Capitolo Sei

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Le settimane passarono, l'estate era andata una volta per tutte e l'autunno era arrivato freddo come previsto.

Dopo varie settimane passate nella nuova casa, in compagnia di Emily, Evangeline si era già adattata al nuovo ambiente ma non si era ancora abituata allo stile di vita che svolgeva ora.

Non era ancora andata a scuola, Emily le aveva detto che preferiva farla ambientare bene prima di mandarla in mezzo a tutti i ragazzi e lo trovava alquanto rassicurante perché l'imbarazzo dell'essere l'ultima arrivata slittava nel tempo. Ogni mattina si svegliava al suono della voce della donna ma qualche volta le pareva di risentire Ada e gli occhi le si inumidivano.

Emily era disponibile e gentile come previsto, ogni sera le faceva anche qualche strana tisana con erbe e fiori mai sentiti prima e l'aveva addirittura nominata "cavia delle tisane" e a lei andava benissimo bere tutti quegli intrugli.

Ogni tanto la fantasia della ragazza prendeva a lavorare e a far funzionare ancora quegli occhi bambini che si ritrovava e vedeva Emily come strega che creava rimedi naturali contro tutti i malanni ma sapeva benissimo che quella era solo una sua fantasia.

-Oggi pomeriggio hai intenzione di uscire in perlustrazione o ti ritiri ancora in camera? –

-Fa troppo freddo per uscire. Adoro il freddo ma non se devo uscire ad esplorare, per quello è adatta la primavera- le spiegò sedendosi sul divano in stoffa davanti al caminetto che illuminava il piccolo soggiorno con le sue fiamme

-Quindi vuoi anche un altro infuso? – Nel pomeriggio erano spuntate nel piccolo giardino altre piantine mai viste che aveva scambiato anche per graminacee ma la donna subito le aveva spiegato di quanto fossero utili quelle foglie dalla forma allungata. Emily, dal canto suo, era sempre contenta di preparare certi intrugli, soprattutto se nuovi e mai provati prima.

-Non devi nemmeno chiedermelo, quella di ieri non era molto dolce però mi ha rilassata davvero tanto! -

L'infuso di ieri aveva addirittura fatto fatica a mandarlo giù tutto, aveva un sapore amaro e sgradevole, talmente sgradevole che in confronto la liquirizia le sembrava la cosa più buona del mondo ma poco dopo quel saporaccio aveva sentito tutti i muscoli riscaldarsi e un improvviso sonno invaderla dal nulla e in un attimo era crollata sul divano.

-Potresti essere davvero una strega, lo sai? – disse senza pensarci mentre la donna stava creando il suo miscuglio miracoloso

-Cosa?! Cosa te lo fa pensare? Hai sentito qualcosa? – si stava agitando ma Evangeline non capiva ancora il perché, alcune volte glielo diceva e lei si metteva subito sulla difensiva e tentava di cambiare discorso oppure la riempiva di domande preoccupate.

"Magari è in una setta" si ritrovava a crede qualche volta ma non le sembrava una persona da certe cose però sapeva che qualcosa puzzava e presto l'avrebbe scoperto.

Dopo attimi di silenzio in cui si sentiva solo il borbottio dell'acqua Emily arrivò al tavolo con due tazze fumanti -Ecco a te la tisana. Sperando che sia buona questa volta-

Evangeline annusò il vapore profumato che saliva dal liquido bollente che andava a formare vari spiragli nell'aria e riconobbe una leggera spruzzata di cannella che dava un tocco speziato ed un profumo orientale

-Dai, non tenermi sulle spine e assaggia! - era veramente impaziente ma quanto si trattava di certi intrugli diventava come una bambina agitata ed impaziente.

-Un attimo- e ridacchiò –mi brucio la lingua se bevo adesso- e riprese a soffiarci sopra.

La bevanda si rivelò essere molto buona e la serata passò tra chiacchiere, film e tisane ai frutti o strani intrugli erbosi ma, in tutto quel tempo, Evangeline continuò a pensare a quell'ipotesi fantasiosa che le si andava a creare nella mente.

*E se mi avesse preso perché sono come lei? Magari sono una strega anche io e dovrò combattere contro una strega cattiva con l'aiuto di tutte le altre sorelle del cerchio! * aveva iniziato a pensare a questa assurda storia pochi giorni dopo il suo arrivo e giorno dopo giorno ne sviluppava il contenuto ma forse queste sue creazioni fantasiose erano colpa di alcuni libri che aveva letto però sperava veramente che potesse accaderle qualcosa di così magico. Dopo diciassette anni di monotonia sperava potesse succederle qualcosa di magico e speciale.

Non era mai stata una ragazza che seguiva la logica e le regole date, preferiva di gran lunga perdersi nei suoi pensieri, nella lettura e nell'arte. Ogni qual volta che stava zitta era perché si metteva a pensare ed immaginare storie fantastiche di cui lei era la protagonista e qualcosa dentro di lei l'aveva sempre spinta a credere che la magia esisteva nel mondo.

Per lei la mente umana cercava sempre una spiegazione a quello che andava fuori dalle leggi conosciute ma per lei non funzionava tutto così, nulla aveva una spiegazione certa quindi perché non credere? Bisognava crederci e non capirla la magica, bisognava sentirla e non cercarla ma tutto questo solo secondo lei.

Andò a letto pensando ancora a tutte queste teorie impossibili e si addormentò così, tra pensieri e storie immaginarie che solo lei poteva vedere e modificare a suo piacere.

Nel frattempo, mentre la ragazza dormiva, Emily si trovava in salotto con uno stato emotivo agitato e preoccupato mentre parlava al telefono.

–Non è ancora pronta, non posso dirglielo così dal nulla- si lamentò sottovoce

-Ma devi! Non sappiamo cosa potrebbe accadere se si accorgesse di qualcosa da sola o se si rendesse conto di quello che può realmente fare-

-Lo so ma sarebbe in pericolo se venisse a scoprirlo-

-Sarebbe ancora più in pericolo se venisse trovata senza che lei sappia difendersi- l'immagine della ragazzina circondata e messa all'angolo la rendeva insolitamente ansiosa

-Questo è vero ma se non si risveglia nessuno saprà di lei-

-Sanno già di lei, lo sanno da quando è nata e prima o poi la troveranno e quando lo faranno vorrei che fosse pronta e preparata a combattere, a difendersi con le unghie per salvarsi. Non desideravo la sua morte, li conoscevo anche io e so contro chi sono morti! -

-Non posso rivelarle tutto così, sarebbe una notizia troppo grande per lei-

-Su questo hai ragione ma dobbiamo farlo in questi giorni-

-Me ne occuperò io, hai detto che ho pochi giorni ma credo che possano essere abbastanza- era l'unica soluzione possibile a cui era arrivata ma non era completamente convinta di questo metodo

-Bene, quando hai fatto portala qua. Ci vediamo tra meno di una settimana, chiamami se mai dovesse succedere qualcosa. -

-Lo farò, ci vediamo Aylin- e chiuse il telefono prima dell'altra donna.

Era nel panico totale, doveva parlarle prima del previsto ma non si sentiva assolutamente pronta a farlo. Quella ragazza era con lei da così poche settimane e non poteva lanciare un'altra bomba così da nulla. Sapeva che la ragazza sospettava qualcosa ma sapeva anche che per lei erano solo fantasticherie, nulla di più e cambiare ogni sua credenza da un momento all'altro era difficile. Forse troppo difficile da accettare ma non l'avrebbe abbandonata.

Doveva sapere ed imparare per potersi difendere ma non voleva farle del male e sconvolgerla una seconda volta a distanza di poco.

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