Capitolo Ventitré

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Finito il pranzo si ritrovarono nuovamente nello spogliatoio, qualche ragazza più furba era rimasta in tuta da prima ed Evangeline le invidiava così tanto, non aveva la minima voglia e forza per togliersi nuovamente la divisa per indossare la tuta.

–La farei nuda piuttosto- aveva detto ad Ann e non aveva di certo cambiato idea, odiava cambiarsi tutte quelle volte in una giornata.

-Che cosa ci toccherà fare in queste due ore da suicidio? – domandò mentre si spalmava l'unguento datole da Cassidy

-Queste ore sono ore di potenziamento, si devono sviluppare e controllare i propri poteri ma non so cosa ci toccherà fare di preciso-

-Basta corsa! Piuttosto la morte- disse con voce coraggiosa la ragazza

-Come sei tragica, alzati e metti la maglia che non ho intenzione di essere richiamata-

-Da quando in qua sono io la ritardataria? – domandò lei sarcastica

-Da ora quindi muoviti- aggiunse Annabeth mentre la attendeva sulla soglia della porta.

Quando entrarono nuovamente nell'arena si stupirono di trovare degli studenti più grandi con loro e subito Ann lanciò sorrisi eccitati all'amica, troppi muscoli e bei ragazzi per Annabeth non andavano bene, non potevano esistere nella stessa stanza insieme.

Il professore spiegò a tutti che questo sarebbe servito anche ai più grandi per migliorarsi e loro avrebbero diretto le varie razze, chi meglio di una creatura marina poteva insegnare ad un'altra creatura marina? Nessuno e questo era quello che aveva intenzione di mettere in atto il docente. Annabeth, insieme ad un ragazzino e ad altre due, venne costretta a seguire una ragazza che doveva essere una sirena data la bellezza e si incamminarono verso le vasche piene d'acqua, Ian ed Hale li vide camminare con altri ragazzi dall'aspetto poco raccomandabile, dei demoni a tutti gli effetti e si chiese come potesse Ian far parte di quel gruppo.

Quando tutti ebbero dei tutors rimase solo lei, da sola e ferma in mezzo all'arena. Il professore le si avvicinò mentre i suoi compagni la guardavano –Te cosa hai intenzione di fare? Cosa sei? – domandò severo, non l'aveva di certo presa in simpatia ed Evangeline poteva benissimo sentirlo nel suo tono di voce

-Io non so, non c'è alcun tutor per me...- probabilmente non l'avevano informato sulla sua condizione ma, fortunatamente, una voce richiamò l'attenzione di tutti

-Lei è con me, ci alleneremo nella vecchia arena. Mi scuso per non averla avvertita ma questa ragazza è un caso speciale, l'unico celeste di quest'anno in questa struttura, capirà la sua posizione, no? - si sentiva una menomata a sentirsi chiamare così ma sapeva anche che non era vero, era tutto per la sua e la sicurezza dei compagni stessi. Quando si allontanò con la preside tutti gli sguardi erano puntati sulla sua schiena.

-La ringrazio per avermi aiutata, non credo di stargli molto simpatica- disse poco dopo la ragazza mentre camminavano per i corridoi dell'arena

-E' stata una mia svista non informarlo ed è sempre stato un uomo pieno di regole e di polso, burbero fino al midollo! - sorrise al ricordo di quando sia lei che lui erano alumni di quella struttura –Chiamami Aylin mentre siamo insieme, sarà più veloce e amichevole, dovremmo passare tanto tempo insieme quindi tanto vale darci del tu ma non dimenticarti che sono comunque la reggente di questa scuola ed io mi ricorderò ciò che dirai o farai, intesi? –

-Capito tutto, grazie Aylin. - si sentiva decisamente meno in soggezione a chiamarla Aylin ma le sembrava strano, era una novità e doveva abituarsi –Che si farà oggi? Spaccherò in due una tavola di legno? Volerò attraverso le pareti? – non sapeva proprio cosa aspettarsi e per questo tirò ad indovinare mentre la donna al suo fianco scuoteva la testa

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