Capitolo Quindici

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Non finirono di sistemare i loro effetti personali, non pulirono la camera dato che era immacolata ed uscirono dalla stanza per iniziare ad esplorare tutta la struttura. Non sapevano più dove stavano andando ma non gli importava, avevano tempo libero a non finire quel giorno e la cena sarebbe stata tra più di quattro ore, niente e nessuno sembrava disturbarle.

Annabeth conosceva qualcosa in più sul mondo magico e sul castello adibito ad accademia rispetto ad Evangeline mentre questa ascoltava tutto con la massima attenzione, non voleva perdere nemmeno un particolare di quel mondo nascosto e affascinante.

Camminarono per corridoi nuovi, salirono e scesero scale a chiocciola, scale enormi e gradini più piccoli senza mai smettere di guardarsi in torno e chiacchierare; incontrarono anche diversi studenti, chi più particolare e chi meno, chi esibiva delle ali traslucide e chi mostrava ai suoi nuovi amici alcuni trucchetti magici innocui ma Evangeline non riusciva proprio a capirne l'origine. Annabeth forse li vedeva spesso e li riconosceva ma lei, che non era mai stata a contato con la magia, che era ignorante su tutto quel mondo non riusciva ancora a capire completamente quel mondo.
Com'era possibile?

Si fermarono ad osservare un ragazzo moro, con la carnagione scura e gli occhi di un nero impressionante mentre eseguiva strane movenze con le mani. Aveva tre palline di carta nella mano, le lanciava in aria e, quando ricadevano verso il basso, queste sparivano senza lasciar traccia di loro, un trucco buffo e forse visto anche nel suo mondo ma qua sapeva che era reale, era una vera e propria magia.

-E' un trucchetto da niente- aveva subito decretato lui dopo che Evangeline gli aveva chiesto come fosse stato possibile ed Ann era stata costretta ad allontanarla da lì o sarebbero rimaste ferme tutto il giorno. -No, ti prego. Restiamo a vedere ancora un po'- quasi la supplicò come una bambina –Non ho mai visto qualcosa così, nemmeno alla televisione! –

-Evangeline, se ci fermiamo a vedere ogni cosa non torneremo più in stanza, prima finiamo il giro prima capiamo bene dove siamo e poi andremo a cercare qualcuno che utilizza i suoi poteri. Quello stregone non stava facendo nulla di così spettacolare, sono come i vostri illusionisti-

-Ma era così ipnotico, il trucco non l'avevo mai visto-

-Credimi, qua vedrai quasi ogni giorno persone che utilizzano i propri poteri e piano piano ti ci abituerai- la mora sbuffò sonoramente ma annuì

-Capisco, devo ancora abituarmi-

-Ti capisco, ero anche io così la prima volta che sono arrivata in questo mondo. E' uno spettacolo unico, sembra di essere nelle favole ma poi inizi ad abituarti e diventa la normalità-

Girando il castello chiacchierando e divertendosi non si accorsero nemmeno che l'ora della cena si era ormai avvicinata e mancava meno di un'ora, ora che avrebbero usato per tornare in camera o trovare direttamente la sala pranzo visto che non sapevano minimamente dove fossero finite.

Corsero per i corridoi, corsero su e giù per le scale attirando l'attenzione dei pochi rimasti e quando il panico e l'agitazione scemarono si fermarono e chiesero a dei loro coetanei.

Arrivarono sfinite, sudate e con i capelli scompigliati, un orrore ma non potevano tornare in camera ora che avevano trovato la stanza tanto ricercata e poi non sarebbero nemmeno state in grado di tornarci, entrambe avevano un senso dell'orientamento pessimo e l'avevano capito fin da subito

-Mai più in giro senza motivo per il castello, mai più- disse sfinita Ann mentre passava per la porta enorme. Il legno era decorato e strane creature danzanti erano scolpite in quei pannelli di legno scuro e massiccio.

Era stupefacente, ogni stanza che vedeva era sempre più bella e mai avrebbe pensato di vedere qualcosa del genere.

I tavoli erani lunghi pezzi massicci di legno scuro che fluttuavano nella stanza e le panche non erano da meno ma che fecero venire il dubbio della loro sicurezza alla ragazza, le pareva che non potessero reggere nemmeno il piatto vuoto anche se molti altri studenti erano seduti a mangiare come se nulla fosse. Annabeth stava già sguisciando tra i vari tavoli, uno dopo l'altro, li passava senza far caso alle persone sedute che si giravano a guardarla qualche volta e, l'unica volta che si guardò alle spalle fu solo per richiamare lei che imbarazzata prese a camminare lenta cercando di fare come l'amica, non voleva essere osservata ma era certa di esserlo, sentiva qualche sguardo curioso seguirla ed il suo imbarazzo crescere.

Nyctophilia - ShadowsWhere stories live. Discover now