON TE!- Chuuya corse per il corridoio dietro alla piccola palla di pelo bianca, cercando di recuperare il suo cappello -Ti ho già detto che questa sera non posso giocare con te e con quel tuo dannato laser! Devo tornare a lavoro!-

Entrò nel salotto come una furia, saltando sulla piccola poltroncina afferrando la gatta dalla collottola, sollevandola da terra.

-Dammi il cappello- Porse la mano, guardando la micia che teneva tra i denti uno dei suoi accessori preferiti. -Ho detto: Dammi. Il. Cappello.- Ripetè scandendo parola per parola, scuotendo leggermente la gatta mettendosi in piedi.

Lei, per vendetta, lasciò cadere il cappello a terra, guardandolo poi negli occhi facendo le fusa, come a volerlo fare addolcire per evitare una ramanzina.

-Sei un piccolo demonio, sai?- La lasciò di colpo per vendetta, guardandola dall'alto mentre atterrava su tutte e quattro le zampe -Giuro che quando torno da casa ti brucio il topolino di gomma. Ora non lo faccio solo perchè devo andare a lavoro- La guardò tenendo le mani ai fianchi, chinandosi afferrando il cappello e controllando che fosse illeso, sistemandoselo subito dopo sulla testa con aria soddisfatta.

La micia, che sembrava aver capito, miagolò minacciosa e corse alla sua piccola cuccia, afferrando il topolino tra i denti e scappando di sopra per metterlo al riparo.

-Non pensare di salvarlo! Lo troverò, stanne certa!- Le urlò affacciandosi al salotto, afferrando la giacca e sistemandosela sulle spalle.

(Lo chiamavano lo gnomo che sussurrava ai gatti... :D)

Si chinò per mettersi le scarpe, seguendo con la coda dell'occhio i movimenti della gattina che, ora tornata di sotto, lo stava puntando.

Lei scattò sulla sua schiena, sedendosi nel punto in cui Chuuya la aveva inarcata mentre sistemava i lacci delle scarpe.

Era una sua abitudine assumere posizioni così sinuose e poco rettilinee, inarcando spesso la schiena o accavallando le gambe in modo particolarmente femminile.

-Spostati, peste- Ridacchiò leggermente sistemandosi l'altra scarpa, trovando una leggera difficoltà per via dei guanti neri in pelle che indossava.

La micia miagolò annoiata, balzò a terra acciambellandosi per repicca sulle sue pantofole, guardando il padrone con aria di sfida.

-Altro che Crystal, avrei dovuto chiamarti "Dazai"- Le diede un nocchino sul musetto, alzandosi stiracchiandosi e sistemando i vari cinturini sul petto e sul collo.

La gatta, nel sentirsi chiamata, alzò la testolina, soffiandogli contro nel frattempo per esprimere il suo disappunto nel gesto fatto poco prima dal suo piccolo padroncino.

-Bene, io vado. Non fare casini, chiaro?- Le puntò contro il dito, facendola miagolare e letteralmente rotolare di lato.

Chuuya odiava quando lo faceva.
Significava che la gattina voleva prendersi gioco di lui, fingendo di non star ascoltando.

-Ehy! Sto parlando con te! Smettila di ignorarmi!- Brontolò incrociando le braccia al petto, battendo ripetutamente il piede a terra per far capire alla micia che aveva fretta.

La gatta, infatti, si mise subito seduta, guardandolo sull'attenti in attesa delle solite raccomandazioni.

-Guai a te se tocchi le tende, chiaro? E non salire sul mio letto. Non ho voglia di dormire con i tuoi peli a farmi da coperta.- Aprì la porta puntandole il dito contro, gesto che usava quando imponeva qualcosa a quella piccola gatta.

Per quanto sembrasse innocua e coccolona, era una vera impertinente dispettosa.

Se Chuuya non le ricordava di non fare determinati "giochi" lei si dava alla pazza gioia, disttuggendogli casa e spesso bucando le porte (in stile orientale).

Stay. Forever. •Soukoku• ITAWhere stories live. Discover now