Capitolo Trenta

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Gli allenamenti con la preside erano estenuanti.

Ogni pomeriggio, dopo un'ora di riposo dalla fine delle lezioni pomeridiane, si doveva ritrovare nella vecchia palestra con Aylin che la sottoponeva a prove e meditazioni stancanti sia fisicamente che psicologicamente.

Solo la meditazione la faceva sudare come se fosse arrivato agosto e lei si trovava esattamente sotto i raggi solari. Per raggiungere il suo potere, ancora rinchiuso nella sua bolla, le bastava chiudere gli occhi per un istante o concentrarsi e lo trovava subito ma ancora non scorreva fluidamente in lei. Quando lo trovava sentiva la sua forza e tutto ciò che ne derivava.

Aveva già parlato con il Valravn, durante le ore di scuderia, di queste cose e lui n'era rimasto stupito. Sapeva che creature come la sua protetta erano in grado di fare grandi cose e più passavano i giorni più la sua energia si faceva visibile attorno a lei: nella sua aura, nel suo modo di essere.

Lei e la sua guida si erano ritrovati spesso nella voliera a parlare tra loro, era interessante venire a conoscenza di così tante cose ed era certa che anche il Valravn trovava piacevole la sua presenza, era un'ascoltatrice attenta e curiosa e lui, dopo anni di solitudine, poteva finalmente svolgere parzialmente il suo compito.

Era venuta a sapere come si fosse formata la specie dei Valravn, era una figura presente anticamente anche nel mondo dei comuni ma a causa dello sterminio del popolo che li idolatrava erano stati costretti a fuggire prima di finire come i loro fedeli. Finalmente conosceva la maggior parte delle caratteristiche delle specie presenti nell'accademia, non solo grazie a lui ma anche ai professori, era veramente un periodo in cui non si annoiava mai, non aveva tempo per altro e forse era meglio così.

La sua giornata era semplice: sveglia, colazione, lezioni, pranzo, lezioni, pausa per riposare e farsi curare da cassidy e poi ancora allenamento. Non parlava più nemmeno con Annabeth quando tornava in camera, non perché voleva ma perché si addormentava a metà frase o racconto.

Il peso del suo essere però la stava portando piano piano ad una sorta di isolazione forzata, non voleva mettere in pericolo nessuno e voleva allontanare le persone a lei vicine ma queste sembravano sempre più convinte a volerci rimanere.

-Concentrati sull'oggetto, non distrarti, la tua mente deve affinarsi- nessuna risposta giunse ma Evangeline socchiuse quasi gli occhi per concentrarsi maggiormente sulla sedia posta a quasi due metri da lei -puoi farcela, devi volerlo, immagina una forza visibile solo a te, dagli forma e colore, e falle spostare l'oggetto, concentrazione-

-Stia in silenzio, per favore- pian piano stava cambiando anche il suo modo di essere, era più diretta e rude certe volte, quasi scontrosa ed era giunta alla conclusione che l'essere demoniaco presente nel suo potere si era svegliato e la stava portando ad avere comportamenti simili agli infernali.

Con tutte le incitazioni e le spiegazioni della donna non poteva di certo concentrarsi a dovere, sapeva che avrebbe dovuto farcela anche ad un concerto ma le prime volte preferiva procedere a modo suo, tanto per imparare.

Immaginò una corrente d'aria, la plasmò fino a farle prendere la forma di una figura che si muoveva per lei, la osservò camminare verso la sedia e la vide quando la lanciò.

-Ci sono riuscita!- esultò passandosi il braccio sulla fronte sudata -Devo migliorare il tatto ma cavolo, ci sono riuscita, ha visto?! Sono super contenta, rifacciamolo- la preside sorrise, faceva miglioramenti su miglioramenti, la sua prima volta con la telecinesi e già riusciva a mettere così tanta forza nella sua proiezione mentale, fantastico.

-Non pensavo proprio di farti finire così, ora prova qualche volta a farla fluttuare, devi sentirne il peso, scomporla e ricomporla eliminandone la forza, deve diventare una piuma, una forma modellabile a tuo piacere nella tua mente, chiaro?- annuì ancora e questa volta le sembrava anche più facile di prima, una volta immaginata la figura trasparente le bastava darle il comando e lei faceva, forse rimase un attimo di più a scomporre la sedia in migliaia di migliaia di molecole ma era pur sempre una novizia, andava più che bene così.

Nyctophilia - ShadowsWhere stories live. Discover now