Capitolo Ventiquattro

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Un'esplosione di energia fresca e potente, luminosa e al tempo stesso 'sporca' avvolse la sua mente e quando aprì gli occhi di scatto e la bocca per respirare a pieni polmoni si accorse che tutta quell'energia era stata rilasciata anche all'esterno.
Tutto ciò che aveva vissuto nella profondità della sua mente si era manifestato anche nel mondo reale.
Quella sfera ormai era in lei, l'aveva accettata in sé e con sicurezza l'aveva fatta esplodere tra le sue braccia come affermazione di quel che era successo. L'ondata la percepirono tutti quelli vicini: tutto l'istituto era stato sommerso.
La preside si stupì mentre quelli nelle vicinanze alzarono la testa straniti perché non capivano cosa fosse appena accaduto ma sapevano chiaramente che qualcosa, una sensazione strana, li aveva appena investiti.

-Direi che per oggi abbiamo finito, sei riuscita da sola e con una tale velocità che sono sicura che riuscirai a migliorare molto e velocemente. Sei forte e volenterosa, sei una combattente- la preside era veramente felice per lei e non riuscì a non dirle tutte quelle belle parole ma la ragazza sembrava quasi non averla sentita stanca com'era, era sfinita per lo sforzo mentale ma si sentiva veramente bene perché quel qualcosa di assopito in lei si era appena risvegliato.

-Abbiamo veramente finito? E com'è possibile che sia passato così tanto? – non si capacitava di quello che era successo

-E' possibile perché ti sei impegnata e non era un esercizio difficile, era solo la base per far sì che tu possa far evolvere questi poteri in te- le spiegò la preside –Sei libera di andare ora, vai nello spogliatoio e cambiati che le lezioni di oggi sono finite per te-

Fece come l'era stato detto, salutò prima di andarsene ed attese nello stanzino caldo e privo di aria fredda l'arrivo dell'amica che la riempì di domande per tutto il pomeriggio, curiosa come sempre.
Evangeline non le poteva rispondere immediatamente, non in mezzo a tutti gli altri almeno, ed attese a farlo fino a che non arrivarono in camera.

-Allora? Com'è andata? Non resisto più, dimmelo, dai! Te ne prego, amica mia, sorella della mia vita dimmi ciò che hai fatto oggi- la supplicò mentre l'altra si chiudeva la porta alle spalle

-Sei una rompi scatole Annabeth, siediti e ti dico tutto! - era esasperata ma divertita e non riuscì a non sorriderle come al solito -Dato che nemmeno avevo idea di cosa fossi la preside ha iniziato tutto dall'inizio. Mi ha fatto scoprire i miei poteri ed ora li sento in me come se fossero del sangue che circola nel mio corpo. Ho meditato, ho cercato nella mia mente e nel mio corpo per delle ore e lo so che non è tutto ciò che ti aspettavi ma ti posso assicurare che è stato stupendo, almeno per me-

-Non lo metto in dubbio ma com'è stato? Cioè, com'era questo potere che tu hai visto? –

-Non lo so spiegare, era spaventoso ma caldo allo stesso modo, freddo ma che ti spingeva ad avvicinarti per toccarlo e a volerlo-

-Un po' come farei con Ian- scherzò la nereide

-Dai- iniziò a ridere –per me dovresti provarci, è molto carino-

-Ma credo che gli interessi tu e in realtà credo che sotto sotto ti piaccia un pochino- ammise arrossendo

-Non dire idiozie, è un bellissimo ragazzo ma non sono nella condizione per averne uno- non poteva permettersi di mettere in pericolo un'altra persona amata e se quella si fosse rivelata addirittura un seguace di ciò che la stava braccando? Non poteva lasciarsi andare così e per quanto le potesse sembrare piacevole l'idea di Ian al suo fianco doveva guardare la realtà e stare attenta più che mai.

Andò a lavarsi prima Annabeth, era fradicia a causa della manipolazione dell'acqua e forse ci si era anche buttata dentro e così la lasciò andare per prima mentre lei si avvicinava alla finestra ad osservare il piccolo boschetto al di là del confine scolastico. Forse quel verde era una protezione creata dalla magia ma le sembrava così vero che preferì credere che quello fosse un bosco vero e respirante. Osservò le chiome degli alberi ormai rade, le poche foglie gialle e poi gli imponenti pini, abeti e larici di cui Emily le aveva parlato prima di separarsi, erano uno spettacolo bellissimo uniti all'aria fredda e grigia che li avvolgeva, uno spettacolo ma qualcosa non andava. Sentiva qualcosa solleticarle la nuca, una sensazione fredda che le dava i brividi come due occhi puntati su di lei da dietro quei tronchi ma era forse possibile? Escluse l'idea solo per evitare la paura ed il disagio che quella sensazione le causava ma era veramente possibile che dietro quel legno e quelle foglie ci fossero veramente gli occhi che la seguivano e la cercavano da una vita?

-Gesù! – urlò sentendosi una mano sulla spalla –Porca vacca, Annabeth! Non farlo mai più! – si era spaventata molto e si sentiva il cuore nelle orecchie

-Voi angeli imprecate contro il figlio di Dio? -

-Si, cioè no... io posso, ok? Non sono ancora conscia del mio essere quindi impreco se le persone mi fanno spaventare-

-Mi spiace, eri così assorta nei tuoi pensieri che ti ho dovuta chiamare così per farti accorgere di me-

-Mi dispiace, non mi ero proprio accorta ma ora dimmi, che ti serve? –

-C'è il bagno tutto per te, ci ho messo poco visto che sei tutta sudata e magari ti aiuta a rilassarti, non credi? Sembri tutta tesa-

-No, mi stavo addormentando, tranquilla. Grazie per il bagno, ci vediamo tra poco- disse incamminandosi verso la porta e tirando un sospiro di sollievo solo dopo che si era chiusa la porta alle spalle. Si spogliò con calma mentre l'acqua scendeva e creava del vapore che andava ad annebbiare man mano lo specchio sul quale si stava osservando ma più si osservava più si sentiva osservata, come se qualcuno potesse vederla attraverso i suoi occhi e per quanto rilassante potesse essere la vasca non riuscì a rilassarsi a causa di quella sensazione che non andava via. Dopo averla sentita una volta le si era appiccicata addosso e sembrava non volerla lasciare più e mentre ci pensava anche la pelle prese a rabbrividire.

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