Capitolo Ventisette

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Non si era ancora rimessa completamente, era stanca e spossata, non sapeva con precisione cosa avesse fatto tutto il pomeriggio o come fosse arrivata in sala da pranzo per cenare ma non le importava un granché, aveva un problema ben più grosso che non sapeva come risolvere.

Aveva pensato tutto il pomeriggio a cosa poter fare riguardo il suo problema con il sonno ma nulla l'era venuto il mente se non il bianco più totale. Poteva immaginarsi mentre entrava nell' ufficio della donna, pronta a riferirle tutto quello che stava passando e che provava ma, anche solo nella sua mente, non riusciva a spiaccicare una frase di senso compiuto. Un cumulo di parole senza sento e dette alla rinfusa a causa dell'agitazione e della paura.

-Evi, tutto bene? Sei molto presa nei tuoi pensieri, c'è qualcosa che ti affligge? - le domandò la strega dai capelli fiammeggianti

-No, non preoccuparti- e sorrise -non mi sono ancora ripresa completamente da oggi, sono stanca morta- e finse anche uno sbadiglio a cui nessuno credette

-Fai schifo a mentire ma rispettiamo la tua decisione, speriamo non sia nulla di così grave da portarti così lontana da noi con la mente- Matt la rassicurò, era sempre stato così gentile con lei quel ragazzo che non poteva aspettarsi altro da lui.

Non rispose più, rimase in silenzio a pensare e pensare, ancora e ancora al da farsi.

Magari aveva ragione Ann e doveva solo presentarsi, parlarne con calma e uscire oppure poteva parlarne con lei anche se accartocciò subito l'idea, l'avrebbe messa solo in difficoltà e portata ad una possibile morte cruenta procurata da qualche fanatico, non lo sapeva ma non voleva rischiare così tanto, non poteva perdere una persona come Annabeth.

Il suo silenzio si prolungò per tutta la cena, qualche volta sorrideva e ridacchiava alle battute e agli scherzi dei compagni di tavolo ma mai da perdersi completamente nel loro discorso, era quasi estraniata da quel mondo fuori dalla sua mente.

-Ci vediamo in camera Ann, vado a fare un giro che magari schiarisco un po' le idee- disse all' improvviso alzandosi dalla panca fluttuante

-Stai bene? Ti serve compagnia?- domandò premurosa l'amica, era visibilmente preoccupata

-No, stai pure qua a finire di cenare, forse ho capito cosa fare grazie a dei suggerimenti- e le fece l'occhiolino -non aspettarmi sveglia se faccio tardi e non togliere la sveglia, quando torno la controllo e buona cena a tutti- salutò educata per poi girare le spalle ed andarsene, salutò con la mano Hale ed Ian che la stavano guardando, forse oggi avevano sentito la conversazione tra lei ed Ann ed ora erano preoccupati, mille pensieri paranoici le girarono per la testa, era veramente preoccupata e non si fidava più di nulla e nessuno.

Uscita da quella grande sala tirò un sospiro di sollievo, era lontana da ogni qualsivoglia orecchio od occhio indiscreto e curioso, si sentiva decisamente più a suo agio ma il nervosismo e la preoccupazione non erano di certo spariti. Le sue ansie si erano solo affievolite un minimo, giusto per permetterle di respirare come si deve.

Camminò insicura per i corridoi, non fece mai andare lo sguardo verso le enormi finestre, non voleva guardare fuori per paura di trovare certi occhi rossi ad osservarla, era terrorizzata da quel colore ormai.

Dopo una decina di minuti e qualche corridoio sbagliato si fermò d'inanzi ad un portone in legno, quello doveva essere l'ufficio della preside, l'intaglio nella materia legnosa era fine ed elaborato, talmente bello da non poter resistere a passare un dito sulle scavature; prese un bel respiro per sentire che i polmoni funzionavano e non erano bloccati, non era in apnea e non doveva trattenere nulla di quel che voleva far uscire dalla sua bocca, dopo essersi ripetuta queste parole d'incoraggiamento bussò e la risposta giunse rapida, la porta si aprì al tocco delle sue nocche sul legno e le mostrò il viso stanco della preside.

Nyctophilia - ShadowsWhere stories live. Discover now