Capitolo Trentatré

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-Siete due incoscienti!- urlò la donna appena chiusa la porta del suo studio.

Aylin aveva gli occhi fuori dalle orbite da quanto era arrabbiata -Non posso credere che abbiate fatto una cosa così stupida! Perché vi viene dato un coprifuoco esterno da rispettare per voi? Perché teniamo particolarmente sott'occhio te, Evangeline?- forse l'ultimo non doveva farselo scappare ma ormai era tardi, doveva calmarsi prima di mandare a monte tutto il lavoro fatto e mantenuto segreto.

-Noi non volevamo, è stata colpa mia- iniziò Hale -l'avevo vista da sola a cena, sembrava preoccupata e allora volevo portarla in un posto calmo e rilassante, vicino ai glowworms-

-Capisco che eravate in buona fede ma lei sapeva cosa non poteva fare- Evangeline non pareva nemmeno sentire, era ancora in braccio al ragazzo e si teneva stretta, si reggeva schiacciandogli la zona delle costole con le cosce e il collo con gli arti superiori, non aveva il coraggio di lasciarlo e lui non voleva assolutamente abbandonarla così.

-Cosa avete visto?- continuò quasi imperterrita la preside ed evitando di lamentarsi della posizione in cui si trovavano i due ragazzi

-Non molto, io nulla ma Evi aveva sentito qualcosa aldilà della barriera e appena si è alzata siamo corsi via ma quel qualcosa ci ha seguiti, era velocissimo e mi è toccato usare i poteri per non farci raggiungere più di tanto ma lo sentivo sempre così vicino-

-Qualcosa di buono l'avete fatto allora, Evangeline ha mai usato i suoi poteri in quegli istanti?- era forse la parte più importante, il suo essere ancora non era completamente sviluppato e un probabilità di non essere stata riconosciuta l'aveva... sempre che non avesse usato la sua magia.

-Assolutamente no, era troppo sconvolta e lo è ancora, non vede che non si stacca nemmeno da me? Non riusciva a correre e per fare prima l'ho caricata in braccio, ci siamo salvati così credo- Hale iniziava a sentire meno l'effetto dell'adrenalina e la confusione insieme alla preoccupazione iniziavano ad assalirlo.

-Hale, riesci a farla sedere sulla poltrona?- chiese passando una mano sulla schiena della giovane

-Vediamo se la scimmia si stacca, hai sentito?- la prese in giro cercando di distrarla -Sei pesante, angelo. Tra poco mi farai cadere anche le braccia- continuò mentre si avvicinava alla sedia. Le passò una mano tra i capelli spettinati per via della corsa di prima, erano tutti annodati e gonfi, e le parlò all'orecchio -Ti va di sederti un attimo? Resto vicino a te, va bene? Siamo nell'ufficio della preside, dentro l'istituto, al sicuro- in qualche modo le sue parole la convinsero e la preside fu ben felice di vedere quell'affinità tra i due anche se pericolosa.

Gli occhi della giovane erano enormi e spalancati, in cerca di ogni pericolo vicino a lei e stavano prendendo una sfumatura tutta loro: l'arancio presente nei suoi occhi cangianti stava diventando rossastro e la pupilla si stava assottigliando come quella di un gatto.

-Sei al sicuro, sei con noi- disse la donna, stava usando i suoi poteri ed Hale lo capì dal tono di voce mieloso e ipnotico che aveva utilizzato ma Evangeline non parve soggetta all'influenzamento emotivo che Aylin stava cercando di utilizzare.

La realizzazione dell'accaduto la fece agitare e l'immagine di quegli occhi riapparve nella sua mente.

Evangeline si agitò nuovamente.

Respiri veloci ed irregolari, le pupille nuovamente dilatate e attente ad ogni cambio di luce o movimento nella stanza, era agitata e stava sudando, il terrore era palpabile.

Parole sconnesse e sussurri confusi fecero allarmare i due spettatori.

Possibile che solo ripensare all'accaduto la mettesse in una posizione tale da essere terrorizzata così? Si chiese il ragazzo osservandola mentre si avvicinava cauto, non voleva spaventarla e non voleva farle capire che si stava spaventando anche lui facendo così, era una scena inquietante.

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